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Viaggio in Turchia

|  Federico Sborchia  | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede

Da dove deve ripartire la Juventus?

| Luca Balbinetti |

La squadra di Allegri proprio nell’anno in cui, a detta di molti, era quasi obbligata a fare il triplete, per la prima volta durante la gestione del tecnico livornese torna a casa “solamente” con lo scudetto in mano.



La stagione della Juventus ha attraversato diversi momenti decisivi, il primo però e forse il più importante è stato quello scandito ed iniziato con la prima sconfitta stagionale contro il Manchester United. Fino a quel momento la macchina perfetta di Allegri girava a meraviglia, in campionato la Juventus vinceva e divertiva, così come in Europa; tutti, ma proprio tutti, elogiarono la prestazione spumeggiante all’Old Trafford. 



Quella sconfitta però arrivata in rimonta da parte dei Red Devils e senza alcun merito apparente ha cambiato tutto, soprattutto in campo europeo. La difficolta europea della prima squadra d’Italia per vittorie, è un tarlo che assorda ogni giocatore che abbia un minimo di timore nello scendere in campo in Champions League, ampliandolo ogni qual volta si ascolta la sigla della maggiore competizione europea. 


Il gesto di Cristiano Ronaldo alla fine di Juventus-Ajax, indicando, non elegantemente, la paura percepita dai suoi compagni è un aspetto terrificante per la società bianconera. La Champions League della squadra di Torino stava girando esclusivamente attorno alle prestazioni di Ronaldo, troppo poco per una squadra costruita per vincere. Il problema principale della Juventus, aldilà degli aspetti tattici europei, nei quali sicuramente per DNA la compagine juventina non si trova a suo agio, è il centrocampo. Quest’anno come non mai negli ultimi anni, la Juventus ha affrontato la propria stagione con un centrocampo non all’altezza del resto della squadra. 



La pochissima qualità in Europa si sente eccome, Can e Matuidì sono dei fantastici interpreti del ruolo, con capacità tattiche indiscutibili, ma la realtà dei fatti ci suggerisce che, il centrocampo della Juventus non ha prodotto un solo gol su azione in Europa in questa stagione. L’acquisto di Ramsey è fondamentale ma a mio avviso ancora troppo poco, alla Juve serve necessariamente un centrocampo capace di accompagnare con qualità la proiezione offensiva, inserendosi quando è necessario per liberare spazio prezioso per gli attaccanti, condannati a vita dura e solitaria. A proposito di attaccanti, sarà incredibilmente entusiasmante seguire il destino prossimo di Kean, il ragazzo è già pronto, ma Mister Allegri lo sta gestendo come meglio non si può. Il prossimo anno però potrebbe definitivamente spostare gli equilibri e conquistare una maglia da titolare. Il dubbio esistenziale è però il seguente: chi può affiancare meglio Ronaldo? La risposta è Mandzukic, il quale però ha un’età avanzata ed è senza alcun dubbio in forte calo fisico. Dybala al contrario di come il sottoscritto pensasse, ha subito incredibilmente la presenza del campione portoghese, che gli ha spazio di manovra e attenzione. Bonucci poi, ha mostrato tutti suoi limiti difensivi in questa stagione e va assolutamente sostituito, così come Alex Sandro (però, chi prendere, suggerimenti?), lontano parente del fenomeno osservato durante i suoi primi due anni in Italia. Ci sarà da fare, con un mercato che non potrà essere, per forza di cose, faraonico. 

Una certezza però sembra esserci: Massimiliano Allegri ed io (per quello che conta: niente) non posso che essere d’accordo. Il ragionamento sull’allenatore è il seguente ed estremamente basico: chi può prendere la Juve migliore di Allegri? Nessuno, fine del ragionamento.

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