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Viaggio in Turchia

|  Federico Sborchia  | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede

Eusebio, il predestinato

| Paolo Brescia |

Un percorso ciclico, quello di Eusebio Di Francesco, che dalla Roma era partito, e alla Roma sta per tornare. Solo i dettagli lo dividono dalla svolta decisiva della sua carriera da mister.

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Il Pescarese, classe 69, con la Roma ha un forte legame, risalente a due periodi. Uno, il più bello, da giocatore, con Zeman e Capello in panchina. Più di 100 presenze e, soprattutto, uno scudetto. Quando c'era da festeggiare per le vie di Roma, Eusebio non aveva remore, anche se in estate avrebbe lasciato la squadra: tra la folla, lui era lì, come un tifoso qualsiasi. Poi il breve periodo da team manager, dieci anni fa, prima dell'arrivo di Spalletti. E ora un'altro passaggio di consegne, tra il toscano, ora all'Inter, e il predestinato abruzzese. Una carriera in crescendo, che a Sassuolo ha trovato, dopo tante difficoltà, la consacrazione. Quattro stagioni complicate, ma bellissime: una promozione, una grande salvezza, un campionato epico concluso al sesto posto, un sofferto su e giù in classifica quest'anno (con un 12esimo posto più che nobile, però). 

Ma più dei risultati, il gioco può suggerire grandi prospettive, con un maestro mai nascosto: Zeman. Uno stile di gioco attento alla rapidità degli esterni e all'anticipo costante, con la continua ricerca della fascia per iniziare le azioni. Spesso, ma in questa stagione è stato meno possibile, il movimento della punta è curato profondamente, quasi come nel calcio a 5, con il terminale offensivo pronto a ricevere palloni con le spalle alla porta e difenderlo in attesa del posizionamento dei compagni. Con Zaza probabilmente è stato più facile orientare il gioco in questa maniera, viste le sue caratteristiche fisiche. Linea difensiva molto alta come prevede lo schema zemaniano e tagli continui, tagli, tagli..anche dei mediani, praticamente di chiunque. Una caratteristica che sfrutta molto l'aspetto di corsa della squadra, e sarà importante capire, anche se è assolutamente presto per abbozzare questi ragionamenti, come la Roma potrà gestire le sue carenze fisiche a fronte di un surplus d'ossigeno richiesto dal suo nuovo mister.



Il predestinato, intanto, in settimana arriverà a Roma e prenderà coscienza della svolta, forse improvvisa, forse prevista, della sua giovane carriera.




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