| Federico Sborchia | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana...
A poche ore dal via ufficiale al campionato, un primo verdetto-aspettando i sorteggi champions delle 18-arriva dalla spagna:il Napoli è fuori dalla Champions. "La stampa" ci offre un resoconto dettagliato della gara di ieri. E stasera Inter e Torino!
Il Napoli è fuori dalla Champions League. Gli orrori di una difesa-colabrodo condannano la squadra di Benitez che, pure, aveva trovato ad inizio di ripresa il prezioso gol del vantaggio con Hamsik. Gli spagnoli tornano così in Champions dopo 16 anni di assenza, mentre gli azzurri `retrocedono´ tristemente in Europa League.
La squadra di Benitez mostra limiti tecnico-tattici e caratteriali molto preoccupanti. Nel primo tempo gli spagnoli mantengono il predominio del gioco ma il Napoli, più o meno, riesce a contenere gli attacchi dell’Athletic che si rende pericoloso solo in un paio di circostanze.
All’inizio della ripresa poi il gol di Hamsik rompe l’equilibrio della partita. Gli spagnoli subiscono chiaramente la botta ed il Napoli diventa, ma solo per qualche minuto, padrone del campo. Poi ci pensa la difesa partenopea a “regalare” agli avversari, in pratica, tutti e tre i gol che danno la qualificazione al Bilbao. L’Athletic, comunque, mantiene le promesse fatte alle vigilia da Valverde e cerca da subito con insistenza la strada del gol per chiudere il conto con gli avversari. Evidentemente agli spagnoli lo 0-0, che pure li qualificherebbe per la Champions League, interessa poco.
Il Napoli nella prima frazione di gioco soffre per l’inconsistenza di alcuni suoi giocatori che appaiono spaesati, non riescono mai ad entrare nel vivo del gioco. Jorghino, ad esempio, dovrebbe dettare i temi dell’azione per la sua squadra, ma è un compito che l’italo-brasiliano non riesce mai a svolgere. Per non parlare della parte difensiva del suo compito, quello di presidiare, assieme a Gargano quando ne ricorrano le circostanze, l’area di rigore per dare una mano alla difesa. Jorghino è fuori posizione e fuori condizione ed i baschi ne approfittano.
Gli esterni del Napoli, Callejon e Mertens sono costretti a rincorrere gli avversari di fascia ma non si rendono utili né in fase difensiva né in quella offensiva.
In certe partite, però, la tattica finisce per contare poco. Ci vogliono attributi diversi, vale a dire la forza morale, la concentrazione, la compattezza, tutto quello che al San Mames il Napoli non ha dimostrato.