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Viaggio in Turchia

|  Federico Sborchia  | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede

De Ligt, il giovane leader

| Simone Maloni |

"Esiste un colpo più esaltante di De Ligt?"



Per il ruolo che ricopre è dimensionato in un upgrade spaventoso. La parte più massiccia della sua struttura è però relativa agli arti bassi, dai fianchi in giù. Lo si nota bene quando abbassa il baricentro per caricare la forza nelle gambe e scattare. È molto rigido con la schiena, troppo forse, ha un che di Michael Johnson nella corsa che sembra non favorirne la progressione.
Sembra, perché invece la capacità di recuperare lo spazio e il tempo in situazioni limite è una delle sue skills  più evidenti. Ma per essere davvero efficace nell’indirizzare quella massa corporea in velocità e nel punto esatto, non basta una quantità di fibre bianche maggiori, occorre senso del gioco e propriocezione perfetta.



Emoziona davvero il suo modus operandi in campo. Sembra sempre concentrato ad esprimere la sua intelligenza calcistica, forse più dovuta all’allegria del sistema Ajacide. Molti dei suoi magnifici recuperi da hypetubo sono dovuti a Blind distante dieci metri. La sua innata voglia di strafare forse parte da una necessità che però nella zona pura di Sarri dovrà indirizzare meglio.

Quando rompe la linea per cercare l’anticipo (che trova 8 volte su 10) sembra il primo spartano che esce dallo schieramento per liberare la traiettoria a Leonida intento a scagliare la sua lancia. 
Ecco, questa è una cosa che muoio dalla voglia di vedere. I suoi sganciamenti dalla linea Sarriana  iper vicina nei suoi componenti. Fantastica la sua capacità di capire i momenti della marcatura e le necessità.
L’ avversario lo conoscete, è uno che se ti sfida in velocità non è una good vibration.
Il lavoro con il corpo e la postura ad indirizzare Kylian sono perfetti.
Adesso Mbappè sà che, nonostante la sua velocità, non può sfidare de Ligt così arrogantemente in svantaggio di 1,5 metri.


Capitolo personalità: infiamma gli animi



Abbiamo tutti visto come sia capace di guidare un’intera città durante la premiazione per il campionato vinto con l’Ajax. Ma stiamo guardando il dito invece della Luna.
Quello che commuove è la sua attitudine. Ed è qui che si separano i campioni dai talenti generazionali. Quanti diciannovenni telefonano al futuro Mister per conoscerne i metodi e le idee?

Nella conferenza di presentazione a Torino dimostra di conoscere la storia e l’evoluzione della Juve ma di tutta la scuola difensiva italiana. Questo porta a pensare ad un vero studioso della propria materia (come ha detto Raiola, il suo agente), che cerca nell’esperienza e nella storia la strada su cui costruire la propria legacy. Insieme alle nobili origini calcistiche dovrebbero garantire un tessuto su cui installare una crescita potente e graduale ma senza esagerare con le restrizioni.

Il suo impatto sul mondo Juventus è molto importante. 
È a tutti gli effetti il punto principale da cui poi far sbocciare il calcio di Sarri, il suo primo attaccante.  
La nuova filosofia arrivata con Sarri prevede un grande coinvolgimento del perno basso del centrocampo: come era Jorginho prima sarà Pjanic o Rabiot adesso, concetto ribadito dal nuovo tecnico bianconero in conferenza. Si può quindi ipotizzare una rinuncia al lancio lungo per favorire un fraseggio più stretto e dinamico dal basso. 
Questo è un tema tattico che de Ligt ha già nel suo database, in aggiunta ad una spiccata self confidence, garantisce un primo appoggio sicuro e anche rischioso se necessario.

Capitolo 3-4-3


Un vero peccato quel “Never" di Sarri a chi chiedeva un eventuale linea a 3 dietro, 
un peccato perché invece credo che il giornalista avesse ragione nel porre la domanda.
Non si discute la magnifica linea a 4 di Sarri con i suoi grandiosi movimenti, ma l’esplosività di de Ligt e la sua determinazione possono creare qualcosa di diverso.
Con accanto Chiellini, mutando l’idea Allegriana di Emre Can che scala dietro, potremmo ritrovarci con 7 giocatori offensivi in costante proiezione con i laterali che rimangono in appoggio offensivo ai lati dei due di centrocampo. 
Non uno schema base, ma un’opzione a partita in corso e in determinate situazioni.
Sarri è stato chiaro e netto, ma resto personalmente con l’impressione che una volta oliati i meccanismi e portata in forma la squadra, sia una soluzione di cui non mi priverei a priori.

Insomma, no, forse non esiste colpo più esaltante di de Ligt alla Juventus.

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