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Visualizzazione dei post da marzo, 2016

Viaggio in Turchia

|  Federico Sborchia  | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede

Derby? Una volta...

PAOLO BRESCIA - VAVEL Una volta era: "anche quest'anno senza trofei, ma almeno il derby è nostro, Roma è giallorossa, biancoblù,...". Una partita, centomila cuori accesi per una passione, un emozione difficilmente descrivibile. Sponda Roma, sponda Lazio, conta poco- a quel punto- la differenza. Conta che oggi, quel derby, è finito, perduto nella notte dei tempi. Non torna, almeno per ora. Non passa la voglia, sia chiaro. La tensione, la bellezza in sè di uno scontro che più dei 90', della classifica, ha in nuce una quantità paurosa di componenti, mentali, fisiche, anche di risvolti pratici: un derby continua a decidere il futuro di molti giocatori, molti allenatori, molti progetti. Ma oggi, IL derby, quello...di sempre... non c'è. Le Curve La Sud a Testaccio, la Nord in un luogo top secret, con ingresso su prenotazione e 1500 posti disponibili. Il cuore pulsante di Roma, il tifo biancoceleste e quello giallorosso, ancora una volta, domenica pomeriggio alle

Germania-Italia, stavolta la rivincita tocca a noi...

PAOLO BRESCIA Sarà lo stadio, saranno le recenti- cocenti- delusioni. L'impressione generale è che stavolta la rivincita ce la dobbiamo prendere noi...Non come nazionali, perché lì c'è poca storia, ma come questione di principio dopo "i fatti" di Monaco di pochi giorni fa. Bayern-Juve non è passata dagli occhi degli italiani, riscattarla è la parola d'o rdine. Detto ciò, il clima è sereno, classico pre di un test match importante dopo l'ottima prova di Italia-Spagna. L'Italia vuole chiudere bene questa settimana di lavoro, la Germania vuole archiviare la strana sconfitta subita contro l'Inghilterra, in cui abbiamo visto davvero di tutto. Tanti i dati per entrambe le Nazionali. Per l'occasione, Conte, proporrà ancora il 3-4-3 di giovedì, ma col tridente offensivo giovanissimo: Zaza, Insigne e Bernardeschi. A centrocampo, Montolivo e Thiago Motta con Florenzi e Giaccherini, mentre in difesa, davanti a capitan Buffon, il terzetto è quello fo

Buone feste a tutti!

Italia, ottima strada!

di Paolo Brescia Il peso è relativo, ma i test match, quando li giochi, servono sempre. Contenersi ha poco senso. Giocarli mette in luce pregi e difetti. Giocarsela male ti allarma, giocar bene fa sempre piacere. E fa piacere, in quest'ottica, parlare d'Italia (da troppo tempo avveniva il contrario). Bella la  prova contro i campioni d'Europa della Spagna. Rimaneggiati noi, rimaneggiati loro, ma sostanzialmente due squadre sulla carta notevolmente differenti, per tecnica ed esperienza. Il 3-4-3 proposto da Conte, solo apparentemente gemello del 3-5-2, si è rivelato spinoso, non tanto nel primo tempo, quando i "pesanti" Pellè-Eder-Candreva hanno studiato la retroguardia iberica non riuscendo ad impensierire De Gea. Non che la Spagna, dal canto suo, sia stata capace di creare nitide occasioni da rete. Nella ripresa, invece,

Balla il Leicester, ormai ci siamo...

di Luca Balbinetti Mahrez. Mahrez segna ancora, Ranieri non si sveglia. Il Leicester vince ancora, di misura (quarto 1-0 di fila), meritando di più, vero, ma raccogliendo quanto basta, per continuare la favola... che ormai di favola ha veramente poco. La squadra del tecnico italiano ha migliorato sia l’aspetto mentale, sembra infatti non subire alcuna pressione ( a differenza di altri grandi club in giro per l’Europa ), sia l’aspetto puramente tecnico. Gli undici in campo sono pienamente consapevoli di ciò che dovranno fare nei 90' e fino ad ora lo eseguono perfettamente, la palla viaggia rigorosamente a terra, fino a quando nei minuti finali, la classe ed il bel gioco cedono spazio all’efficacia e la voglia di portare a casa i tre punti. Le partite diventano sempre meno. E' vero, lì dietro il Tottenham non molla, ma cinque punti sono un buon margine. La squadra del Nord di Londra non può che essere lodata, progetto fantastico che probabilmente metà Europa dovrebbe prend

Juve: dominio. Con forza e... arroganza.

di Paolo Brescia Indubbia la forza, indubbia l'arroganza. La Juve chiude il cerchio: dal derby, al derby. Sbaragliato il Toro, 4 reti di potenza, e- diciamolo- qualche punto nero nel match della Mole. Si, perché se la supremazia in ogni metro del campo legittima la netta vittoria, qualche episodio ha certamente direzionato la partita pro-Juve. Senza polemiche di nessun tipo, qui non si deve difendere il Torino, che soprattutto nei primi 45' se l'è giocata malissimo, ma serve dire tutto.Gli episodi, dunque. Dopo il dominio Juve, si apre la ripresa: rigore Toro, netto, ok: Alex Sandro è ammonito, non viene espulso. Forse il fallo non era da giallo, ma quantomeno per le proteste (vedasi i tanti casi che hanno coinvolto quest'anno giocatori di altre squadre, una in particolare...) ci stava il secondo giallo. Non a lui? Beh quanto meno a  Bonucci (anche lui già ammonito...). Sotto di uno, con l'uomo in più, il match poteva svoltare verso i granata. E stava svoltando