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Viaggio in Turchia

|  Federico Sborchia  | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede

Notte di coppe e di campioni

| Luca Balbinetti |

La Roma brilla in quel di Stamford Bridge, o sarebbe meglio dire, la Roma di mister Di Francesco; perché questa squadra, spavalda e spregiudicata, è lo specchio della voglia e l’euforia del suo tecnico, e la sua filosofia di gioco va presa così, ci saranno alti e bassi ma spesso ci sarà da divertirsi. 




E quindi lode alla Roma tutta - e ai suoi tifosi, immensi nel far sentire a casa i propri idoli anche a migliaia di chilometri di distanza - che ha giocato alla pari (e a tratti meglio) dei campioni d’Inghilterra allenati da Antonio Conte, detto questo però ci sono dei punti da approfondire. Ancora una volta la Roma sbaglia approccio nei match più importanti e questo Di Francesco lo sa, non è un difetto da poco, sicuramente all’inizio è stata punita più del dovuto dai Blues, ma se Kolarov non segna prima della fine del primo tempo, probabilmente una partita alla portata, sarebbe diventata una scalata alquanto impervia. Non deve sorprendere poi, che i trascinatori di questa Roma siano gli uomini più vincenti ed “internazionali” che Di Francesco ha a disposizione: Kolarov e Dzeko. Sempre per ribadire, per chi non lo avesse ancora capito, che avere l’abitudine di calcare alcuni palcoscenici conta molto di più del resto. In particolare l’attaccante bosniaco ieri sera era tarantolato, oltre a siglare il gol del pari in maniera a dir poco pazzesca, segna anche il vantaggio per portare i suoi primi in classifica. Non basta, perché vuoi la presenza inadeguata di Bruno Peres, vuoi l’infortunio di Manolas, la Roma in difesa ha un problema e per mantenere alto il livello come ieri sera, va risolto al più presto. Con il pareggio del Qarabag contro l’Atletico, sognare è permesso e come, anzi ora la Roma decide il suo futuro, è il destino che spetta a chi dimostra di poter giocare con chiunque, la sfida è farlo con continuità.




La Juventus vince in casa con lo Sporting Lisbona, partiamo così perché l’importante per gli uomini di Allegri e la loro classifica era questo. Partita cominciata male, e se possibile finita anche peggio, sul piano del gioco. Strano il calcio, se questa Juve avesse affrontato quelle di Bergamo e Torino contro la Lazio, non avrebbe vinto per nessuna ragione al mondo, invece la forza della Juve è anche questa: badare al sodo e dimenticare le difficoltà senza farsi prendere dal panico, ma se (il solito) Mandzukic non ci avesse messo la testa, a quest’ora parleremmo di crisi nera e qualificazione a rischio, ribadisco: strano il calcio. Pjanic è un elemento imprescindibile per la formazione di Allegri, è vero la Juventus ha una rosa ampia e piena di campioni, ma il suo giocatore più fondamentale è il bosniaco, che ieri a centrocampo ha riportato qualità e velocità di pensiero. Dybala, conferma il suo stato di forma mediocre e soprattutto, in difesa, soprattutto in Champions League c’è un problema: l’esclusione di Lichtsteiner dalla lista Champions è stata una follia. Non perché lo svizzero sposti così prepotentemente gli equilibri, ma perché Sturaro ovviamente ha delle difficoltà oggettive nel giocare in quel ruolo, Barzagli ormai (purtroppo, per il calcio italiano) non può fare più di un tempo, e De Sciglio oltre che infortunato, non è adeguato a calcare palcoscenici di questo livello, Howedes non sapevo neanche se nominarlo perché da quel che ne sappiamo noi, a Torino deve ancora arrivare. Detto questo, la Juve ha già la possibilità di passare nel turno successivo, vincendo a Lisbona, campo non facile, ma nel quale la Juventus ne sono certo, centrerà l’obiettivo. 


Infine il Napoli. Avrete sicuramente sentito e letto in questi giorni, che il Napoli ha giocato alla pari il match di martedì sera in casa del City di Guardiola, non sono affatto d’accordo. Quel match per chi segue il calcio inglese ma non solo, ha una storia già vista che però non cancella il significato finale. Il Manchester City ha dominato. Ha approcciato al match nel migliore dei modi, con qualità ed intensità, i famosi primi trenta minuti di assoluto show “Guardiolano” sono stati l’espressione più pura che esiste di quel tipo di calcio, qualità e velocità di esecuzione. L’errore che spesso commette il City è quello di creare tantissimo e non raccogliere i frutti di quel lavoro, successivamente il calo fisico soprattutto nelle parti finali dei due tempi sono cosa nota, perché una squadra che pressa a quel ritmo non può resistere 90 minuti, e qui è c’è da fare i complimenti al Napoli, per non aver subito psicologicamente la forza degli uomini di Guardiola, ma qui ci fermiamo. Perché quella del City è una squadra fantastica, ma con una difesa a dir poco inadeguata al resto della rosa, e l’attacco del Napoli, non ha mai messo con continuità in seria difficoltà il pacchetto difensivo dei Citizens. Di certo, qualche giocatore partenopeo ha subito l’importanza del palcoscenico, tra tutti Mertens, giocatore si esperto, ma con poca esperienza europea, come d’altronde tutta la squadra. Servirà un grande Napoli per passare il turno, servirà soprattutto un pizzico di personalità in più.


Spostando l’attenzione nel resto dei match, con tre partite dall’inizio del torneo, sono Psg e Barcellona tra le big a fare più paura. Il Psg dopo una sessione di mercato spaventosa, sembra essere diventata una macchina da guerra, la rosa è ampia e completa, Neymar ormai incide come Messi e Ronaldo e Cavani attualmente è il primo attaccante a livello internazionale, in generale poi, la squadra di Parigi ha una difesa superiore a quasi tutte le altre grandi squadre e questo è il vero vantaggio di Emery. Il Barcellona invece con questo Messi, ancor di più al centro del gioco di Valverde sembra essersi lasciata alle spalle la stagione scorsa. Tra le altre occhio ovviamente al Man United di Mou, squadra di qualità e cinica quanto serve e poi con un allenatore così, si inscrive di diritto nell’elenco delle favorite. Il Real invece sta passando un periodo opaco, dettato forse dalle troppe vittorie dello scorso anno, due Champions di fila sono tantissime anche per campioni di quel calibro, figuriamoci una terza.

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