| Federico Sborchia | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana...
| Luca Balbinetti |
La FA Cup non delude mai: queste semifinali hanno ripagato l'attesa.
Sono stati due match totalmente difformi, perché le squadre in campo rappresentavano concezioni di calcio estremamente differenti tra loro. Quello tra Chelsea e Totthenam è stato un match che ha messo a confronto due idee di calcio agli antipodi. I Blues di Conte sono la massima espressione del calcio “gregario”, dall’altra parte la squadra costruita da Pochettino è una macchina perfetta per sfornare un calcio moderno fatto di velocità e tecnica individuale, ma che pecca in concretezza. Come spesso accade nel nostro sport, il finale era già scritto, in casi rari ( purtroppo ) la bellezza vince sulla forza. Il Chelsea vola in finale, grazie alla evidente differenza emersa nella qualità degli interpreti che alla lunga hanno risolto la gara, far entrare Hazard dalla panchina fa una certa differenza. Per il Totthenam non era “solo” una semifinale di FA Cup, poteva essere il colpo di coda decisivo per mettere pressione alla squadra di Conte; vincendo forse, avrebbe destabilizzato l’ambiente idilliaco dei Blues, invece, per ironia della sorte, gli Spurs hanno dimostrato di giocare meglio per lunghi tratti della gara e probabilmente meritavano la finale, ma hanno perso 4-2 e questo se possibile, fa ancora più male.
L’altra sfida è stata ciò che ci si aspettava. Un tripudio di errori che hanno dato vita ad un match esaltante. Il City ha fatto la partita fin dall’inizio e con molta fortuna e un po’ di bravura l’Arsenal di Wenger, è riuscito a fare efficacemente ciò che da anni tenta di riuscire a fare, difendersi. E’ stata una partita esaltante, giocata a ritmi sfrenati e con continui capovolgimenti di fronte. Wenger è riuscito, per l’ennesima volta a salvare una stagione disastrosa, i suoi ultimamente a Wembley si sentono a casa, se poi hai in rosa Alexis Sanchez, centrare la finale ( la terza negli ultimi 4 anni ) non è poi così proibitivo. Anche in questa semifinale chi, alla fine meritava qualcosa in più, è uscito sconfitto. La sconfitta, non tanto per quello che si è visto in campo, quanto simbolicamente, è di Pep Guardiola : questa sarà la sua prima stagione da quando allena in cui non vincerà niente. Penso che Guardiola sia un fuoriclasse della panchina, che a volte esagera nel voler stravolgere ciò che trova, vuole rimodellarlo a sua immagine e somiglianza e non sempre è possibile farlo, ma il “suo” City lo potremmo vedere solo dal prossimo anno, perché in casa Citizens c’è bisogno di una rivoluzione di qualità, e nessuno può essere più adatto del manager spagnolo per potarla a termine.
La sfida tra Chelsea ed Arsenal sarà esaltante. Un derby in finale è sempre una splendida notizia. Sulla carta, i Blues sono stra-favoriti, ma poi le finali oltre a doverle giocare, bisogna vincerle e i ragazzi di Wenger in FA Cup ci hanno preso gusto.