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Viaggio in Turchia

|  Federico Sborchia  | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede

Rimpianto Napoli, in attesa del ritorno

| rio_alve |
Il sorteggio di Nyon aveva consegnato al Napoli uno degli avversari più temibili del lotto degli sfidanti e la partita di ieri ne ha dato ampia conferma. L’Arsenal ha dominato a lunghi tratti la gara, suggellando, con un secco 2-0, una vittoria che già da ora profuma di semifinale.

Pronti via, la prima sorpresa: Ancelotti rinuncia all’attacco pesante lasciando in panchina Arkadiusz Milik ed il suo bottino stagionale di 19 reti a vantaggio di una coppia più mobile e frizzante composta da Mertens e dal rientrante Insigne forse con la malcelata speranza di colpire i londinesi con la rapidità e la tecnica che tutti riconoscono ai due folletti azzurri. La storia però è diversa ed il primo tempo viene dominato dai Gunners con il Napoli in chiara difficoltà: da due errori personali le due reti inglesi e prima frazione archiviata. Nel secondo tempo l’Arsenal abbassa un po’ il ritmo, i partenopei invece lo alzano e riescono a giocare con maggior convinzione anche se, pur con l’innesto di Milik,  le occasioni importanti hanno sempre matrice londinese con Ramsey e Maitland-Niles, tanto da conferire al portiere Meret il titolo di migliore in campo tra i napoletani. L’ultima parte della gara è molto frizzante con errori da una parte e dall’altra. Clamoroso quello di Zielinski al 71°, quando invece di appoggiare in porta la palla di Insigne, spara altissimo riducendo le speranze di rimonta per la sua squadra.

Eh sì, sarebbe stato utilissimo quel gol di Zielinski a metà del secondo tempo: queste gare vanno lette nell’ottica dei 180 minuti e una rete, una sola, può essere il grimaldello per scardinare le certezze di chi poi la qualificazione deve confermarla sul campo ospite nella gara di ritorno. Del resto, in Europa, il fattore casa ha un peso ancora decisivo e la statistica che vede ribaltato un solo 2-0 sui 22 casi fin qui verificati nella recente Europa League, conferma questa difficoltà. A parziale consolazione del Napoli occorre ricordare che nei precedenti turni ad eliminazione diretta, l’Arsenal, è stato battuto nelle gare in trasferta, rispettivamente per 1-0 e 3-1, sia dai bielorussi del Borisov che dai francesi del Rennes. Di certo non due macchine da guerra.
Nello stesso lato del tabellone del Napoli si è giocato il derby spagnolo tra Villareal e Valencia. Il risultato finale di 1-3, pur consegnando ai valenziani le chiavi della semifinale, è comunque bugiardo. Già in svantaggio dai primi minuti, il Villareal riesce dapprima a pareggiare poi addirittura a dominare la gara per lunghi tratti senza tuttavia riuscire a portare a segno il colpo decisivo. Sarà addirittura il Valencia a condurre l’esito dell’incontro dalla propria parte con due reti rispettivamente al 90° e 93°.
Pur senza brillare il Chelsea ha regolato lo Slavia Praga a domicilio. Con un tondo 0-1 ha infatti posto le basi per l’accesso alla semifinale che li vedrebbe protagonisti insieme ad una tra Benfica e Francoforte. Proprio tra portoghesi e tedeschi si è giocato il quarto di finale più ricco di gol. Netta supremazia del Benfica, confermato dal 4-2 finale, ma attenzione all’Eintracht che sul terreno amico può ribaltare l’esito del passaggio del turno. Novanta minuti alla fine di questo quarto di finale: sei giorni per preparare la rimonta o per difendere il vantaggio. In palio l’ultimo scoglio prima della finale di Baku.

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