|
Federico Sborchia |
La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le
terme di Pamukkale e i
camini delle fate. Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore.
La Turchia è un gigantesco calderone di
culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna
espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando
sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e
di squadra in squadra.Adana | Adana Demirspor
Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia
di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale
ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha
sede la Temsa, società che produce una buona parte degli autobus che potete
vedere e prendere nelle vostre città.
|
Il logo è una versione rinnovata di quello della Lazio
|
Partire da Adana significa anche partire
dall’Adana Demirspor, club storico della città neopromosso in Süper Lig. Scorrere questa rosa
ci porta alla mente un glorioso passato ormai ridotto in macerie come il
castello che sovrasta la città: partendo dalla difesa troviamo il francese
Benjamin Stambouli, una volta promettente mediano di Montpellier e Tottenham,
poi passato al PSG e infine retrocesso in maniera spettcolare con lo Schalke.
La linea mediana profuma di Italia a partire dal leone Gökhan Inler, pretoriano
di Mazzarri a Napoli e campione d’Inghilterra con il Leicester. Vicino a lui
troviamo l’islandese Birkir Bjarnason, passato da Pescara e Sampdoria con alterne
fortune, ma soprattutto Lucas El Pata Castro, elegantissimo argentino
che ha brillato nel pandoro meccanico di Maran prima di venire stroncato da un
infortunio al crociato. Di quel bellissimo giocatore non è rimasto altro che il
ricordo e la sua musica.
Giocatore malinconico e che probabilmente avrebbe potuto – ma sicuramente non
ha voluto – fare di più è Younes Belhanda, meraviglioso trequartista marocchino
visto nel Montpellier dei miracoli e poi scomparso dai radar quando tutti i
suoi compagni hanno fatto il salto nel grande calcio: Dinamo Kiev, Schalke,
Nizza, Galatasaray e ora Adana Demirspor; un viaggio bellissimo con un finale
malinconico.
Ad Adana c’è un po’ di Italia e cosa c’è di più
italiano di Vincenzo Montella che allena un redivivo Mario Balotelli?
Probabilmente molte cose ma non è questo il momento per discuterne. Va comunque
sottolineato che rivedere Balotelli in maglia nerazzurra nell’anno in cui
Mourinho torna in Italia fa un certo effetto. Balotelli che qualche giorno fa ha
regalato al suo club un gol, un assist e una lite; un classico.
|
Un sorridente Balo con Inler, Raiola e la dirigenza dell'Adana Demirspor
|
Alanya | Alanyaspor
Siamo ancora sul Mediterraneo, stavolta nel
distretto di Antalya. La città di Alanya vive di turismo, se volete concedervi
un viaggio ad Alanya tra maggio e giugno potete assistere al festival
internazionale delle arti e della cultura. In alternativa potete farvi un
viaggio tra settembre e ottobre per godervi il festival del Jazz,
a cui partecipano artisti da tutto il paese e anche dall’estero.
|
Un logo che punta in alto come il club
|
Per vedere una partita della squadra locale,
l’Alanyaspor, dovete recarvi al Bahçeşehir Okulları Stadium, un bello stadio moderno,
con i sedili colorati di verde e arancio come i colori sociali del club e con i
pali a sostenere la copertura come nei vecchi stadi inglesi. E da questi
bellissimi spalti colorati potete guardare alcuni personaggi passati alla
periferia del grande calcio come il portiere portoghese Marafona – no, non è un refuso – o l’ex difensore del Porto Chidozie Awaziem, che cito solo per il
bellissimo nome. Qui troviamo anche una bellissima promessa infranta come Leroy Fer – talmente
infranta che può vantare tre retrocessioni dalla Premier League con tre squadre
diverse – ma soprattutto un giocatore a cui probabilmente si è smesso di
credere troppo presto come El Khouma Babacar; per fortuna è lì solo in prestito
e potrebbe tornare in Italia nell’estate 2022, quando il Sassuolo se lo
ritroverà di nuovo a disposizione. Ci avevamo creduto.
|
Leroy Fer si è presentato al suo nuovo club con una bella camicia
|
Antakya | Hatayspor
Probabilmente avrete conosciuto Antakya con il
suo nome storico che è quello di Antiochia di Siria, ed effettivamente
Antiochia, come tutta la sua regione, si trova schiacciata tra la Siria – che non ne riconosce l’annessione alla Turchia – e il Mediterraneo. Ad Antiochia
potete trovare tanti castelli, la seconda collezione di mosaici più grande almondo
– la prima è a Gaziantep – e una bellissima chiesa scavata nella roccia.
|
Minimale ma molto elegante
|
Ad Antiochia potete trovare l’Hatay Ataturk
Stadi, un altro stadio molto moderno che ricorda una Poké Ball. Qui gioca l’Hatayspor, attualmente sesta forza
della Süper Lig e che può vantare una linea difensiva con il nazionale bulgaro
Strahil Popov – sicuramente l’avrete visto nei mille Italia-Bulgaria che si
giocano ogni anno – e l’ex difensore dell’Eintracht Simon Falette. Tra gli
altri nomi interessanti troviamo anche l’ex attaccante dello Stoke Mame Biram
Diouf – che per i Potters nel 2014 segnò il gol vittoria contro il Manchester City all’Etihad – e Adama Traoré, che non è il nazionale spagnolo ma solo un
simpatico omonimo passato anche dal Monaco con poca fortuna.
|
Could they do it in a cold night in Antakya?
|
Antalya | Antalyaspor
No non è un refuso, Antakya e Antalya sono due
città diverse. Antalya è una città di mare, che dà il nome al golfo su cui si trova.
Ad Antalya potete visitare la bellissima Porta di Adriano e la città vecchia, in cui svetta il minareto Yivli, simbolo della città. Antalya
– probabilmente da chi ci vive – è stata definita la capitale del turismo turco. Inoltre, per la sua posizione arroccata sul mare, ricorda, per certi versi, i paesini della riviera ligure ma qui invece della focaccia potrete gustare un delizioso şiş köfte.
|
Al centro abbiamo il Minareto Yivli
|
La squadra locale si chiama Antalyaspor e gioca nel modernissimo Antalya Stadium, un
gioiello da 32mila posti inaugurato nel 2015. Potevate arrivarci
tranquillamente. Ad Antalya sono passati giocatori meravigliosi come Samuel
Eto’o – che del club è il miglior marcatore di sempre – e Lukas Podolski; ora però devono accontentarsi di alcuni residui del
calcio che conta come il difensore brasiliano Naldo, che vi ricorderete in
Germania tra Werder e Wolfsburg e che nel suo passaggio allo Schalke segnò il gol
del pari in un leggendario Revierderby
completando la rimonta dei Knappen da 0-4. Noi ovviamente non possiamo
accontentarci di Naldo e quindi rilanciamo con il nostro connazionale Andrea
Poli che una volta sembrava veramente un gran giocatore ma poi è finito maluccio. Vicino a lui troviamo la sua versione deluxe e cioè Nuri Şahin – sì,
QUEL Nuri Şahin – che dopo una vita nel Borussia Dortmund ha deciso di tornare
a casa perché alla fine si torna sempre dove si è stati bene. Dieci anni fa il Real Madrid lo prendeva per costruire il centrocampo del futuro e ora, a 33 anni
appena compiuti, la sua carriera è a un passo dal chiudersi sul mare di Antalya.
|
Ora scusate ci
prendiamo cinque minuti per piangere
|
Gaziantep | Gaziantep FK
Siamo ancora nella parte asiatica della
Turchia ma ci stiamo spostando verso est: Gaziantep è un grande centro dell’Anatolia,
a circa 150 chilometri da Aleppo e per questo è diventata uno snodo importantissimo
per le rotte migratorie che partono dalla Siria, trovandosi a dare riparo a circa mezzo milione di profughi siriani. Gaziantep è anche al centro della via dei pistacchi – ingrediente del Baklava, dolce tradizionale nato proprio a Gaziantep – e soprattutto vanta due gemellaggi non
da poco con le città di Firenze e Vibo Valentia.
|
Un logo molto ben riuscito con un'aquila che vola in una grossa G
|
A Gaziantep gioca la prima squadra che
incontriamo a non avere la desinenza -spor nel nome: stiamo parlando del
Gaziantep FK – da non confondersi con il fallito Gaziantepspor in cui è passato anche
Walter Zenga. La squadra non se la passa benissimo in Süper Lig ma può vantare
una difesa di tutto rispetto con il prodotto delle giovanili del Tottenham
Steven Caulker, il senegalese ex Chelsea Papy Djilobodji e soprattutto Alin
Tosca, centrale romeno passato nel Benevento di Roberto De Zerbi.
A fare compagnia a Tosca c’è l'elegantissimo Alexandru
Maxim, indimenticabile fantasista di Stoccarda e Mainz ma soprattutto un’altra
conoscenza della Serie A che è il centrocampista tedesco-kazako
Alexander Merkel, eterno giovane del Milan la cui carriera ha un che di mistico. Se siete invece appassionati delle serie inferiori inglesi sempre a
Gaziantep potete trovare Nouha Dicko, attaccante maliano che tra League One e
Championship ha segnato poco più di cinquanta gol in poco meno di dieci anni.
Non proprio la squadra dei vostri sogni ma in quanti altri posti potete godervi un baklava con i pistacchi allo stadio? Non molti.
|
A Merkel probabilmente piace il pistacchio
|
Giresun | Giresunspor
Da sud ci spostiamo velocemente a nord e
andiamo sul Mar Nero, per la precisione a Giresun. Non c’è molto da dire su
Giresun se non che nell'antichità si chiamava Kerasous e pare che questo abbia dato origine al nome latino delle ciliegie, Cerasus, che da qui vennero importate a Roma
nel 71 DC. Attualmente dall’area di Giresun si esportano anche nocciole e
manganese.
|
Secondo voi cosa rappresenta questo logo? Noi non capiamo
|
La squadra locale è il Giresunspor,
neopromosso in Süper Lig, attualmente in zona retrocessione e che, come la
città, non ha granché di interessante, limitandoci a qualche nome potete
trovare il russo Shapi Suleimanov, che pare abbia mentito sulla sua età ma è anche capace di segnare gol così. Insieme a lui troviamo
l’ex Catania e Leeds Souleymane Doukara, l’ex Leicester Fousseni Diabaté e un
prodotto delle giovanili del PSG che risponde al nome di Younousse Sankhare. Se
avete seguito l’Eredivisie o lo Sheffield United – o se ci avete fatto una
carriera a Football Manager – potreste ricordarvi anche dell’olandese Joel
Pelupessy. Tolti questi non c’è molto da dire, ma forse questo lo avevo già
detto.
|
Vi ricordavate che Doukara fosse così grosso?
|
Istanbul
Il nostro viaggio arriva dove forse volevamo
arrivare tutti, a Istanbul. Istanbul è il più grande centro culturale,
economico e industriale del paese. Diviso su due continenti, a Istanbul potete
trovare di tutto: dalla chiesa – poi moschea, poi museo e poi moschea – di Hagia Sofia alla torre di Galata, dalla
moschea blu ai vari bazar sparsi per la città. Se invece odiate la cultura e volete solo andare a vedere una
partita a Istanbul avete solo l’imbarazzo della scelta.
Fenerbahçe
|
Un logo che conoscete già, al centro c'è una foglia di quercia |
|
Se vi piace la qualità decadente probabilmente
il Fenerbahçe è ciò che fa per voi. Il Fenerbahçe è l’unica grande di Istanbul
proveniente dalla parte asiatica e tra le sue fila può vantare una selezione di
talenti a dir poco impressionante: tra gli ex giocatori della Serie A possiamo
trovare José Sosa, meglio noto come El Principito, passato da Milan e
Napoli con risultati scadenti, l’ex fantasista dell’Empoli Miha Zajc e la
meteora del Genoa – di cui ha indossato la maglia numero 10 – Sinan Gümüş. Se spostiamo il nostro occhio all’estero troviamo alcuni
profili di altissimo livello come l’ex Bayern Luiz Gustavo, l’attaccante
ecuadoriano Enner Valencia, che potreste aver visto al West Ham o anche il gioiello delle giovanili dello Schalke Max Meyer. Lo avete capito, stiamo girando intorno al punto per non ricordare un ormai sempre più
decadente Mesut Özil, finalmente tornato nella sua terra di orgine – forse in debito con il suo testimone di nozze – dopo aver fatto innamorare mezza Europa tra Real Madrid e Arsenal. A Kadıköy potete trovare tanta qualità ma il resto di Istanbul non vuole farsi
parlare dietro.
|
Il viso si è asciugato ma il sinistro è sempre lo stesso
|
Beşiktaş
|
Un altro logo famoso e molto semplice |
|
|
|
I campioni uscenti del Beşiktaş sono un
meraviglioso concentrato di ex campioni o presunti tali: in difesa possiamo
trovare la meteora del Barcellona Douglas e il vice campione
del mondo Domagoj Vida. Spostandoci a centrocampo possiamo goderci una mediana
formata da un altro campione decadente come Miralem Pjanić e la meteora romanista Salih Uçan ma non possiamo – e non vogliamo – fermarci qui: la trequarti dei campioni
in carica è un mix di casualità e qualità incredibile: sui due esterni troviamo
due ex Fiorentina come Adem Ljajić e Rachid Ghezzal e al centro il brasiliano
Alex Teixeira, passato dallo Shakhtar Donetsk e per qualche mese primo nella
classifica della Scarpa d'oro. A completare il reparto offensivo troviamo l'esterno, passato con scarsi risultati dal Tottenham, Georges-Kevin
N’Koudou e sopratutto Michy Batshuayi, venuto a svernare in Turchia dopo quattro prestiti dal Chelsea. Nel Beşiktaş potrete anche trovare due di quelli che ex promesse del calcio turco come Gökhan Töre, passato nelle giovanili del Chelsea e poi in giro per l'Europa con Amburgo, Rubin e West Ham, e Oğuzhan Özyakup, nato vicino Amsterdam e lanciato dall'Arsenal prima di trascorrere quasi un decennio a Istanbul con in mezzo un prestito al Feyenoord. Entrambi sono sembrati forti, o forse ci abbiamo solo sperato troppo noi.
|
Qui potete godere delle bellissime maglie del Beşiktaş |
Kasımpaşa
|
A me sembra un'ancora ma voi non fidatevi
|
Sempre nella Istanbul europea, troviamo il Kasımpaşa squadra dell'omonimo quartiere, che gioca allo Stadio Recep Tayyip Erdoğan – non è piaggeria, è che è nato proprio lì – e può schierare l’olandese ex Chelsea Jeffrey Bruma,
l’ex esterno del Monaco Nabil Dirar e soprattutto il francese Valentin Eysseric,
passato in Italia con le maglie di Hellas e Fiorentina. Se avete seguito un po' qualche realtà minore potreste anche ricordarvi di Nicolai Jørgensen, centravanti danese che ha fatto le fiamme al Feyenoord e il terzino kosovaro Florent Hadergjonaj, passato da Ingolstadt e Huddersfield. Per concludere a EURO2020 potreste aver visto un giocatore del Kasımpaşa, ossia l'ungherese Kevin Varga, che ha giocato dieci minuti nel 2-2 con la Germania che ha mandato, immeritatamente, a casa la squadra di Marco Rossi.
|
Non ci sono altre foto di Eysseric
|
Galatasaray
|
Un logo ancora molto celebre e forse il più minimal di tutti
|
Vicino al quartiere di Kasımpaşa c'è Galata, e Galata significa Galatasaray, squadra più titolata del paese e allenata dal
sempiterno Fatih Terim. Il club giallorosso ha molti nomi che abbiamo già visto
e conosciuto in Europa a partire dal portiere Fernando Muslera. La coppia di
esterni è formata dal nazionale olandese Patrick Van Aanholt e dall’americano
DeAndre Yedlin, passato dal Tottenham diversi anni fa senza mai vedere il
campo. La trequarti del Gala è ricchissima di talento, rigorosamente stagionato; abbiamo l’algerino Sofiane Feghouli, mercuriale esterno passato dal Valencia, ma
soprattutto una coppia di nomi che potrebbe farvi scendere una lacrimuccia: Arda Turan e Ryan Babel, due giocatori che nel
corso delle loro carriere sono arrivate ai massimi livelli del calcio europeo
per poi collassare su se stessi come delle supergiganti rosse. Due curiosità su Arda Turan: la prima è che su di lui pende una condanna a
due anni e otto mesi per lesioni e porto illegale di armi e la seconda è che anche per lui il testimone di
nozze è stato il presidente Recep Tayyip Erdoğan. A chiudere il reparto
offensivo del Galatasaray troviamo Mbaye Diagne, attaccante senegalese passato dal Bra, nella Serie D piemontese.
|
Un inossidabile Ryan Babel, il vero volto della Süper Lig |
Fatih Karagümrük
|
Qui abbiamo una pianta, non so quale però |
Sempre a Istanbul troviamo il mitologico Fatih Karagümrük, club a conduzione familiare, con le divise autoprodotte e uno dei
tecnici italiani emergenti più interessanti, Francesco Farioli. Immergersi
nella realtà del Fatih Karagümrük è l’equivalente calcistico dell’LSD. In porta
troviamo un personaggio storico della Serie A come Emiliano Viviano, davanti a lui la
coppia centrale è formata da due ex romanisti come Mehdi Benatia ed Ervin Zukanović con la meteora
interista Caner Erkin – ve lo ricordate vero? – sulla sinistra. Già questi nomi potrebbero bastare ma se
ci fermassimo qui non saremmo intellettualmente onesti: la mediana è formata da
Lucas Biglia e Andrea Bertolacci – che sei anni fa passava al Milan per venti milioni – e sull’esterno possiamo trovare
nientepopodimeno che Fabio Borini, c’è molta Italia e soprattutto molto Milan. Per completare la nostra personale discesa agli inferi c’è un attacco che può contare su un talento mancato
come Emre Mor, che ricorderete al Borussia Dortmund, il nigeriano idolo di FIFA
Ahmed Musa e altre due meteore del calcio italiano – secondo voi potevamo aver finito? – come Yann Karamoh, uno di quei giovani mai ben capiti dall'Inter, e Aleksandar Pešić, attaccante dell’Atalanta prima che diventasse mainstream. Questa
squadra sembra uscita da un romanzo distopico, in cui il quartiere di Fatih
diventa un gigantesco centro di recupero di calciatori in declino, ma in realtà ha fatto grandi cose,
arrivando ottava al suo debutto in Süper Lig e attualmente tra le prime quattro
in classifica. Inoltre su Francesco Farioli
– che è bravo veramente
– potete trovare una bellissima analisi tattica. Naturalmente in turco.
|
Riconoscete qualcuno?
|
Istanbul Başakşehir
|
Una grande B, viva la semplicità
|
Siamo arrivati all’ultima squadra di Istanbul
– ma non di Turchia, tranquilli – ossia l’Istanbul Başakşehir, erroneamente
indicata come la squadra di Erdoğan – che comunque ha giocato nella partita inaugurale del loro stadio e visto ritirare la maglia numero 12 in suo onore
– e campione di Turchia nel 2020. Il Basaksehir non se la passa benissimo e per
cercare di svoltare la stagione ha deciso di prendere un nuovo attaccante che
risponde al nome di Stefano Okaka. Rispetto agli anni d’oro in cui allo Stadio
Fatih Terim si potevnano vedere dei giocatori
come Demba Ba, Robinho, Emre e Arda Turan, i gufi si sono ridimensionati non
poco ma possono ancora contare sul bosniaco Edin Višća, che presto riceverà una
statua in suo onore,
e sul nazionale belga Nacer Chadli; di quest’ultimo ricordiamo delle esperienze
con Tottenham e Monaco e una brevissima comparsata durante Italia-Belgio a
EURO2020.
|
Il gufo grigio Stefano Okaka
|
Izmir
Lasciamo il Bosforo per tornare sul mare e per
la precisione a Izmir, a noi nota come Smirne. Smirne è il primo centro
portuale del paese, ha ospitato i giochi del Mediterraneo e soprattutto ha
perso contro Milano la corsa all’Expo 2015. Se volete la modernità potete
visitare il quartiere di Bayraklı, così vi sembrerà di essere finiti a Dubai,
altrimenti potete dedicarvi alla visita delle sette chiese dell’Apocalisse, che
sorgono tutte nei dintorni di Smirne,
o alla biblioteca di Efeso. Ah, vicino a Smirne potete anche trovare il volto di Atatürk scolpito in una montagna.
Göztepe
|
Originale ma si può fare di meglio
|
È interessante notare come a Smirne ci siano
due squadre
– sarebbero state quattro ma due, Apollon Smirne e
Panionios, erano nate sotto il controllo greco e sono finite in Grecia dopo il genocidio del 1922
– e questo la rende l’unica città al di fuori di Istanbul ad avere due squadre
in Süper Lig: il Göztepe e l’Altay. Il Göztepe non ha grandi nomi conosciuti in
Europa, tranne forse il nigeriano Brown Ideye che potreste aver visto con
Olympiacos, Dinamo Kiev e WBA, ma sulla sua panchina può vantare uno dei
personaggi più interessanti del calcio mondiale. Stiamo parlando dell’anglo-serbo
Nestor Jevtic – o meglio, Nestor El Maestro, visto che così si è fatto
registrare all’anagrafe – che nella sua carriera ha svolto ruoli da vice
allenatore in Germania, Austria e Spagna prima di finire allo Spartak Trnava
con cui ha vinto il suo primo trofeo in carriera. Potremmo scrivere altre
duemila parole su Nestor El Maestro ma il Guardian ci ha già pensato tre anni fa.
|
Nestor El Maestro
|
Altay
|
Un altro logo semplice, apprezziamo
|
L’altra metà di Smirne è rappresentata
dall’Altay, squadra bianconera che può contare sul cileno ex Triestina César Pinares. Tra i nomi più interessanti troviamo Ahmed Rayan, attaccante egiziano con un passato nel Ceramica Cleopatra, un trentasettenne portoghese di nome Marco Paixão – la cui carriera merita una menzione – il gabonese ex Bourdeax Andre Biyogo Poko, a centrocampo. Vorremmo
aggiungere altro ma veramente non c’è molto da dire se non che in Süper Lig stanno andando bene, quindi possiamo anche sperare di vederli in Europa nella prossima stagione. |
Marco Paixão ha segnato un solo gol: nel derby contro il Göztepe |
Kayseri | Kayserispor
Dal mare ci spostiamo al centro dell’Anatolia,
ai piedi del vulcano Erciyes dove sorge la città di Kayseri. Kayseri è stato
uno dei centri che è cresciuto più rapidamente nella storia del paese, al punto da aver aperto 193 nuove fabbriche in un solo giorno.
|
Qui potete vedere il monte Erciyes |
Molto simile a una fabbrica è il Kadir Has Stadium, casa del Kayserispor. I tifosi del Kayserispor possono ritenersi molto
fortunati in quanto la loro squadra è, a oggi, l’unica squadra turca insieme al
Galatasaray, ad aver conquistato un trofeo internazionale, che nel loro caso è
la mitologica coppa Intertoto, vinta nel 2006 insieme ad altre dieci squadre
tra cui il Newcastle, Olympique Marsiglia ed Hertha Berlino. Da Kayseri è anche
passato il leggendario Robert Prosinečki, che ha allenato il club giallorosso
per ben due stagioni salvo poi
andarsene per problemi sul mercato. Al Kayserispor possiamo osservare la
definitiva marcescenza del portoghese Manuel Fernandes, fantasista visto in giro per l’Europa e cugino dell’ex Chievo Gelson Fernandes e dell’ex Genoa Cabral. Tra gli altri troviamo il
nazionale svizzero Mario Gavranovic, autore di un gol leggermente importante per la nazionale svizzera, l’ex Empoli e Juventus Mame Thiam e soprattutto Gustavo
Campanharo, ventinovenne brasiliano passato dal Red Bull Bragantino che non ha
niente di rilevante se non il nome e un insignificante passaggio
all’Hellas.
|
Se non vi ricordate di Campanharo non è un problema
|
Konya | Konyaspor
Spostandoci a sud-ovest da Kayseri troviamo
Konya, una città che non ha moltissimo da dirci se non che è abitata da quasi
quattro millenni, che vicino alla città sorge il più grande sito di produzione
di energia solare e che vi sorge un museo dedicato a una delle case di Atatürk – ce ne sono altri ad Antalya e a Salonicco.
|
Un'aquila a due teste ma non siamo in Albania
|
La squadra locale è il Konyaspor che, per qualche strano motivo, ha in rosa ben 8 giocatori provenienti dalle repubbliche ex jugoslave e di questi 4 provenienti dalla sola Bosnia. Troviamo anche due giocatori con nomi molto belli come
Amir Hadžiahmetović e
Amar Rahmanović. Il reparto offensivo si affida all’egiziano
Ahmed Hassan, ex attaccante del Braga anche conosciuto come Kouka. Intorno a lui girano il kosovaro
Zymer Bytyqi – anche questo un nome molto bello – e soprattutto una vecchia conoscenza della serie A quale
Paul-José Mpoku, esterno congolese
molto bello da vedere e fratello del nuovo centrocampista dell’Arsenal Sambi-Lokonga. Non hanno gli stessi cognomi? Ma vi importa veramente?
|
Non abbiamo mai smesso di crederci veramente
|
Malatya | Yeni Malatyaspor
Nella parte orientale dell’Anatolia troviamo Malatya.
Se andate a Malatya la cosa che potreste trovare più facilmente sono le albicocche, che da questa zona vengono esportate in tutto il paese e in tutto
il mondo. Non è difficile immaginare che a Malatya si possa tenere un festival delle albicocche, diventa più difficile immaginarsi che vi siano anche un festival
dell’uva e un festival delle ciliegie. Tolto questo di interessante su Malatya c’è
da dire che ha dato i natali ai gemelli Altıntop e al lupo grigio Mehmet Ali Ağca.
|
Le albicocche non potevano mancare
|
La squadra di riferimento di Malatya è lo Yeni
Malatyaspor, club gestito dal comune e con una maglia giallorossa – una di queste ricordava molto una maglia di una squadra italiana
– che fino a questa estate aveva potuto vantare tra le sue fila una leggenda
del calcio italiano come Afriye Acquah. Acquah è andato in Arabia Saudita ma
non disperate, potete sempre rifarvi con l’ex difensore della lazio Wallace e
il centrocampista Didier Ndong, passato dal Sunderland in Premier League. Se
proprio non vi bastano c’è il ghanese Benjamin Tetteh, ormai ex giovane portato
in Europa dallo Standard Liegi e persosi in giro per la Mitteleuropa prima di
finire nella ridente Malatya, de gustibus…
|
Un sorridente Wallace che firma il suo contratto in giallorosso
|
Rize | Çaykur Rizespor
Torniamo sul Mar Nero e andiamo a Rize, una
città che si trova schiacciata tra il mare e le montagne. Fino agli anni 50 Rize era una città che non aveva nulla da offrire, poi è arrivato il tè che ha risollevato i destini della città e ora potete trovarlo più o meno ovunque. A Rize potete trovare un bellissimo castello medievale in
rovina e soprattutto un’università intitolata a Erdoğan, che a Rize ha speso parte della sua infanzia.
|
Qui invece abbiamo una pianta di tè
|
Il tè è talmente importante nella vita degli
abitanti di Rize che persino la squadra locale, il Rizespor, ha l’immagine di
una pianta di té nel suo stema. Ma soprattutto ha inserito nel nome il suo
sponsor, Çaykur, non dovreste stupirvi se vi dicessi che è un'azienda che produce tè.
Rize è un posto molto particolare e non stupisce che alcuni ex della nostra
Serie A abbiano trovato in questa città qualcosa che rimandi all’Italia: due di
questi formano la mediana del Rizespor e sono il croato Damjan Djokovic e il
francese Bryan Dabo, rispettivamente passati da Cesena e Fiorentina. Tra gli
altri nomi ricordiamo Loïc Remy, bellissimo attaccante visto sia in Francia che
in Inghilterra e il finlandese Joel Pohjanpalo, eterna promessa del Bayer
Leverkusen stroncata da dei muscoli troppo fragili per sostenere il suo
talento. Ma tranquilli, si può fare sempre di meglio. Se hai una finta che porta il tuo nome devi essere stato qualcuno e in un certo senso vedere Yannick
Bolasie a Rize lascia un po’ quella sensazione di vuoto per qualcosa che forse
è finito troppo presto. Veramente troppo presto.
|
Loïc Remy perché non ci sono foto di Bolasie
|
Sivas | Sivasspor
Siamo nel cuore dell’Anatolia in uno dei tanti
poli industriali della zona. A Sivas potete trovare delle bellissime madrase,
un bellissimo bagno turco in stile ottomano,
delle terme ma soprattutto il Sivasspor.
|
Non poteva esserci altro che delle S
|
Non c’è molto da dire sul Sivasspor se non che
la sua trequarti può sfoggiare due bellissimi giocatori come l’elegantissimo marocchino
Fajçal Fajr, visto in Spagna con la maglia del Getafe e soprattutto Max-Alain
Gradel, esterno ivoriano lanciato dal Leicester ed esploso con il Saint-Etienne. Merita una menzione anche Ola Kayode, attaccante nigeriano passato
per caso nel Manchester City, che con l’Austria Vienna segnò in un lisergico 3-3 contro la Roma in Europa League e attualmente di proprietà dello Shakhtar. In
estate purtroppo hanno salutato due giocatori molto diversi tra loro ma a loro
modo iconici come Isaac Cofie e Arouna Koné. Un vero peccato.
|
Un elegantissimo Fajr nella scorsa Europa League
|
Trabzon | Trabzonspor
L’ultima tappa del nostro viaggio è sul Mar
Nero ed è Trabzon o, se preferite, Trebisonda. Trebisonda ha una storia
millenaria e in città potete trovare la bellissima ex basilica di Santa Sofia e
le rovine delle mura della città, gran parte inglobate in una zona militare e
pertanto inaccessibili. Un gran peccato.
|
Una T e una S, molto semplice
|
Trabzon significa anche e soprattutto Trabzonspor e
Trabzonspor significa la regina del mercato estivo 2021. Il Trabzonspor è in
lotta per il titolo e nella lotta ha coinvolto personaggi di altissimo spessore
a partire dalla difesa in cui può schierare l’ex romanista Bruno Peres e l’ex
Fiorentina Vitor Hugo, con un raffinato prodotto della Masia come il portoghese
Edgar Ié e l’olandese, passato da Bologna, Stefano Denswil. A centrocampo il
livello rimane altissimo grazie alla presenza di una leggenda del Napoli come Marek Hamšík, affiancata da un talento raffinato come Yunus Mallı, già visto diffusamente in Germania. Insieme a loro abbiamo anche bellissimi nomi come
Anthony Nwakaeme, Djaniny e Anastasios Bakasetas. Manca ancora qualcosa? Decisamente, e
infatti abbiamo un inossidabile Gervinho a seminare il caos sull’esterno e
sopratutto il vichingo Andreas Cornelius, già visto con Parma e Atalanta, a fare
il bombardiere in mezzo all’area. Proprio da Cornelius è arrivato l’unico gol
nel play-off di Conference League che il Trabzonspor ha giocato contro la Roma:
sono usciti dalla coppa ma rimarranno sempre nei nostri cuori.
|
L'arrivo di Gervinho e Bruno Peres è stato commovente
|