| Federico Sborchia | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana...
| Paolo Brescia |
46 punti in 17 gare, 3 in più (con lo scontro diretto) della Juve. 2,25 punti a partita sull'intero campionato. 2,33 sull'intera gestione Spalletti con 89 punti totali. La Roma è ad alti livelli. Con squilibri e rimpianti. Ma ad alti livelli, come ci racconta l'acuto proprio nel match verità contro la Juve.
Un secondo tempo decisivo, quello di Roma: sia perché evita la festa scudetto in casa Roma della Juve, sia perchè, forse è questo il punto fondamentale, riporta in maniera decisiva il secondo posto lì dove quest'anno, e da anni ormai, è praticamente sempre stato. Proprio all'Olimpico. L'analisi sui rimpianti romanisti è lunga e difficile, non merita poche righe. Sono grossi i rimpianti di chi ha dovuto dare un ritmo assurdo al suo campionato, restando con un pugno di mosche in mano. Sono grossi i sospiri di chi nelle Coppe ha lasciato sul più bello, abbandonando possibili finali e possibili trofei. Resta, il rimpianto, ma con lui restano i numeri sopracitati. E molti non detti ma che emergono, con Spalletti (e Totti, o viceversa) al passo d'addio. Resta una sfida con una Juve distratta e dai pensieri fumosi, resta una vittoria...di alto livello.
Segue il Napoli che ha ora l'ufficialità della Champions e la voglia di tentare il colpaccio che non riuscì alla Roma lo scorso anno. Una caterva di gol, quelli partenopei in A (46 in trasferta, pensate, non si facevano in A da quasi 70 anni) che anche qui portano gioie e rimpianti, allegria e pensieri. Con Sarri che ha numeri di straordinaria fattura, ma la testa su tutt'altra fattura, viste le sue mire espansionistiche sul futuro. Se lasciasse, il toscano, a Napoli sarebbero sgomenti, con un progetto da azzerare, ancora.
Dietro le pazzesche Atalanta e Lazio, in piccolo e normale calo di tensione. E' Europa per entrambe, e poco importa agli orobici dover fare un preliminare, è grande la forza dimostrata in campo per tutto l'anno, e giusto e bello il piazzamento. Altro che la lotta a perdere tra le milanesi. Che vergogna la testa spenta da due mesi, che vergogna il gioco al massacro per annullare il sesto, orribile, posto in classifica. Ma qualcuna dovrà pure arrivarci, e saranno risate per via di un calendario estenuante, che parte da subito, fine luglio, con programmazione estiva da rifare e mercato da ripensare. Buio pesto.
Dietro, l'acuto di un Crotone di fuoco infiamma le due gare restanti. Impresa più che impossibile per i calabresi, che devono riprendere un punto, che è nulla in realtà, ma che diventa macigno quando contro ci sono Juve e Lazio. Però l'obbligo di crederci è fondamentale, per un girone di ritorno folle, a grandi ritmi. Peccato (ecco che tornano, ciclici, gli "alti livelli", i "grandi rimpianti") per quelle gare perse nel recupero. Parleremmo di tutt'altra salvezza. Bravo Nicola per aver dato ai suoi il sorriso sul viso (direbbe il crotonese Rino Gaetano cantando Cocciante). C'è ancora un po' di Serie A.