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Viaggio in Turchia

|  Federico Sborchia  | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede

Notte di A, un copione già visto

di Paolo Brescia

Immagini già viste in questa prima notte di A. Eppure immagini sempre da batticuore, fatte di rincorse, di riprese ghiotte di gol, di emozioni. Di confusione tecnica agostana e di (qualche) kg in più. Tutto innaffiato dall'ottima dose di spettacolo e belle sorprese. Il ballo delle debuttanti consacra sempre Juve e Roma, altro giro, altra corsa, stesso ritmo serrato di minaccia alle 18 inseguitrici. E non sono solo i 3 punti, che in queste prime due tornate caldissime pre-Nazionale contano come oro, è proprio il tutto. Una Roma decisamente veloce, ben schierata, dinamica e verticale quando serve. Che sprint a destra, con Peres-Salah. La Juve risponde con Alves già rodato (102 palle giocate per lui), Khedira sempre più uomo-area e le due Joye argentine: Dybala è in palla, “El gordo” Higuain già buca la rete: Viola matata. Non che non debbano migliorare entrambe (la Roma un po' ferma nel primo tempo, la Juve con meno cinismo del solito), ma è chiaro lo spartito dell'Anno, già alla prima. Le altre a dover inseguire.

Le altre, non però il Milan di Montella, che in Bacca e Donnarumma trova le Ali della Vittoria (3-2 sofferto col Toro). Apre il colombiano, che inventa e rifinisce col triplete, chiude il napoletano parando al 95' un penalty da cuori forti. Il Milan fatica ma passa. L'altra milanese, l'Iinter,, puro cantiere aperto, stecca l'avvio al Bentegodi. De Boer mastica amaro e s'arrende a Birsa, lui che d'avvii sprint del suo Chievo ne sa più di qualcosa. Maran sorride e si ritrova ancora in vetta, con serenità. Sempre bene partire a forza-3, lo sa Inzaghi, lo sa la Lazio, che spende e spande energie ma alla fine ne fa 4 come i cugini. Solo che ne prende 3 dalla rediviva Atalanta del Gasp. Le note romane sono comunque positive, con Immobile già in pieno stile nello scacchiere di Inzaghi e con Lombardi che insacca al primo pallone calciato in carriera in A. Male Djordjevic e Marchetti, ma nella settimana che viene spetterà al tecnico biancoceleste chiarire bene le cose per evitare altri strappi inutili e contare su una rosa di orgogliosi, usando parole sue, di far parte del club romano.


Rimandato a settembre, e anzi ad ancor prima, il Napoli che impatta in Abruzzo e pareggia col Pescara come fu col Carpi lo scorso anno, dunque. In affanno dietro e spenti avanti i partenopei contano come nella passata stagione sul folletto belga Mertens, che in panchina proprio non può stare e quando entra svolta il match. Poi qualche rimpianto, ma alla fine è pari, un X che lascia straniti tutti all'Adriatico. Bel Pescara, fulmineo.




Nelle altre un Destro-gol regola il Crotone al Dall'Ara; il Cagliari s'arrende al Genoa 3-1, la Samp porta a casa 3 punti nella terra che fu di Giampaolo con Muriel; il Sassuolo vince a Palermo col rinato Berardi ora sì, cecchino degli 11 mt.   

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