Di Luca Gregorio
Chiariamolo subito, non si può e non si deve parlare di crisi. La Juventus è semplicemente più normale dello scorso anno. Lo testimoniano le tre sconfitte in campionato e un gioco non sempre intenso e famelico come nella passata stagione. L'imbattibilità, però, permane in Champions e in coppa Italia e, anche per quello che riguarda il discorso scudetto, i bianconeri rimangono i favoriti. Non fosse altro perchè, sinora, le rivali si sono tolte punti a vicenda e hanno dimostrato meno continuità dei campioni d'Italia. Il valore di Lazio (13 risultati utili di fila) e Napoli (alla terza vittoria consecutiva) non è in discussione e mette pepe ad una stagione che sembrava già morta e sepolta a fine dicembre e che invece si è riaperta improvvisamente grazie anche al ruolo recitato da Sampdoria e Parma contro la Juve. Conte deve mettere una pezza agli infortuni, gestire le risorse in un calendario sempre molto affollato e guardarsi dagli scontri diretti in trasferta che i bianconeri dovranno affrontare nel girone di ritorno (Napoli, Lazio, Inter e Roma). Il margine in classifica non è rassicurante, ma lascia la Juventus ancora nel ruolo di lepre e con la possibilità di mettere sempre pressione sulle inseguitrici. La ripresa a metà febbraio della champions è una bella incognita, emotiva e tecnica, ma è più che palese che serva un rinforzo in attacco. I numeri sembrerebbero smentire questa impressione (secondo attacco della serie A dietro solo alla Roma), ma le statistiche dicono anche che ai bianconeri servono otto tiri per fare un gol. In più, gli attaccanti hanno prodotto 19 reti, ma il centrocampo ne ha portate in dote 18. Un dato che esalta le qualità di un centrocampo tonico e a vocazione anteriore, ma che al contempo evidenzia l'assenza di un bomber vero in area di rigore. Insomma, soprattutto in coppa la necessità è quasi un'urgenza per sperare di arrivare almeno in semifinale. La Juve può contare comunque sulla certezza di essere diventata una grande squadra, sulla capacità di creare sempre numerose palle-gol (come accaduto anche contro Samp e Parma) e sulla profondità di una rosa che non ha eguali in Italia. La piccola flessione dei campioni in carica riconsegna a milioni di tifosi l'interesse verso un torneo che sembrava già scontato. Col risultato che questo rallentamento sia quasi una benedizione per tv, sponsor e giornali. Oltre, naturalmente, ad alimentare le speranze di rimonta di chi insegue...