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Viaggio in Turchia

|  Federico Sborchia  | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede

Quello storico intervallo


È l’intervallo di Siviglia–Liverpool, gara valevole per la 5^giornata della Fase a Gironi della Champions League.


Il Siviglia, padrone di casa, è sotto con il risultato di 3-0 in favore dei Reds.
Ma il clima in quel momento è teso tra tutti i giocatori e staff tecnico, perché il mister sta per parlare e dare una scossa definitiva a quel match.


Il mister, Eduardo Berizzo, però non parlerà dell’andamento della partita.
No, il mister farà un singolo annuncio ai propri giocatori.
Eduardo Berizzo ha scoperto da pochi giorni di avere un cancro. Gli è stato diagnosticato da pochi giorni un tumore alla prostata. Fortuna ha voluto che la malattia è stata presa in tempo e Berizzo potrà curarsi grazie a un intervento chirurgico e con delle sedute di radioterapia o chemio successivamente.
Berizzo conclude il suo discorso assumendosi le colpe del “disastro” a cui stava andando incontro la sua squadra.Avrebbe voluto annunciarlo a fine gara per non abbattere i suoi ragazzi, ma la situazione era già pessima di suo, e farlo in quel momento poteva dire o abbattere definitivamente i suoi ragazzi, ma... si rientra in campo.
La tensione è palpabile tra gli undici schierati in campo e il pubblico che non si aspettava di certo un risultato del genere.

Inizia il secondo tempo.
Passano appena 6 minuti e il Siviglia accorcia con Ben Yedder che anticipa i difensori avversari e di testa buca Karius. 1-3, ma la gara è ancora lunga. 
Al 60’ il Siviglia accorcia ancora. Ben Yedder conquista e trasforma un calcio di rigore dopo un fallo in area di Alberto Moreno, ex della gara. 2-3 e ancora mezz’ora della ripresa da giocare.
I tifosi iniziano a credere nella rimonta. Il Siviglia attacca e attacca, ma la difesa del Liverpool regge e il tempo passa inesorabilmente.
Quella partita però non è una gara come tutte le altre.

Berizzo carica ancora i suoi ragazzi prima dell’ultimo calcio d’angolo. La palla spiove in mezzo e dopo un batti e ribatti in area di rigore arriva sui piedi di Guido Hernàn Pizarro, uno che sta facendo fatica a trovare spazio nell’undici titolare, ma il suo mancino questa volta è importantissimo.
Palla alle spalle di Karius e parità raggiunta.
3-3. Lo stadio esplode in urla di gioia.


I calciatori corrono appresso a Pizarro, ma quest’ultimo ha in mente solo una persona. Il proprio allenatore è lì che lo aspetta a braccia aperte. L’abbraccio è di quelli infiniti, pieni di significato, con tutti i calciatori attorno al proprio tecnico a dare l’impressione che lui non sarà mai solo, sia sul campo sia nella vita e nella lotta più importante, che non affronterà su un rettangolo verde e non durerà appena 90 minuti.


Il giorno dopo il Siviglia ha dato la conferma della notizia che Berizzo ha dato ai suoi giocatori, ma cambiando le carte in tavola, indicando come il pre partita il momento in cui il tecnico argentino ha annunciato della propria malattia ai suoi ragazzi.
A noi però piace pensarla diversamente e sognare che la riscossa che il Siviglia è riuscita a mettere in mostra gli sia stata data dalla forza di volontà del proprio allenatore.

Immagini: Getty

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