| Federico Sborchia | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana...
Un estratto da "Una sporca storia", opera dell'autore cileno, scomparso nelle ultime ore.
Il grande Luis Sepúlveda amava alla follia il calcio. E dello sport in generale aveva una visione tutta sua. Una testimonianza di questa radicale passione è raccolta in un estratto di "Una sporca storia", opera pubblicata nel 2004:
Amo il football, il calcio, il pallone o come vogliamo chiamarlo. In Spagna faccio il tifo per lo Sporting Gijón e me ne vanto. Soffro per le sue difficoltà, ma mi emoziono davanti all'impegno delle giovani promesse che si formano nel suo storico vivaio. In America Latina sono un fanatico sostenitore del Chaco Forever, anche se la vecchia squadra non compare più nemmeno in serie C e gioca in campetti senza luci né spogliatoi. In Europa invece il mio cuore batte per la Roma, una squadra che, quando due anni fa conquistò lo scudetto, celebrò la vittoria con una festa popolare di due settimane che riportò l'allegria nella Capitale italiana incupita dalla sfacciataggine di Berlusconi. Amo lo sport degli sport, che ha per protagonisti uomini del livello di Kubala, Pelé, Luis Enrique, Maradona o Carlitos Cazelly, ma detesto profondamente i piccoli ruffiani che girano in Porsche e dicono frasi di due parole. Rivaldo merita un castigo esemplare dalla Fifa, che non arriverà perché "poderoso caballero es don Dinero". Quevedo sarebbe stato un tifoso del Valencia e, siccome don Francisco lo avrebbe fatto, sostengo che le uniche gambe che meritano di essere assicurate sono quelle di Maribel Verdú.