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Viaggio in Turchia

|  Federico Sborchia  | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede

È giunto il momento


| Francesco Zamboni |

L’Argentina si ferma per due notti.
È Boca Juniors contro River Plate, andata e ritorno, due gare per decretare chi sarà il campione della Copa Libertadores 2018.


Il destino ha voluto regalarci questa supersfida in uno dei più grandi derby che il palcoscenico calcistico abbia mai visto.
La Finale della “Champions” sudamericana mette di fronte due delle super potenze del continente. Quasi 200 i milioni di valore delle due squadre, tra cui militano tanti campioni della Nazionale Argentina. A dover scegliere due nomi destinati a scatenare aste tra i top club europei, tutti i fari sono puntati su Cristian Pavon, 22enne attaccante esterno del Boca con una clausola rescissoria di oltre 40 milioni, ed Exequiel Palacios, 20enne centrocampista del River al centro di un braccio di ferro tra Barcellona e Real Madrid che, forte di una clausola di “appena” 15 milioni, ha stuzzicato anche l’interesse dell’Inter. Entrambi già nel giro della Seleccion, sono i due elementi chiamati a fare la differenza in questa storica doppia finale per convincere definitivamente i tanti osservatori che li seguono ormai da mesi.


A riassumere significati e contorni del Superclasico argentino ci pensò qualche anni fa il Guardian, inserendolo nella lista dei dieci eventi a cui assistere almeno una volta nella vita. A raccontarne i motivi è invece una rivalità che si alimenta da 110 anni polarizzando i sentimenti di una nazione intera e sviluppatasi di pari passo con le vicende storiche dell’Argentina e di un popolo abituato a vivere il calcio in modo viscerale. Dal primo “Clasico” disputato nel 1908 e il successivo “spareggio” per decidere chi tra Boca e River avrebbe dovuto abbandonare il quartiere de La Boca (dove entrambi i club furono fondati), ogni sfida tra Xeneizes e Millonarios ha assunto i contorni di una battaglia con un’eco capace di travalicare i confini nazionali. Così è stato per ognuno dei 368 “Superclasicos” andati in scena sino a oggi tra partite ufficiali e amichevoli che di amichevole hanno avuto ben poco.


I precedenti faccia a faccia in Coppa Libertadores (24 in tutto) hanno lasciato ricordi memorabili, dalla semifinale del 2004 segnata dallo storico gol di Tevez con successiva vittoria xeneize ai rigori fino allo scandalo del 2015, con partita sospesa a inizio ripresa per un attacco con gas urticante ai danni dei giocatori del River (e conseguente k.o. a tavolino per il Boca).
Una sfida che con ogni probabilità mai più si ripeterà. E che per storia, tradizione, rivalità e carica emotiva è forse paragonabile solo a un’ipotetica finale Mondiale tra Argentina e Brasile.


Il primo appuntamento è per sabato sera alla Bombonera alle 17 locali (21 italiane), il ritorno in casa del River invece alla stessa ora del 24 novembre (entrambe in diretta su DAZN), con le due squadre pronte a darsi battaglia fino alla fine per dar voce a un Superclasico indimenticabile.

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