Passa ai contenuti principali

Viaggio in Turchia

|  Federico Sborchia  | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana...

Anno zero per il calcio femminile


Da quel febbraio del 1933, ovvero quando venne fondato il Gruppo Femminile Calcistico, di acqua sotto ai ponti ne è passata tantissima. 


Quello sorto in via Stoppani 12 a Milano era un gruppo formato esclusivamente da ragazze con un’età compresa tra i 14 e i 17 anni ed aveva una caratteristica curiosa: le giovani calciatrici giocavano audacemente in sottana. La loro esperienza ebbe vita breve. Visto il crescente interesse il CONI invitò le ragazze ad aderire ad altre discipline sportive, ad esempio l’atletica, ed il gruppo si sciolse. Dopo la guerra l’attività femminile riprese in maniera spontanea ma poco organizzata e senza mai riuscire a sfiorare il successo dei colleghi uomini; basti pensare che il campionato nazionale esiste dal 1968 (addirittura distinto in due diverse sigle) mentre il riconoscimento da parte della FIGC è avvenuto solo a partire dal 1986, anno in cui il torneo passò sotto l’egida delle Federcalcio ed affidato alla Lega Nazionale Dilettanti. 


Rimane il fatto che ad oggi il divario con il resto d’Europa e del mondo appare enorme e, a breve, difficilmente colmabile. Le tesserate in Italia sono appena 22.500, un numero spaventosamente piccolo se accostato alle 88.000 della Francia, alle oltre 100.000 di Olanda e Svezia fino alle quasi 200.000 della Germania (dati aggiornati al 2016).
Proprio questo il motivo la Federazione si è decisa a ripensare il movimento calcistico femminile, riprogettandolo dalle basi. Capiamo come.



Sulla base delle linee programmatiche approvate dal Consiglio Federale del 26 marzo 2015 è stato avviato un programma di rilancio per il movimento femminile che si poggia su due punti fondamentali: riorganizzazione dei campionati e “apparentamento”. Partiamo da quest’ultimo punto che rappresenta la vera rivoluzione nel settore. Secondo il documento redatto dalla Federazione ogni squadra maschile dovrà avere nel proprio organico almeno 20 tesserate under 12 che crescendo riempiranno man mano tutte le categorie giovanili dando linfa vitale al movimento. Per fare questo sarà necessaria un’affiliazione, un apparentamento per l’appunto, tra club maschili e femminili. La Fiorentina è stata la prima società maschile ad adoperarsi in questa direzione. I Della Valle hanno rilevato il Firenze Calcio Femminile ribattezzandolo Fiorentina Women’s e rendendola da subito una realtà vincente. I viola sono stati seguiti a breve dal Bari che ha assorbito la FC Pink Bari ormai stabilmente in serie A. Nell’estate del 2017 è nata la sezione femminile della Juventus FC che, acquisendo il titolo sportivo del Cuneo, è subito diventata una seria candidata alla vittoria finale, il Mozzanica è convolato a nozze con l’Atalanta (la neonata società manterrà entrambi i nomi), il Chievo si è legato al Valpolicella, il Sassuolo ha acquisito la Reggiana in serie B imponendo il proprio nome e salendo in A. Milan e Inter al momento ancora hanno ancora concluso apparentamenti mentre le romane si sono legate a due formazioni di serie B: SS Lazio Women e Roma Calcio Femminile, quest’ultima preferita alla Res già militante in serie A.


Quello in corso è una sorta di anno zero per il calcio femminile in attesa delle variazioni che saranno effettive dal 2017/18. Dalla prossima stagione infatti il format vedrà una Serie A a 12 squadre, una Serie B con un girone unico sempre a 12 squadre, un Campionato Interregionale con 4 gironi per un numero variabile di squadre che potrà andare da 10 a 14. Chi vincerà la massima serie potrà ovviamente fregiarsi del titolo di Campione d’Italia e dello scudetto tricolore e insieme alla seconda classificata potrà partecipare alla Women Champions League.
Dalla stagione corrente registreremo un’altra novità epocale: Federcalcio e RaiSport hanno infatti firmato un accordo storico ovvero la diretta tv di una partita di serie A femminile. Il via alle dirette in chiaro si avrà il 2 dicembre con il match tra Juventus e Brescia, le prime due della massima serie. Per loro sarà disponibile molto probabilmente il preserale del sabato o un più canonico pomeriggio della domenica. Insomma sembra proprio che il calcio femminile abbia davanti a sé un futuro roseo.

Popolari

In Irlanda esiste un campionato?

| Giordano Pantosti | “There is no league in Ireland”. Così affermò Giovanni Trapattoni il 9 settembre 2013, due giorni prima di rescindere il contratto che lo legava alla nazionale irlandese in qualità di ct. La situazione sta cambiando?

L'utilizzo dei blocchi nel calcio

| Francesco Lalopa | L'interscambio di idee e soluzioni tra uno sport ed un altro (ovviamente dove possibile) consente l'arricchimento del ventaglio di soluzioni a disposizione di un allenatore, rendendo sempre imprevedibile l'approccio della propria squadra alle varie situazioni di gioco. In questa sede andremo a parlare dei blocchi: soluzione che il calcio ha preso in "prestito" dalla pallacanestro per un loro utilizzo del tutto particolare. E' divertentissimo portarli ma è decisamente poco piacevole riceverli.

Ritornare grandi: Ernesto Valverde

| Francesco Lalopa | Conclusosi il triennio di Luis Enrique sulla panchina blaugrana, l'uomo scelto per riportare ai vertici il Barcellona è Ernesto Valverde. L'ex attaccante di Bilbao e Barcellona giunge al Camp Nou come allenatore dopo un quadriennio ricco di soddisfazioni in terra basca. A lui sarà affidato l'arduo compito di far dimenticare al popolo catalano le delusioni dell'ultimo anno e mezzo. La carriera di Valverde si è divisa fondamentalmente tra due regioni caratterialmente molto forti ed identitarie: i Paesi Baschi e la Catalogna. Dai loro popoli di certo avrà appreso qualcosa. Non è la prima volta che Ernesto Valverde vive un'esperienza in catalogna: infatti nel biennio '88-'90 ha giocato a Barcellona sotto la guida di Johan Cruijff, allenatore che ha influenzato le generazioni calcistiche successive e che ha creato un vero e proprio modo di vivere ed interpretare il calcio, prima che Guardiola lo perfezionasse. Di Cruijf...

Passaggio di consegne

| Francesco Lalopa | Dal nevrotico Sabatini all'imperscrutabile Monchi, l'universo giallorosso si prepara ad un altro cambio di mentalità. Il "Leone di San Fernando" e la "Lupa". Chissà che la curiosa accoppiata non sia fruttuosa... Quando ci si appresta a cercare un nuovo lavoro dopo aver passato anni nella stessa azienda, la prima cosa che si fa è aggiornare il curriculum vitae, in modo tale da far capire al proprio interlocutore di avere a che fare con un professionista serio, di essere uno che il proprio lavoro lo sa fare. Se guardassimo tutti quanti al curriculum di Monchi dopo il suo addio al Siviglia, faremmo certamente caso ai trofei vinti oltre che ai talenti scovati in giro per il mondo: sono ben 5 le Europa League (oltre altri trofei) vinte dalla squadra andalusa sotto la sua guida. Eppure quella che per tanti direttori sportivi può essere considerata una dote, per Monchi può, tutto a un tratto, trasformarsi in un fardello, uno di q...