| Federico Sborchia | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana...
| Paolo Brescia |
E' sempre troppo presto per garantirlo con certezza, diffidate dunque dei sicurissimi. Ma l'aria potrebbe spirare diversa, in questa serie A. Sta per arrivare un dicembre decisivo, con almeno tre sfide-verità. Novembre, però, ci dice qualcosa che non possiamo sottovalutare.

Al rientro dalla tragica sosta, il Napoli conferma la leadership in campionato, l'Inter è implacabile, la Roma è pimpante, la Juve non si ritrova sul piano dell'ordine e del cinismo. Lazio e Samp possono assolutamente competere, con un problema semmai relativo alla continuità non al carattere. Il Milan è al limite dell'assurdo, negli scontri diretti.
Questi i dati, questi i main che escono dal 13esimo turno, una giornata che ricorderemo perché panacea dei piccoli, residui sentimenti di inferiorità di alcune (Roma e Inter); perché sintomo non allarmante ma da tenere a mente per altre (Juve ovviamente). E perché portatore di chiare intenzioni di campionato, come per il signor Napoli di Sarri. Due riassunti, addirittura. Era evidentemente d'uopo farli, semplificano al meglio quanto segue, che è poco non per scarsità di dati, ma per la limpidezza dei messaggi che ci lascia in dote il massimo campionato.
Il Napoli è presente non con il ritmo ma con la certezza della forza: la velocità degli esterni e la precisione della difesa non sono una carta di poco conto. Sono esattamente ciò che consegna la vetta. Partenopei imbattuti da febbraio.
L'Inter è l'interprete massima della concretezza: la palla deve arrivare a Icardi, per essere prontamente trasformata in oro puro, colato. Impressionante. E poi l'interessante contenimento: se il pallone sfugge e passa in area piccola, è preda di Handanovic. Così è troppo semplice.
La Juve è un lavoro continuo sugli uomini, sulla testa, sull'ordine. Allegri sta per ora faticando x2 e ottenendo 1/2. Una situazione che potrebbe diventare frustrante. Per tutti. Al momento però non scatta l'allarme, scatta la rivalsa per quel dicembre di cui sopra: Napoli (1), Inter (9), Roma (23) per una fetta decisa dello scudetto.
La Roma batte la Lazio e i continui criticoni e musi lunghi (che persistono, incredibile a dirsi, ma basta respirare la città per notare allucinanti lamentele che si possono spiegare solo con la psicanalisi, probabilmente), ponendosi ora in uno stato mentale così importante quanto rischioso: la medicina però è interna, ed è Eusebio di Francesco, l'uomo che ai megafoni preferisce i Forza Roma detti in silenzio, i dettagli curati con l'attenzione più concreta che ci sia. Un lavoro pazzesco, solo all'inizio. Diciamolo, la Roma potrebbe ragionare, se non avesse quell'uomo in panchina, su qualcosa di più rispetto al piazzamento Champions: la calma serafica ma determinata dell'abruzzese, invece, riportano per terra l'ambiente. Che di umiltà aveva bisogno.
In fondo, altre amarezze beneventane, pari importante per SPAL e Chievo, vittorie salvezza per il Genoa e il Cagliari.