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Viaggio in Turchia

|  Federico Sborchia  | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede

Profiling Mkhitaryan e Sanchez

Il 22 gennaio 2018 Arsenal e Manchester United annunciavano il completamento dello scambio tra Alexis Sanchez ed Henrikh Mkhitaryan. Diciotto mesi dopo i due si troveranno a giocare in Serie A rispettivamente con Inter e Roma dopo che United e Arsenal hanno reputato non più utile la loro permanenza. 



L'arrivo di Sanchez ai Red Devils è stato oggetto di una lunga telenovela di mercato in cui il cileno, prossimo alla scadenza di contratto con l'Arsenal, aveva quasi ultimato il passaggio al Manchester City in due occasioni: la prima nell'estate 2017 e la seconda proprio nel gennaio 2018. Allettato dalla ricchissima proposta dei Red Devils - da 350mila sterline a settimana - e incerto sullo spazio che avrebbe potuto trovare nell'affollatissimo reparto offensivo del City, il cileno ha alla fine scelto di andare alla corte di Mou. Le aspettative sul Niño Maravilla erano altissime visti i numeri strabilianti avuti all'Arsenal - 80 gol e 45 assist in 166 presenze - e nella testa di Mourinho questi si sarebbe dovuto inserire alla perfezione in un reparto offensivo già arricchito dall'arrivo, nell'estate precedente, di Romelu Lukaku. La parentesi Mancunian di Sanchez è stata a dir poco disastrosa e ha lasciato la sensazione di un giocatore demotivato e spuntato, come dimostrano i soli 1.7 tiri per 90' - all'Arsenal erano 3.8 - in un anno e mezzo, convertitisi poi in soli cinque gol in 45 presenze. Antonio Conte dovrà essere bravo a rilanciare, forse più mentalmente che non tecnicamente, il cileno per ritrovare il giocatore dominante visto nei tre anni e mezzo di Arsenal. All'Inter Alexis Sanchez ritroverà anche Romelu Lukaku - a sua volta uscito da una stagione deludente con il Manchester United - e per entrambi sarà decisivo ritrovare la voglia di incidere per dimostrare di non essere i giocatori fin troppo spenti visti a Old Trafford. 


Il passaggio di Henrikh Mkhitaryan all'Arsenal è stato senza ombra di dubbio meno negativo di quello di Sanchez allo United ma non tale da permettere all'armeno di confermare la sua permanenza a Londra anche nella nuova stagione. L'attuale capitano della nazionale armena è approdato all'Arsenal dopo una stagione di fuoco e fiamme con il Borussia Dortmund - 11 gol e 20 assist in 31 partite - e una stagione e mezza meno brillanti con il Manchester United. L'impatto con la realtà dell'Arsenal ha giocato molto a favore di Mkhitaryan che infatti si è subito trovato a proprio agio con il gioco di Wenger, producendo 2.4 tiri e 1.8 passaggi chiave per 90' che poi si sono tramutati in 3 gol e 6 assist nelle sue prime 11 presenze in Premier League.


Con il cambio in panchina lo spazio riservato all'armeno si è ridotto ma le assenze ripetute di Özil gli hanno permesso di mantenere una certa continuità anche di rendimento, facendo registrare 2.7 passaggi chiave e 1.6 tiri per 90' in 25 presenze in Premier League e portando a referto 6 gol e 4 assist. Nonostante dei numeri abbastanza positivi, Mkhitaryan non è riuscito a dare l'impressione di essersi calato adeguatamente nel gioco di Emery, che infatti ha deciso di non puntare ulteriormente su di lui mandandolo alla Roma. Nella Capitale l'armeno troverà una squadra desiderosa di rilanciarsi e in cui probabilmente non faticherà a imporsi come titolare, trovando senza dubbio meno concorrenza nel ruolo di quanta ne aveva all'Arsenal.

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