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Viaggio in Turchia

|  Federico Sborchia  | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede

Barkley alla corte di Conte


| Luca Spadacenta |

Chi è e come potrebbe inserirsi il nuovo acquisto del Chelsea.



Sono passati ormai più di sei anni da quando Ross Barkley ha mostrato per la prima volta al mondo le proprie potenzialità, contro il QPR il 20 agosto 2011. Nato da padre nigeriano e madre inglese, a causa di un rapporto difficile con il padre Peter Effanga, ha deciso di ereditare il proprio cognome dalla madre Diane e giocare per l’Inghilterra. Al padre deve invece un fisico bionico, il quale ha aiutato e non poco il giovane, il giorno del suo primo approccio con la Premier League. Barkley è un prodotto dell’Academy dell’Everton, che negli ultimi anni ha formato tra gli altri Rodwell e Rooney. Proprio a quest’ultimo è stato paragonato durante i primi anni di carriera, sebbene l’ex Red Devil sia un giocatore molto più offensivo rispetto al neoacquisto del Chelsea. 


Barkley è fisicamente perfetto. Alto 1,89 metri, è dotato di gambe lunghe e molto forti. Ha da sempre una grandissima capacità di corsa a cui abbina una grande foga agonistica ed esplosività sui primi passi. Il fondamentale in cui eccelle è però il tiro. Un suo vecchio allenatore ha raccontato di come, quando il giocatore era ancora alle prime armi, per tentar di capire se fosse mancino o destrorso, gli avesse fatto calciare quattro rigori, due per piede. L’esito fu però sorprendente, il ragazzo segnò in ciascuno dei quattro tentativi. Grazie al suo essere ambidestro, sin dagli esordi ha fatto vedere perciò una grande capacità di calcio e di palleggio. Inoltre, grazie alla sua velocità e fisicità, è dotato anche di un ottimo dribbling.



L’unico aspetto negativo, collegato al suo fisico, è rappresentato dal fatto che abbia già patito alcuni infortuni gravi. Ad esempio, il suo esordio nell’Everton è stato posticipato di circa un anno a causa di una rottura in tre punti diversi di una gamba dovuta ad uno scontro con Andre Wisdom, un compagno di squadra nella selezione nazionale under 19. Oltre ad una lesione ai legamenti del 2014 che lo ha tenuto lontano dai campi da gioco per alcuni mesi, quest’anno ha dovuto saltare ogni partita sinora a causa di un infortunio muscolare alla coscia.

Dopo aver esordito, giocando al posto di una bandiera del club come Mikel Arteta, appena venduto all’Arsenal, Barkley è stato spedito in prestito nella stagione 2012/13 prima allo Sheffield Wednesday e poi al Leeds United collezionando in tutto 17 presenze e 3 gol. Fattosi le ossa, è quindi potuto tornare nel suo club di origine divenendo titolare inamovibile già dalla stagione 2013/2014. 
Le prime partite da titolare fanno presagire un’esplosione vicina, giocando da mezzala sinistra di centrocampo, segnando nella prima stagione 7 gol in 38 presenze. Il ragazzo prende palla e la porta in attacco grazie alla sua tecnica e al suo fisico, giocando con una naturalezza irreale per un ventenne. Le stagioni successive gioca, a tratti incanta, viene spostato più in avanti, non sta mai fermo, spazia su tutto il fronte offensivo ed esplode definitivamente nella stagione 2015/16 con 48 presenze, 12 gol e 8 assist. 

L’Everton però negli ultimi due anni ha cominciato a perdere alcuni dei suoi pezzi più importanti come Stones e Lukaku, ridimensionando di molto gli obiettivi della squadra. Il mancato rinnovo e la recente cessione al Chelsea sei mesi dopo, ma ad appena 15 milioni, ha generato indignazione nei tifosi dell’Everton, tra cui il sindaco di Liverpool, Joe Anderson, che ha definito Barkley ‘’indifendibile’’. 


Nonostante le parole di stima da parte di Conte e il fatto che abbia ricominciato a potersi allenare, il suo inserimento nel Chelsea sarà molto complesso. Non sarà più il Golden Boy coccolato da tutti, ma dovrà riuscire a guadagnare il proprio spazio in una squadra che gioca senza trequartista. Lo scorso anno Conte schierava i suoi con un 3-4-2-1, modulo in cui Barkley potrebbe giocare a destra nei due dietro a Morata con Hazard. Quest’anno però il tecnico italiano ha schierato quasi sempre il 3-5-1-1, con Hazard dietro Morata e Fabregas, Kantè e Bakayoko nei tre di centrocampo. 

Per caratteristiche tecniche, Barkley avrebbe difficoltà ad oggi a giocare al posto dello Spagnolo poiché nonostante abbia piedi educati, non è in grado di gestire i ritmi e a confezionare palle della qualità garantita dall’ex Barcellona. Verosimilmente sarà, almeno per questi cinque mesi, schierato come detto quando Conte sceglierà il 3-4-2-1, poiché garantisce più equilibrio rispetto a Pedro o a Willian. 

Qui sopra cerca di intercettare palla, e oramai a sfera recuperata calcola male i tempi, scivolando e permettendo così all'Arsenal di guadagnare metri decisivi

Il problema più grande dimostrato sinora da Barkley è rappresentato dalla sua anarchia tattica e nonostante un fisico come detto, molto adatto al suo ruolo, presenta numerose lacune difensive. Infatti nonostante la sua foga agonistica non è un buon recuperatore di palloni e spesso si fa trovare distratto, facendosi tagliare alle spalle dagli avversari.

Sarà molto interessante vedere come Conte schiererà l’ex Everton ma una cosa è certa: per Barkley è arrivata l’ora di dimostrare di essere all’altezza di una grande squadra.

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