| Federico Sborchia | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede
| Paolo Grimaldi |
Con l’arrivo al capolinea del rapporto tra Eusebio Di Francesco e la Roma abbiamo assistito ad un sorprendente ritorno nella capitale, quello di Claudio Ranieri.
Dopo l’infelice esperienza al Fulham il coach romano è tornato in patria per risollevare le sorti di una squadra in enorme difficoltà. Risulta senza dubbio prematuro giudicare il lavoro svolto sino ad ora da Ranieri ma sarebbe interessante soffermarci sulle problematiche più rilevanti a cui deve porre rimedio il neoallenatore.
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In primo luogo urge ridare solidità e compattezza ad una difesa che lo scorso anno risultava impenetrabile ma che quest’anno sembra realmente il punto debole della squadra. Vanno ritrovati giocatori come Fazio e Manolas che non possono reggere da soli gli attacchi avversari ma devono essere aiutati anche dai reparti di centrocampo e attacco. Nonostante i centrali e i terzini si siano resi protagonisti di imperdonabili sbavature, va ricordato che i successi della passata stagione vennero costruiti sulla fase difensiva di una Roma che non mollava un centimetro dalla trequarti avversaria fino alla propria area di rigore. Pertanto va ritrovata una cultura del lavoro e un’organizzazione che compensi ai limiti di alcuni singoli dimostratisi non all’altezza fino ad ora. Ranieri potrà sfruttare il potenziale di giovani su cui è stato investito molto e che ora devono dimostrare il proprio valore. Cristante è in crescita e al fianco di De Rossi, infortuni permettendo, può sviluppare una maggiore affidabilità e aiutare il capitano nella copertura alle spalle di Pellegrini e Zaniolo, tra le poche note positive di questa stagione, dotati di qualità importanti per fare da raccordo con il reparto d’attacco.
El Shaarawy e Dzeko dovranno accendere la luce in fase offensiva aiutando la crescita di Kluivert, ancora un po’ acerbo, e di Patrik Schick, che, nonostante qualche errore tecnico di troppo, lascia intravedere maggiore tenacia e caparbietà. Ranieri deve centrare l’impresa di risollevare una squadra in caduta libera e per farlo deve far ritrovare coraggio, fiducia e disciplina tattica ad una Roma che Di Francesco definiva malata tanta la fragilità psicologica.