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Viaggio in Turchia

|  Federico Sborchia  | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede

Super-Superclasico, pareggio prima della tempesta


Cosa è successo nell'andata del Superclasico più importante di sempre?


In Argentina, a Buenos Aires, il punto in cui il fiume Riachuelo si immette nel Rio de la Plata, si chiama La Boca determinando così il nome di tutto il quartiere, un barrio di tre chilometri quadrati e neanche 50.000 persone. Deriva, il termine Boca, dall’italiano bocca, imboccatura, e deve questa sua origine nostrana alla forte immigrazione di italiani, ed in particolare di genovesi, avvenuta proprio in quella zona a partire dalla fine del 1800. Ecco che in queste poche righe c’è già molto della storia che stiamo raccontando: Boca e Rio de la Plata ovvero C.A. Boca Juniors e C.A. River Plate, due tra le squadre di calcio più note e blasonate del calcio argentino, due delle squadre di Buenos Aires.


Domenica scorsa, dopo un rinvio di 24 ore per motivi atmosferici, è andato in scena il primo atto della finale di Copa Libertadores proprio tra Boca Juniors e River Plate. Come nella miglior tradizione narrativa, gli ingredienti necessari sono stati tutti sapientemente miscelati: divertimento, ritmo, spettacolo, colore, tutto giusto, tutto perfetto anche il risultato. Per due volte avanti gli Xeneizes (genovesi) padroni di casa, per due volte pari dei Los Millonarios del River sancendo così un 2-2 finale fondamentale per accendere alla perfezione l’attesa e gli entusiasmi per la gara di ritorno prevista tra meno di due settimane. Il regolamento della manifestazione, infatti, prevede che per la finale (che si compone di una gara di andata ed in una di ritorno) la regola dei gol doppi fuori casa venga meno: vince chi segna di più tra le due partite, garantendo maggior spettacolo e minor tatticismo. Una soluzione talmente brillante, quella dell’abolizione del valore doppio del gol in trasferta, che la UEFA stessa sta pensando di adottarla in tutte le coppe europee per tutte le fasi che prevedono turni ad eliminazione diretta.

Percorsi netti senza troppe sbavature quelle dei due club argentini giunti fino alle finali. Il River inserito nel gruppo D nella fasi a gironi ha agevolmente vinto il gruppo sovrastando Flamengo e le meno blasonate Santa Fe ed Emelec. Negli ottavi e nei quarti ha incrociato le lame con due squadre argentine, Racing e Independiente, in due derby sostanzialmente dominati e propedeutici alle semifinali contro il Gremio, campione uscente della Libertadores ed ostacolo di alta caratura. Battuti all’andata in casa dai ragazzi del mister Portaluppi (ex attaccante della Roma anni ‘80), i Millonarios sono riusciti a ribaltare l’esito della qualificazione con una gara di carattere all’Arena do Gremio, là dove erano precedentemente caduti i connazionali dell’Estudiante e del Tucuman.


Più affannato, almeno in partenza, il percorso del Boca partito anch’esso dalla fase a gironi in qualità di campione d’Argentina in carica. Secondo nel gruppo H dietro al Palmeiras ma davanti a Junior e ad Alianza Lima, nelle fasi ad eliminazione diretta si è sbarazzato dei paraguaiani del Libertad agli ottavi, dei brasiliani del Cruzeiro ai quarti, e, in semifinale, nuovamente del Palmeiras, sigillando il discorso qualificazione già nella gara d’andata alla Bombonera grazie ad un perentorio 2-0. Il ritorno in Brasile, terminato 2-2, è servito solamente per le statistiche regalando alla Libertadores il Superclasico in una finale tutta argentina.

L’atto conclusivo in cui si sancirà la squadra campione del Sud America avrà luogo tra dieci giorni al cospetto dei 61.000 scatenati tifosi del River all’interno del Antonio Vespucio Liberti meglio e più comunemente noto come El Monumental. Ci viene da pensare che teatro più degno, per questo secondo atto, molto probabilmente non esista.

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