| Federico Sborchia | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana...
Una sfida tra due autrici di un ottimo percorso ai gironi.
In entrambe le nazionali hanno spiccato i singoli. Per la Danimarca Eriksen ha illuminato il gioco in ogni posizione, spaziando dalla posizione di trequartista a quella di playmaker quando si trattava di costruire l'azione dal basso, arricchendo le sue prestazioni con giocate brillanti (oltre al gioiello contro l'Australia, vari assist e passaggi di grande intelligenza). Per la Croazia ha spiccato su tutti Modric, che ha fatto un mondiale molto simile a quello di Eriksen seppur in posizione di regista arretrato, affiancato da un mediano nel 4-2-3-1, nonostante in nazionale fosse abituato a giocare molti metri più avanti.
Sono due squadre molto organizzate. La 'Danish Dynamite' gioca con un puro 4-2-3-1 in cui la manovra è molto compatta, la squadra difficilmente si sbilancia. Punti di forza sono il centrocampo e la trequarti, dove i due mediani (di cui solo Delaney è titolare inamovibile) permettono un ottimo filtro, facilitati dall'ausilio di Eriksen. La fase offensiva è ottima: la punta libera molto spazio per le vie centrali e laterali. Molte le incursioni e le giocate in verticale.
Anche la filosofia di gioco della Croazia si basa sul suo classico 4-2-3-1. La difesa è solidissima, l'attacco sembra funzionare bene e risulta piuttosto versatile e poco prevedibile (molti giocatori possono adattarsi facilmente a varie posizioni) e il centrocampo, che gira intorno a Modric e Rakitic, funziona alla grande.
Potremmo dire banalmente che i croati sono favoriti, anche se la Danimarca rappresenta un'insidia interessante. Gli scaccati per facilitare la partita potrebbero alzare il baricentro e neutralizzare Eriksen, che sembra l'unico elemento danese veramente in grado di decidere l'incontro. I danesi dal canto loro, dovranno difendersi e attendere con pazienza il momento giusto per attaccare.
In sintesi: è una di quelle gare che potrebbe durare 120 minuti o più.