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Viaggio in Turchia

|  Federico Sborchia  | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede

Chelsea, le 5 chiavi del titolo


| Luca Balbinetti |

Il Chelsea dopo solo una stagione di purgatorio è tornata a vincere. Con classe, superiorità e precisione. Ecco le 5 chiavi del successo.
1.Antonio Conte.

Il tecnico leccese è con buona probabilità il manager più forte del pianeta, quando si tratta di risollevare le sorti di squadre allo sbando (Juventus, Italia ed in ultimo i Blues). Sembra quasi che Conte vada alla ricerca delle catastrofi societarie, per poi trasformarle in capolavori tattici, e riportare l’ambiente alla vittoria (ecco spiegato perché l’Inter era pronta a fare pazzie per portarlo a Milano ). Ha preso una squadra arrivata decima lo scorso anno e l’ha portata in cima alla Premier, al primo colpo, chapeau. Va però detto che di certo la rosa non era da decimo posto, né tantomeno inferiore a qualunque altra squadra costruita per il titolo, anzi, a vederla in assoluto Conte aveva in mano la rosa più forte (perché più completa ) della lega, poi però bisogna vincere, e lui con regolarità sconcertante, lo fa.

2. Rivoluzione tattica. 

La difesa a tre è stata la chiave di volta della stagione. In un periodo buio, ma che permetteva cambiamenti, perché all’inizio della stagione, il tecnico ha stravolto tatticamente la squadra, forse perché non aveva alternative, forse per sfruttare meglio la spinta offensiva di Alonso -di certo più predisposto all’attacco che alla difesa- o forse semplicemente perché serviva una scossa, ma una cosa è certa, da quel momento il Chelsea non ha più sbagliato una partita decisiva, e non è poco.

3. Giocatori ritrovati. 

Durante l’europeo Eden Hazard, disse: "voglio far vedere fin da subito di che pasta sono fatto ad Antonio Conte”. Il talento belga è stato uno dei protagonisti di quest’ultimo europeo, ed ha continuato a dettare legge anche in Premier League. Ritrovare Hazard non è stato poco, quando il belga è in forma è alla pari dei giocatori più forti e decisivi del pianeta, ma lui non è stato di certo il solo a essersi ritrovato ad altissimi livelli. Conte ha avuto il merito di far rinascere nello spirito una squadra che, tecnicamente, non aveva nulla da invidiare a nessuno. Quest’anno è stato evidente ancor di più quel che è successo lo scorso anno con Mourinho: ancora non sappiamo perché, ma l’intera squadra gli ha voltato le spalle, sembra quasi che il gruppo volesse far cadere il condottiero per sceglierne un altro. A conti fatti, hanno avuto ragione loro. Diego Costa è l’emblema di tutto ciò, il talento spagnolo ha bisogno di qualcuno che gli tenga testa, lo ha trovato e con esso i 20 e più gol stagionali che gli spettano. 
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4. Kantè. 

Il “ diavoletto “ francese non a caso ha vinto due Premier consecutive. Kantè non è e non sarà mai un giocatore simbolo, di quelli che dominano le copertine delle riviste sportive e non, la gente si ricorderà di Costa ed Hazard, di Conte e dell’addio di Therry, ma il ragazzo ex Leicester, è talmente decisivo che riesce a rimanere nell’ombra e allo stesso tempo influenzare tatticamente un’intera squadra. Guardate il gioco espresso dal Leicester campione d’Inghilterra, vi sembrerà di rivedere il Chelsea di Conte in molti aspetti: tatticamente simili, stesso modo di difendere, più qualità dei Blues negli interpreti certamente, ma poi a guardar bene c’è lui, Kantè, che le rende più simili di quanto si possa immaginare, e questo vuol dire avere una caratteristica non banale: essere decisivi per conseguire vittorie.
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5. L’imbarazzante pochezza degli avversari

Il Manchester City, tanto per dirne una, ha rimediato 15 punti dalla vetta, un’enormità. Nessuno ha tenuto il passo di Conte, che ha costruito il titolo con le vittorie “scontate”, che poi però di scontato non hanno veramente nulla. La continuità è stato ciò che gli avversari hanno guardato con stupore ed invidia ai Blues, i vari Liverpool, Arsenal, United,City e anche il Tottenham probabilmente, la continuità di risultati, questa sconosciuta, non sanno neanche cosa sia. Conte ha sofferto non poco gli scontri “diretti”, ma poi la settimana successiva, i Blues vincevano con regolarità irrisoria, mentre gli altri cadevano irrimediabilmente sotto i colpi della loro discontinuità.

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