| Federico Sborchia | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana...
di Luca Balbinetti
I gol infatti sono una giusta combinazione tra opportunità scaturite da errori e delle vere e proprie perle create dai calciatori.
Assoluti protagonisti del match sono stati da una parte Roberto Firmino e dall’altra Olivier Giroud, entrambi autori di una doppietta ; neanche a farlo apposta entrambe le doppiette sono una fantastica visione realistica delle potenzialità offensive e delle mancanze difensive delle due compagini, infatti il primo gol di Firmino ed il primo di Giroud scaturiscono da disattenzioni difensive gravi per quei livelli, limite da sempre dell’Arsenal di Wenger, così come di questo Liverpool di Klopp. Ma per fortuna le disattenzioni vengono fatte presto dimenticare ( almeno nell’immediato del match ) da due splendide soluzioni balistiche. Sempre loro, prima il talento brasiliano, si inventa un tiro a giro sul secondo palo degno del suo compagno di squadra Coutinho, poi però risponde il centravanti transalpino, che segna un gol, che dovrebbe essere visto e rivisto da chi vorrebbe diventare un grande centravanti; prende posizione, spalle alla porta , tacco per spostare immediatamente la palla sul sinistro, che gli permette di far partire un tiro che si insacca alle spalle di Mignolet, incolpevole per la velocità di esecuzione e la precisione, che permette all’Arsenal di assaporare la vittoria sul 2-3; ma per una sfida così, non poteva mancare un finale degno del gioco creato fino a quel momento. E così classico pallone buttato in avanti al 90’, più per disperazione che per idee vere e proprie, ma Benteke sovrasta la difesa dell’Arsenal, sponda e gol di Allen, 3-3.
Il Liverpool dimostra ancora una volta di essere una squadra che nel match secco è all’altezza del meglio di Inghilterra, infatti non ha ancora perso con una “big”, il problema della compagine di Klopp è la continuità, che non ne vuole sapere di arrivare, deve cambiare marcia, e magari intervenire sul mercato di gennaio - magari sostituendo Sakho che si dimostra ogni giorno di più inadatto a questo tipo di calcio - prima che sia troppo tardi.
L’Arsenal, si dimostra ancora una volta la squadra offensivamente più preparata del campionato. Sarebbe stata una vittoria importantissima e dopo il 2-3 sarebbe stata anche meritata, ma la squadra di Wenger si fa rimontare all’ultimo minuto, ancora una volta mentalmente non ci siamo. Ennesima occasione sprecata. Vedremo se questi due punti persi peseranno nell’economia dell’obiettivo campionato.
Pareggi per le formazioni di già in crisi.
Il Manchester city non riesce a vincere. Si ferma sullo 0-0 in casa contro l’Everton, non esprime un grande calcio e più volte subisce la velocità di pensiero e di gambe della giovane formazione di Liverpool. L’ombra di Guardiola pesa sull’operato di Pellegrini, che non sembra trovare le idee giuste per continuare la corsa al titolo, che però per una Premier bizzarra, si trova ancora a dover affrontare. L’altra squadra di Manchester non se la passa meglio, beffata nell’anticipo di martedì al 90’ a Newcastle, in una gara dove lo United aveva ritrovato i gol e un’azione offensiva valida che mancava dall’inizio della stagione, ma per uno strano scherzo del destino è venuta a mancare la solidità difensiva, che era stata l’unica certezza della formazione di Manchester di quest’anno.
Infine il Chelsea. Poco da dire ennesimo pareggio in casa. La squadra sembra svogliata e non sembra avere a cuore la rimonta che tutto l’ambiente vorrebbe vedere. Fabregas e Pedro irriconoscibili a tratti indecenti. Diego Costa provoca e poche volte segna. Terry non sembra avere più la forza di prendere in mano le redini della squadra, serve una rivoluzione, forse è tardi. Per quest’anno a questo punto l’obiettivo è quello di limitare i danni.
Infine il Chelsea. Poco da dire ennesimo pareggio in casa. La squadra sembra svogliata e non sembra avere a cuore la rimonta che tutto l’ambiente vorrebbe vedere. Fabregas e Pedro irriconoscibili a tratti indecenti. Diego Costa provoca e poche volte segna. Terry non sembra avere più la forza di prendere in mano le redini della squadra, serve una rivoluzione, forse è tardi. Per quest’anno a questo punto l’obiettivo è quello di limitare i danni.