Passa ai contenuti principali

Viaggio in Turchia

|  Federico Sborchia  | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede

Guida ai Mondiali: Girone A

| Andrea Piana |

La gara tra la Russia, nazione ospitante, e l'Arabia Saudita, darà il via tra poche ore alla ventunesima edizione della Coppa del Mondo.
Andremo ad analizzare gli otto gironi usciti dal sorteggio che si è tenuto a Mosca lo scorso 1 dicembre, partendo proprio dal girone A in cui, oltre alle due squadre già citate, sono stati inseriti l'Egitto e l'Uruguay.






RUSSIA


La Russia arriva al Mondiale con pochissime certezze: negli ultimi anni i risultati sono stati molto deludenti (negli Europei del 2012 e del 2016, nei Mondiali del 2014 e nella scorsa edizione della Confederations Cup non ha mai superato il girone) e la nazionale non ha dato continuità al progetto di crescita su cui il movimento calcistico russo aveva investito, mentre il percorso di amichevoli pre-Mondiale si è concluso nel peggiore dei modi: nelle ultime 6 gare sono arrivati due pareggi e quattro sconfitte, la Nazionale è apparsa in affanno e questo ha comportato un ulteriore calo nel ranking FIFA: al momento la Russia occupa la 70esima posizione, la più bassa tra le 32 squadre arrivate alla fase finale della Coppa del Mondo. Inoltre, il CT Cherchesov dovrà fare a meno del suo uomo migliore, Kokorin, che non potrà giocare il torneo per un grave infortunio.
Tra i convocati c'è Sergej Ignaševič, difensore 39enne che, dopo l'addio alla nazionale, è stato richiamato per un'emergenza infortuni che ha colpito anche la difesa (sia Vasin che Dzhikiya salteranno il Mondiale). I padroni di casa, in questa situazione così delicata, si dovranno affidare alle poche certezze rimaste in squadra: su tutti l'esperto portiere Akinfeev, l'esterno Zhirkov, i due giocatori di maggior talento, Golovin e Dzagoev (22 anni il primo, 27 il secondo, giocano entrambi nel CSKA), tra i migliori nel percorso che ha preceduto il Mondiale, e l'attaccante Smolov, del Krasnodar (14 gol nell'ultimo campionato), a cui sarà affidato il difficile compito di non far rimpiangere Kokorin e di guidare l'attacco russo.
Uno dei principali problemi della Russia è l'assenza di un modulo di base: il CT ha privilegiato la difesa a 3 fin dal suo arrivo ma nelle ultime gare, a causa dei pessimi risultati fin lì ottenuti, ha sperimentato una linea arretrata a 4, senza però ottenere certezze. Al momento sembra probabile che continui su questa strada, schierando un 4-5-1 con Smolov unica punta e i due fantasisti Golovin e Dzagoev schierati sulla linea di centrocampo ma liberi di avanzare in fase di attacco.
Nonostante tutte queste difficoltà, va dato il giusto peso al fattore campo, che potrebbe aiutare non poco la nazionale russa, almeno in un girone in cui, per vari motivi, il livello non sembra eccessivamente alto.

URUGUAY


L'Uruguay, almeno sulla carta, è la nazionale favorita nel girone A. La federazione e il CT Tabarez hanno basato il loro progetto su una grande continuità. La struttura portante della squadra, infatti, è sempre la stessa, dal modulo ai giocatori principali, sfruttando una generazione di talenti che hanno riportato l'Uruguay a competere ad alti livelli: negli ultimi due Mondiali sono arrivati un quarto posto e un'eliminazione agli ottavi, mentre nel girone di qualificazione sudamericano la nazionale di Tabarez è arrivata seconda alle spalle del Brasile. 
L'Uruguay ha vinto le ultime tre amichevoli e si presenta al Mondiale in un ottimo stato di forma, sicuramente da favorita all'interno del proprio girone e con buone possibilità di migliorare il risultato del 2014.
I punti di forza di questa nazionale sono sicuramente la coppia difensiva Godin-Gimenez, che tra l'altro sono compagni di squadra all'Atletico Madrid e quindi si conoscono bene, e l'attacco formato da due dei più forti centravanti al mondo, Cavani e Suarez. Forse le due punte sono poco compatibili tatticamente ma sono dotati di una pericolosità offensiva e di un senso del gol che metterà in grande difficoltà qualunque difesa, oltre ad obbligare le squadre avversarie a restare più coperte, dando la possibilità all'Uruguay di avere il controllo del gioco.
Nella squadra sudamericana possiamo trovare parecchi calciatori che giocano o hanno giocato in Italia: innanzitutto il portiere Muslera, titolare fisso da tanti anni, il terzino Caceres e i centrocampisti Torreira, Vecino, Laxalt e Bentancur, quasi tutti titolari o comunque fra le prime scelte tra le alternative a disposizione di Tabarez. Inoltre, vanno segnalati l'eterno Maxi Pereira, a cui però dovrebbe essere preferito il più giovane Varela, e i due centrocampisti Nandez e De Arrascaeta, entrambi molto promettenti. Il secondo in particolare, preferisce muoversi da trequartista e potrebbe essere una soluzione offensiva in più per Tabarez, a supporto delle due punte (in tal caso si parrerebbe dal 4-4-2, modulo usato da tantissimi anni, al 4-3-1-2). L'Uruguay gioca un calcio verticale, sfruttando gli inserimenti di Cavani e Suarez, che ovviamente sono il punto di forza della squadra, ma a differenza di tante squadre sudamericane può contare anche su una grande solidità difensiva.

EGITTO


L'Egitto, che torna a giocare un Mondiale dopo 28 anni, trascinato da Salah nelle qualificazioni e poi, per un tremendo scherzo del destino, costretto probabilmente a rinunciare alla sua stella per infortunio, almeno nelle prime due gare, parte sfavorito all'interno del girone, ma ha la possibilità di giocarsi comunque la qualificazione anche in virtù di una Russia in grande difficoltà. In panchina siede l'esperto Hector Cuper, che ha sicuramente contribuito ad una maggiore organizzazione tattica per la squadra, fondata su una difesa attenta e su ripartenze volte a sfruttare al massimo la velocità di Salah, mentre in caso di assenza del giocatore del Liverpool si dovrà puntare di più sul gioco di squadra. Il giocatore incaricato di sostituire Salah è Mahmoud Trezeguet, autore di 16 gol nell'ultima stagione con la maglia del Kasımpaşa, un giocatore discreto ma a cui non si può chiedere di svolgere il lavoro del campione del Liverpool, quindi Cuper dovrebbe utilizzare per quel compito anche l'altro esterno Ramadan Sobhi, che garantisce un po' di imprevedibilità. Una curiosità particolare riguarda il portiere Essam El-Hadary, che, se dovesse scendere in campo, con i suoi 45 anni diventerebbe il giocatore più vecchio della storia dei Mondiali. In attesa di sapere se il top player egiziano guarirà in tempo dall'infortunio subito durante la finale di Champions, va detto che l'Egitto non è solo Salah ma è anche corretto precisare che senza di lui la squadra perde tantissimo.

ARABIA SAUDITA

L'ultima squadra del girone A, data per spacciata da molti, è l'Arabia Saudita, una nazionale che certamente non è al livello delle altre tre e che probabilmente avrà molte difficoltà in tutte le gare, ma che comunque è giusto tenere in considerazione, viste le tante sorprese che hanno reso più vivace la storia dei Mondiali. In panchina siede Pizzi, il terzo CT in pochi mesi (fattore che denota il momento di confusione anche a livello federale) che avrà principalmente in compito di sfruttare l'esperienza del Mondiale per costruire le basi di una nuova crescita per la nazionale saudita. Pizzi ha impostato la squadra su schemi estremamente difensivi, considerando che il livello tecnico dei giocatori è molto basso e la maggior parte di loro gioca nel campionato nazionale e non ha esperienza in campo internazionale. Il giocatore più importante di questa nazionale è Al-Dawsari, che ha collezionato una sola presenza nel Villarreal e gioca da esterno destro; in patria viene considerato il calciatore di maggior talento e l'Arabia Saudita punterà soprattutto su di lui, se non per il passaggio del turno, che sembra un'impresa, almeno per onorare la partecipazione al Mondiale.
La gara di oggi, Russia-Arabia Saudita, che aprirà il girone e il Mondiale, potrebbe già essere decisiva per i padroni di casa, costretti a vincere per giocarsi con maggior tranquillità le successive gare, sulla carta più complicate.

Popolari

Chi è Yerry Mina?

| Francesco Lalopa | L'arrivo del giovane colombiano in blaugrana dal Palmeiras è la naturale prosecuzione del processo di rinnovamento della rosa per i catalani, iniziato con le firme di Paulinho e Dembelè in estate e di Coutinho in questa sessione invernale. Pronto a dare l'addio al Barcellona è Javier Mascherano, ormai giunto a fine carriera, in procinto di firmare con un club cinese. 

La conferma del patrimonio Guardiola

| Luca Balbinetti | Questo Manchester City è qualcosa che va oltre una semplice squadra, è la conferma che un allenatore con le sue idee e l'ambiente giusto attorno può portare avanti un'idea di gioco che qualche anno fa aveva del rivoluzionario, ora è semplicemente estasi, e merita di essere lodato, fin quando non risulterà estremamente banale farlo. 

The Toffees

Di Francesco Zamboni I soprannomi dell'Everton non sono noiosi e banali come quelli del tipo "The Blues".

Sull'addio di Marekiaro Hamsik

| rio_alve | La letteratura romantica ha già visto scrivere pagine e pagine sugli addii tra amati. Stazioni ferroviarie con immancabili e ottocenteschi sibili di vapore, porti del nord Europa con grandi transatlantici e poi fermate d’autobus, ascensori, pianerottoli e traslochi. La nostra storia invece parte da un campo di calcio e dal suo epilogo: Marek Hamsik non è più un giocatore del Napoli.