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Viaggio in Turchia

|  Federico Sborchia  | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede

Sarri bianconero

| Alessio Sirna |

È una notizia che sa di rivoluzione, ma anche di rischio; la scelta di Maurizio Sarri, infatti, mette inevitabilmente in evidenza la voglia da parte della dirigenza bianconera di un cambio di rotta, di un cambio radicale del modo di pensare juventino: vincere è sì l’unica cosa che conta, ma giocando un calcio soddisfacente e divertente.
La stagione della Juventus sarà determinante, se non addirittura decisiva. Con l’investimento fatto l’anno scorso, la tanto agognata Champions non è arrivata e Cristiano Ronaldo ha un’età per la quale la prossima stagione diventa probabilmente l’ultimo proiettile per centrare il bersaglio.
L’unica cosa veramente certa, è che il tecnico napoletano sia profondamente diverso da Massimiliano Allegri. 



Innanzitutto, Sarri si propone di dominare la partita e di esprimere il suo gioco in ogni fase del match, mentre l’allenatore livornese accetta anche alcuni momenti in cui la squadra deve subire l’inerzia della squadra avversaria e adattarsi alle mosse di essa. Due filosofie diverse, ma efficaci.
Difensivamente, il calcio di Sarri esige una linea alta, che mantenga sempre una distanza massima di 15 metri dalla punta e che accompagni i centrocampisti nel pressing. Quando il portatore di palla scarica il pallone indietro, la linea difensiva tende a salire e addirittura a spingersi fino alla metà campo.
Fondamentali nel meccanismo difensivo sarriano sono la trappola del fuorigioco e la presenza di un "portiere-libero" alle spalle dei difensori, che sia affidabile tra i pali e che sia in grado di coprire gli spazi dietro la linea difensiva senza paura di uscire anche 15 metri fuori area. In questo si identifica una delle principali differenze con Allegri: negli ultimi anni la Juventus ha adottato il pressing in maniera selettiva, esclusivamente in particolari fasi del match, alternando momenti in cui preferiva mantenere un baricentro medio-basso. 
In fase di possesso, le squadre di Sarri tendono a preferire un fraseggio orizzontale, molto dinamico e basato su tocchi di prima che invitano al pressing gli avversari. Così facendo, si creano spazi in mezzo al campo nei quali si inserisce un terzo uomo che viene poi servito tramite un lancio lungo o un passaggio filtrante. Inoltre, la manovra punta molto sulla costruzione del gioco da dietro, incentrato sui centrali, uno con maggiori doti di marcatura (come lo sono stati Koulibaly e Rudiger, e come lo sarà Chiellini) e uno di impostazione (come David Luiz prima e Bonucci poi), e sulla sovrapposizione dei due terzini, ai quali gli esterni lasciano la corsia libera convergendo verso l’interno del campo.

(disposizione in fase di non-possesso, grafica di AssoAnalisti)

Tuttavia, imprescindibile nel gioco di Maurizio Sarri è il vertice basso di centrocampo, con il compito di dettare i tempi di gioco, individuare gli spazi e dare indicazioni ai compagni sui movimenti per poi servirli quando liberi. Con tutta probabilità, sarà Pjanic a dover svolgere questo ruolo e adattarsi a esso, mentre sia Matuidi sia Can sembrano avere tutte le carte in regola per incarnare perfettamente il ruolo della mezz’ala d’interdizione, indispensabile per lo sviluppo dell’azione voluto da Sarri. Per intenderci, quel ruolo svolto con ottimi risultati da Allan e Kanté, che richiede ottime capacità difensive e di inserimento. Al contrario, sembra mancare nel centrocampo juventino un giocatore in grado di svolgere il ruolo di Hamsik e Barkley, quel centrocampista avanzato che da un momento all’altro può tirar fuori la giocata decisiva dal cilindro. Ecco allora che il profilo più esatto sarebbe quello di uno alla Milinkovic-Savic o alla Pogba, i quali andrebbero a far fare alla rosa bianconera il (forse) decisivo salto di qualità. Rispetto ad Allegri, è evidente che Sarri prediliga un possesso palla estremamente più rapido e maggiormente improntato su verticalizzazioni nelle zone centrali del campo, lasciando però le fasce abbastanza scoperte. La manovra tipica delle squadre di Sarri, infatti, non prevede molti cross in area, di conseguenza la squadra dovrà adattarsi a questa nuova concezione, abbandonando quella precedente: Allegri, infatti, lavorava molto sul popolamento delle fasce e del centro area, per poi concludere l’azione con un cross spesso partito dai terzini o dagli esterni.


Per quanto riguarda la fase offensiva, e più precisamente gli ultimi 20/30 metri, Sarri è quel tipo di tecnico che a suo dire “lascia molta libertà negli ultimi metri di campo” e che “cerca di valorizzare al meglio le caratteristiche dei giocatori che possono fare la differenza”. In verità non possiamo essere certi di cosa Sarri chiederà ai suoi attaccanti, ma possiamo ipotizzarlo. Quasi sicuramente verrà richiesto alla punta (o comunque al falso 9) di abbassarsi a ricevere palla dai centrali, facendo sì che il difensore lo segua e si apra uno spazio in mezzo alla difesa, nel quale poi servire il terzo uomo.
La preoccupazione principale del tecnico napoletano sarà di creare intorno a Cristiano Ronaldo le condizioni tattiche ideali, e nel frattempo valorizzare i vari Bernardeschi, Douglas Costa, oltre a dover recuperare Dybala, che potrebbe addirittura essere il partner ideale per CR7. C’è poi da sciogliere il nodo legato ad Higuain: l’argentino, come detto anche dall’agente, non sembra intenzionato a lasciare la Continassa, tuttavia il suo stipendio grava terribilmente sul bilancio bianconero e, come se non bastasse, il giocatore sembra in fase calante e sfiduciato dalla dirigenza. Il fatto che Sarri abbia detto che “dipenderà da lui”, lascia pensare che la sua cessione potrebbe non essere uno scenario inevitabile.
Dopo aver adottato all’Empoli un 4-2-3-1 sorprendente, al Napoli un 4-3-3 tutto corsa e dinamismo, e al Chelsea un modulo analogo, pur mascherato prima con un 4-4-2 poi con un 4-5-1, alla Juve Sarri avrà numerose alternative: partendo sempre da una difesa a 4, potrà contare su centrocampisti e attaccanti con caratteristiche diverse, che gli consentano di poter variare lo schieramento tattico anche in corsa, adattandolo all’avversario o alle diverse esigenze del match.


In definitiva, dando uno sguardo al tutto, con le scelte di Maurizio Sarri e Antonio Conte che sanno di rivoluzione e cambiamento, con la riconferma di Ancelotti e con gli ambiziosi Fonseca e Giampaolo, potremmo veramente assistere a uno dei campionati più avvincenti degli ultimi anni.

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