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Viaggio in Turchia

|  Federico Sborchia  | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede

L'estate torrida della Serie B

| rio_vela |

Mentre gli occhi di tutto il mondo erano incollati agli schermi di tv, monitor o tablet, per ammirare le gesta delle nazionali coinvolte al mondiale di Russia, in Italia il calcio tricolore si avviava a vivere la solita estate bollente fatta di calciomercato urlato, fallimenti e ripescaggi. Fallimenti: è iniziata la solita decimazione dei club professionistici ma questa volta, dopo aver stritolato la serie C volge il suo sguardo mortifero verso la B, colpendo sodalizi di storia e prestigio. Quest’anno è il turno (in rigoroso ordine alfabetico) di Avellino, Bari e Cesena.




Partiamo proprio dall’Associazione Calcio Cesena, la società del cavalluccio marino. La Covisoc, in data 12 luglio, aveva bocciato i conti della squadra romagnola in quanto gravati da un debito ingente, precludendo così l’iscrizione alla prossima serie B. Il CDA cesenate non ha prodotto neanche un ricorso accettando di fatto la resa incondizionata e rimettendo nelle mani dell’amministrazione comunale la responsabilità di garantire la continuità sportiva nella città romagnola.

Fondata nel 1940 il Cesena ha conosciuto i suoi momenti migliori a partire dagli anni ’70 con la presidenza Manuzzi, succeduto nel ’79 dal nipote Edmeo Lugaresi, imprenditore del settore frutticolo. In 30 anni il Cesena ha disputato 13 campionati di serie A, ed un turno di Coppa Uefa nel 1976/77 contro il Magdeburgo.


Il futuro sarà la serie D. Un gruppo di imprenditori ha già elaborato un progetto ed è stato incaricato dall’amministrazione comunale di programmare il prossimo triennio sportivo. Mister Zaccheroni sembra in rampa di lancio per occuparsi dell’area tecnica mentre il nuovo nome sarà Cesena FC.

Tirano venti di guerra in Irpinia. La società avellinese non intende sparire dal calcio professionistico ed intende opporre ricorso, presso il Coni, contro l’esclusione dal prossimo campionato di B. Anche qui era stata la Covisoc ad aver bocciato il sodalizio biancoverde ma non per la presenza di debiti nelle casse sociali bensì per l’irregolarità nella presentazione delle fideiussioni bancarie necessarie a perfezionare l’iscrizione. Per questo motivo il presidente Taccone si dice sereno e confida nel buon esito del ricorso stesso. All’Avellino è legato un decennio di storia della nostra serie A: 10 stagioni consecutive nella massima serie culminate con gli ottavi posti nei campionati 81/82 e 86/87 ed il raggiungimento per due volte dei quarti di finale di Coppa Italia. Barbadillo, Dirceu, Juary, Diaz: questi i nomi che entusiasmavano il mitico stadio Partenio ed i collezionisti di figurine di tutta Italia ammirandoli nelle loro inconfondibili casacche verdi.


Ancora diversa la situazione a Bari. Tralasciando le dinamiche burocratiche e amministrative che stanno colorando la situazione con tinte da telenovela, anche la storica formazione pugliese, al momento, non è iscritta al prossimo campionato di serie B. In attesa dello sviluppo della ricorso presentato dalla dirigenza, il sindaco ha coinvolto un gruppo di imprenditori dando mandato di costituire un nuovo sodalizio nel più caotico dei paradossi. Se la dirigenza ancora in carica sta cercando di salvare la categoria, la nuova cordata sta già lavorando per garantire almeno la serie D visto che la C, proposta dal patron del Bisceglie Nicola Canonico, non è stata accolta positivamente dalla tifoseria.

Eppure il Bari ha disputato oltre 30 campionati di serie A. E’ un sodalizio storico, una realtà prestigiosa del calcio italiano e con la sua maglia hanno giocato giocatori di richiamo internazionale come l’inglese Platt (acquistato nel ‘91 dall’Aston Villa per 12 miliardi di lire), Cassano, Protti (capocannoniere della stagione 95/96) e poi capitan Loseto, storico difensore biancorosso dal 1982 al 1993. Il Bari, nella sua storia secolare, ha raggiunto più volte le semifinali di Coppa Italia ma nel 1983/84 lo ha fatto disputando il campionato di serie C e battendo formazioni di rango come Juventus e Fiorentina. Questo primato è ora condiviso con l’Alessandria che nel 2016 aveva raggiunto il Milan proprio in semifinale.

Che sia serie C o D, queste società sono comunque destinare a ripartire da zero. Ripianare debiti o creare nuovi sodalizi per poi ricomprare titoli e loghi non risolve comunque il problema. Ieri è toccato al Latina, oggi al Cesena: il sistema è collassato, le squadre falliscono, ripartono dai dilettanti per poi ripercorrere il medesimo percorso. Bari e Avellino sono già fallite rispettivamente nel 2014 e nel 2009 è la sorte dei nuovi corsi non è stata diversa dai precedenti. Occorrono strutture più snelle, campionati con meno squadre ma garanzie economiche maggiori da chi si prende l’onere di possedere una squadra di calcio. Perché dietro ad ogni fallimento c’è disoccupazione per i lavoratori, c’è disperazione per i tifosi.


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