| Federico Sborchia | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana...

Noi ci ricorderemo. Ci ricorderemo di quanto fatto e quanto visto. Avevamo, ieri sera, le vostre stesse lacrime agli occhi. Rabbia, qualche insulto gratuito a qualche giocatore, forse, ma tanto riconoscimento. Per un mese abbiamo recuperato senso di appartenenza col vostro sorriso, vedendo un gruppo di amici-professionisti. In primis, Antonio Conte, che non ha fatto tutto perfettamente, va detto, ma che ha infuso nei 23 un animo da guerrieri, che- tranquillo, Andrea- ricorderemo.
Conte ha trasformato con stile giocatori alla canna del gas, come Marco Parolo, Mattia de Sciglio, Emanuele Giaccherini. Abbiamo visto una Nazionale di maratoneti, dopo troppe critiche sul piano fisico.
La linea difensiva dei fantastici 4: Buffon, Bonucci, Chiellini, Barzagli: una statua per uno, per l'Amore dimostrato. Sono a fine ciclo, ma guardateli, che spettacolo. Un muro che i tedeschi hanno dovuto aggirare, per finire solo ai rigori, dunque solo alla indecifrabile e amara lotteria. Maledetti rigori.
Ieri, dopo 4 gare di livello decisamente alto, una gara non bella, va detto, di entrambi. In una partita ruvida era difficile incidere, poi il sogno/incubo di un giocatore: calciare il rigore. Troppi gli errori dal dischetto, evitabili, ma non per questo da condannare in toto: resta la delusione per il gesto del cucchiaio di Pellè, amaro a rivedere il rigore calciato malissimo. E dunque usciamo. Così.
-"Di già?"...
Ecco, Andrea, noi ci ricorderemo. Tutto, però: anche quelle piccole imperfezioni che ci hanno lasciato a piedi, in quel di Montpellier, con l'urlo strozzato in gola.