Passa ai contenuti principali

Viaggio in Turchia

|  Federico Sborchia  | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana...

Finalina: Belgio-Inghilterra



La prima finale della storia del mondiale, valevole per il terzo e quarto posto, venne giocata a Napoli nel giugno del 1934 tra Germania e Austria, in quello che potrebbe essere considerato tranquillamente un derby. Il teatro fu quello dello stadio “Giorgio Ascarelli”, dal nome del facoltoso presidente partenopeo che ne aveva finanziato la costruzione pochi anni prima, e il risultato fu di 3-2 per i tedeschi davanti a 40.000 spettatori. Nel 1942 l’Ascarelli venne raso al suolo da un bombardamento alleato e il terreno di gioco divenne un deposito di macerie nella ricostruzione post bellica. Ottantaquattro anni più tardi, questa volta in Russia, la finale per il terzo e quarto posto, sarà tra Belgio e Inghilterra.

In questa edizione del mondiale Belgio ed Inghilterra si sono già incontrate nella fase a gironi: a Kalinigrad per l’esattezza ed è finita 1-0 per i belgi grazie al gol di Januzaj realizzato al minuto 51. Con 9 punti il Belgio ha così vinto il raggruppamento G proprio davanti agli inglesi garantendosi l’ottavo di finale contro un coriaceo Giappone superato poi solo in rimonta al 94° minuto per 3-2. Un Brasile sottotono è stato invece l’avversario del quarto di finale: 2-1 il risultato finale e biglietto per San Pietroburgo dove ad attenderli ci sarebbe poi stata la Francia di mister Didier Deschamps.

L’Inghilterra torna a giocare una finale per la terza piazza dopo quella di Italia ’90 quando, eliminata in semifinale dalla Germania poi campione del mondo, incrociò le lame proprio contro gli azzurri  in una serata di evidente delusione da ambo le parti.

Nell’edizione corrente, passato il gruppo G come seconda, la formazione britannica si è ritrovata in un ramo del tabellone tutt’altro che agevole: prima la Colombia (prima nel gruppo H), quindi la Svezia (prima nel gruppo F) infine la Croazia anch’essa vincitrice del proprio girone e fresca del successo contro i padroni di casa della Russia.
A San Pietroburgo, quindi, Belgio e Inghilterra scenderanno in campo per il terzo gradino del podio mondiale, risultato mai raggiunto da nessuna delle due nazionali. I belgi di mister Martinez opteranno per un 3-4-2-1 con Courtois a difendere i pali davanti alla difesa composta da Vertonghen, Kompany e Alderweireld. Witsel e Fellaini saranno in mediana con Carrasco e Chadli che occuperanno le corsie esterne. Davanti Hazard e De Bruyne saranno a supporto dell’unica punta Lukaku.
3-5-2 invece per il ct dei Tre Leoni inglesi: Pickford in porta, Cahill, Stones e Maguire in difesa, non ci saranno Trippier e Young che saranno rimpiazzati da Walker e Rose che formeranno la linea di centrocampo con Henderson, Alli e Lingard. In attacco Sterling affiancherà Kane. Partita nella partita: Kane comanda la classifica cannonieri con 6 reti all’attivo inseguito proprio da Lukaku con un score di 4 gol. Certo la distanza tra i due bottini è cospicua ma l’occasione di incidere il proprio nome nell’albo dei marcatori mondiali è veramente ghiotta.

Popolari

In Irlanda esiste un campionato?

| Giordano Pantosti | “There is no league in Ireland”. Così affermò Giovanni Trapattoni il 9 settembre 2013, due giorni prima di rescindere il contratto che lo legava alla nazionale irlandese in qualità di ct. La situazione sta cambiando?

L'utilizzo dei blocchi nel calcio

| Francesco Lalopa | L'interscambio di idee e soluzioni tra uno sport ed un altro (ovviamente dove possibile) consente l'arricchimento del ventaglio di soluzioni a disposizione di un allenatore, rendendo sempre imprevedibile l'approccio della propria squadra alle varie situazioni di gioco. In questa sede andremo a parlare dei blocchi: soluzione che il calcio ha preso in "prestito" dalla pallacanestro per un loro utilizzo del tutto particolare. E' divertentissimo portarli ma è decisamente poco piacevole riceverli.

Ritornare grandi: Ernesto Valverde

| Francesco Lalopa | Conclusosi il triennio di Luis Enrique sulla panchina blaugrana, l'uomo scelto per riportare ai vertici il Barcellona è Ernesto Valverde. L'ex attaccante di Bilbao e Barcellona giunge al Camp Nou come allenatore dopo un quadriennio ricco di soddisfazioni in terra basca. A lui sarà affidato l'arduo compito di far dimenticare al popolo catalano le delusioni dell'ultimo anno e mezzo. La carriera di Valverde si è divisa fondamentalmente tra due regioni caratterialmente molto forti ed identitarie: i Paesi Baschi e la Catalogna. Dai loro popoli di certo avrà appreso qualcosa. Non è la prima volta che Ernesto Valverde vive un'esperienza in catalogna: infatti nel biennio '88-'90 ha giocato a Barcellona sotto la guida di Johan Cruijff, allenatore che ha influenzato le generazioni calcistiche successive e che ha creato un vero e proprio modo di vivere ed interpretare il calcio, prima che Guardiola lo perfezionasse. Di Cruijf...

Passaggio di consegne

| Francesco Lalopa | Dal nevrotico Sabatini all'imperscrutabile Monchi, l'universo giallorosso si prepara ad un altro cambio di mentalità. Il "Leone di San Fernando" e la "Lupa". Chissà che la curiosa accoppiata non sia fruttuosa... Quando ci si appresta a cercare un nuovo lavoro dopo aver passato anni nella stessa azienda, la prima cosa che si fa è aggiornare il curriculum vitae, in modo tale da far capire al proprio interlocutore di avere a che fare con un professionista serio, di essere uno che il proprio lavoro lo sa fare. Se guardassimo tutti quanti al curriculum di Monchi dopo il suo addio al Siviglia, faremmo certamente caso ai trofei vinti oltre che ai talenti scovati in giro per il mondo: sono ben 5 le Europa League (oltre altri trofei) vinte dalla squadra andalusa sotto la sua guida. Eppure quella che per tanti direttori sportivi può essere considerata una dote, per Monchi può, tutto a un tratto, trasformarsi in un fardello, uno di q...