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Viaggio in Turchia

|  Federico Sborchia  | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana...

Cosa sarà la Nations League


“Chissà se quest’anno ci salveremo?” oppure “l’Olanda questa volta ha le carte in regola per salire in Serie A”. Tra un anno esatto questo potrebbe essere l’argomento di un’amabile chiacchierata tra amici circa la nuova manifestazione biennale partorita dalla UEFA con la finalità di ridare vigore all’interesse per le gare tra nazionali: stiamo parlando della Uefa Nations League.

Questa l'identità visiva della Nations League
Le cinquantacinque federazioni affiliate alla Uefa saranno divise in quattro leghe a seconda della graduatoria ottenuta attraverso il ranking dei coefficienti delle nazionali (da non confondere col ranking classico). La lega A e la lega B avranno dodici squadre e saranno costituite da quattro gironi da tre squadre ciascuna, un gruppo da tre e tre gruppi da quattro per la lega C, quattro gruppi da quattro per la lega D. Le quattro vincitrici di ogni girone, che si terrà con gare di andata e ritorno tra settembre e novembre, verranno promosse nella lega superiore mentre le ultime ovviamente verranno retrocesse in una sorta di vero e proprio campionato perpetuo tra nazioni. Le quattro vincitrici dei gruppi della lega A si scontreranno poi per l’assegnazione del titolo con una final four da tenersi a giugno nella sede scelta dall’Esecutivo tra le quattro semifinaliste.



Pur senza ufficialità comincia a prendere forma la composizione delle varie divisioni: nella Lega A dovrebbero essere concentrate le corazzate del calcio europeo come Germania, Francia, Portogallo, Belgio, Spagna, Inghilterra ed ovviamente l’Italia, ma anche Islanda o Bosnia che magari, chissà, giocheranno per la salvezza. Gli ex campioni d’Europa dell’Olanda partiranno malinconicamente dalla Lega B così come il Galles, semifinalista all’ultima edizione in Francia. Grecia e Danimarca, vincitrici degli europei del 2004 e del 1992 si ritroveranno molto probabilmente in Lega C con formazioni del rango di Armenia o Cipro. Le ultime affiliate alla Uefa, Kosovo e Gibilterra, troveranno posto ovviamente in Lega D e saranno affiancate da Finlandia e Bielorussia, Andorra e San Marino.


Ma attenzione perché la Nations League si legherà intimamente anche alle qualificazioni per il Campionato Europeo (almeno nei bienni in cui è previsto) e potremmo così riassumere: dieci gruppi con le prime due classificate di ciascun girone si qualificheranno direttamente a Euro 2020 lasciando così da assegnare ancora quattro posti che verranno distribuiti attraverso un playoff tra le prime quattro dei gironi di ogni lega. Questo vuol dire che anche la lega D avrà assicurata la sua squadra alla fase finale di un Europeo.



Con questo format sembra raggiunto l’obbiettivo minimo di rendere più interessanti e meno scontate le gare tra nazionali, aumentandone così l’appeal ma anche, verosimilmente, l’incasso derivante da tv e sponsor. E qui già prende corpo il primo dubbio. Le amichevoli, talvolta bistrattate e poco seguite, servivano ai vari CT per testare o sperimentare nuovi giocatori, moduli, sistemi di gioco. Ora si farà da subito sul serio e senza possibilità di errore: in un girone da tre o da quattro ci sarà poco margine per gli esperimenti e con un calendario così fitto i friendly matches faticheranno a trovare spazio. Altro dubbio sul sistema fin troppo macchinoso della manifestazione: ad una squadra di medio livello paradossalmente converrebbe retrocedere in Lega D per giocarsi con San Marino o Gibilterra l’accesso al playoff di un Europeo piuttosto che lottare in Lega B contro squadre di ben altra caratura come ad esempio Olanda o Repubblica Ceca.



Insomma tra un anno conosceremo meglio questa nuova manifestazione. Diciamo che al momento ci rimane qualche inevitabile perplessità nella speranza che svanisca al fischio d’inizio della prima partita in programma.

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