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Viaggio in Turchia

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Il Frosinone al passo coi tempi

| rio_alve |

Giocare in uno stadio nuovo, pronto ad ospitare grandi atmosfere. Sono queste le ambizioni del nuovo Frosinone.


Un prato verde incolto, una tribuna in cemento costruita negli anni ’90, una copertura in metallo crollata e ripiegata su sé stessa e in un’epoca recente anche mercato, sì un grande mercato, di quelli classici con gli ortaggi e le signore in fila a fare la spesa. Ora, dopo oltre un anno di lavori e un investimento di oltre venti milioni di euro la stessa area ospita la nuova casa del Frosinone Calcio, lo stadio Benito Stirpe, inaugurato il 28 settembre al cospetto delle più alte cariche dello sport italiano. Motore dell’operazione il presidente della società canarina Maurizio Stirpe, figlio di quel Benito che nel 1965 prese le redini della società ciociara e a cui ora è intitolato l’impianto sorto sulle ceneri del Casaleno.


Dal 1932 fino alla fine di settembre di quest’anno però le gare interne dei ciociari erano state giocate al Civico Stadio Comunale, meglio noto come Matusa, stadio dotato inizialmente di una semplice tribuna in cemento e collocato in una zona periferica del capoluogo. Nel secondo dopoguerra la città crebbe in maniera incontrollata fagocitando l’area occupata dall’impianto da calcio al punto che le nuove palazzine erano a pochi metri dalle tribune, soprattutto quella ospite, realizzate in tubi Innocenti. Di qui la necessità di spostarsi in un’altra zona della città, quella del Casaleno per l’appunto.


Le importanti aspirazioni della dirigenza e la lungimiranza dell’amministrazione comunale hanno fatto il resto: il Benito Stirpe è uno stadio moderno, all’inglese, senza barriere tra tribune e campo, ha oltre 16.000 posti, un’ampia sala stampa, una palestra, uno store e un’area commerciale di 4000 metri quadri. I seggiolini, un po’ come da tendenze più recente, hanno colori diversi ma vi si rintraccia una chiara predominante gialloblu, colori del sodalizio ciociaro. 

Chiara l'ispirazione al vecchio stadio del City, il Maine Road
Il nuovo impianto è il terzo per capacità dell’intera regione dopo l’Olimpico ed il Flaminio, entrambi a Roma, ed è il quarto stadio di proprietà in Italia (al quale si è poi aggiunto lo Stadio Atleti Azzurri d’Italia acquistato in estate dall’Atalanta). Il raggiante presidente Stirpe, che con la sua squadra può vantare diritti di superficie per 45 anni sulla struttura, durante la conferenza stampa di presentazione ha dichiarato che oltre all’obiettivo di dare finalmente una casa al Frosinone punta ad ottenere un aumento di ricavi di un buon 20% consentendo così alla società quell’autonomia finanziaria necessaria per autosostenersi e puntare a traguardi più ambiziosi.


Il 2 ottobre si è disputata la prima storica partita nel nuovo impianto impreziosito da una cornice di oltre 13.000 spettatori. Il Frosinone è stato bloccato sullo 0-0 dalla neopromossa Cremonese ma la cronaca ed il tabellino per una volta possono lasciare spazio alla gioia ed alla festa per questo passo storico della società frusinate e del calcio italiano in genere.
Al Matusa è romanticamente destinato l’oblio della dismissione ma non della dimenticanza. Smontate le parti tubolari, demoliti i distinti, mantenuta e riadattata la parte più antica, l’area sarà destinata, a mantenimento della sua vocazione ludica, a nuovo parco urbano. Niente costruzioni e niente palazzi. Del resto è qui che si fatta la storia del Frosinone Calcio.

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