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Viaggio in Turchia

|  Federico Sborchia  | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede

Sotto il segno della Dea

di Francesco Lalopa

La squadra allenata da Giampiero Gasperini è tra i gruppi più in forma e più intriganti in questo momento nella nostra serie A. Dopo un inizio difficile, l'ex allenatore di Genoa ed Inter è riuscito a compattare il gruppo e a dargli le giuste motivazioni, fino a portarlo a ridosso della zona Champions League.

Ma quali sono i punti di forza di questo piccolo capolavoro ?


I giovani

La grande forza e la grande novità di questo gruppo sta in quattro innesti nella rosa effettuati dal "Gasp": parliamo di Mattia Caldara, Andrea Petagna, Roberto Gagliardini e Frank Kessiè. 21 anni di media in 4 ma tanta personalità e grinta da vendere. 
Il primo, Caldara, è diventato pilastro della difesa bergamasca e desiderio di mercato di tutte le big di A, roccioso difensore è dotato anche di una discreta tecnica di base che gli permette di impostare facilmente l'azione dalle retrovie, sgravando da questo compito i due centrocampisti centrali.
Petagna, dopo aver superato nelle gerarchie nientemeno che Alberto Paloschi, si è preso la maglia da titolare e non se l'è più tolta di dosso: continua spina nel fianco per le difese avversarie, ha una capacità eccezionale di far salire la squadra.
La coppia di centrocampo, composta da Gagliardini e Kessie è uno degli abbinamenti meglio riusciti in mezzo al campo in questa stagione: tempi di inserimento perfetti, fisici rocciosi e buonissima tecnica di base li rendono ideali per Gasperini.

La posizione di Jasmin Kurtic

Il rebus per le squadre avversarie ha un nome ed un cognome: Jasmin Kurtic. Il giocatore sloveno è un "tuttocampista": generalmente parte dietro le due punte ma, all'occorrenza può abbassarsi nel centrocampo a ricoprire il ruolo di mezz'ala oppure allargarsi ai lati di Petagna, formando così un tridente d'attacco che possa aprire le difese avversarie. 
La partita di Kurtic ( in alto ) contro la Roma è iniziata come esterno d'attacco in un 3-4-3


Giampiero Gasperini

Sarebbe sciocco non parlare dell'artefice di tutto ciò. Il "Gasp" è riuscito a recuperare un gruppo dopo un inizio difficile e lo ha trascinato in zone inimmaginabili. La sua capacità di preparare la partita predisponendo rigide marcature a uomo, creando così i "duelli" a cui si riferiva Spalletti in conferenza stampa e l'aggiunta di un pressing organizzato e preciso lo rendono molto probabilmente il più "bielsista" degli allenatori italiani. 
Le sue squadre passano indistintamente dalla difesa a tre a quella a quattro, anche a seconda dell'avversario che vanno ad incontrare, senza perdere mai le proprie caratteristiche e cercando di imporre sempre e comunque il proprio gioco e la propria intensità.

Si nota perfettamente il trio di centrali, con Kessiè e Gagliardini in mezzo al campo a schermare la difesa

Ed ora ?

E' questa la domanda che si faranno più o meno tutti gli addetti ai lavori: dove si può spingere questo gruppo ? Siamo di fronte ad una realtà fantastica in un campionato, quello nostrano, che si sta arricchendo sempre di più di squadre camaleontiche, dotate di calciatori polivalenti e di allenatori che trovano ogni giornata espedienti sempre nuovi per ampliare il ventaglio di possibilità. Ogni giorno si aggiungono frecce alle faretre dei tecnici ed ogni partita può fornire spunti tattici sempre nuovi. 
Il coraggio di buttare dentro dei giovani che fino alla scorsa stagione parevano relegati in panchina e la sagacia tattica di uno degli allenatori italiani più capaci stanno tracciando un percorso che dovrebbero intraprendere tutte le squadre di A, big e non, per dare identità ad un movimento calcistico che non può essere definito semplicemente come difensivista, ma che deve evolversi e diventare più propositivo.
L'Atalanta ed i suoi calciatori, adesso, hanno davanti una delle sfide più difficili: dimostrare di poter diventare grandi, di poter restare nelle zone alte della classifica continuando a produrre bel gioco e risultati, anche per una realtà piccola, ma che gode di uno dei migliori settori giovanili d'Italia, come quello Atalantino.

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