| Federico Sborchia | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana...
| Paolo Brescia |
"Non hanno la rosa più forte tra quelle in competizione, ma sono la squadra più squadra”. Si confidava così nei giorni scorsi, al portale asroma.it, Cristina Cubero, penna del Mundo Deportivo, per parlare dell'Atletico Madrid in vista della sfida, odierna, contro la Roma.
La squadra più squadra.
E' sempre tosta affrontare l'Atletico, insomma. Sia perché in Champions i Colchoneros sono protagonisti confermati e temuti in ogni edizione, con due finali negli ultimi 4 anni, sia perché la rosa, invariata rispetto alla scorsa stagione per un blocco di mercato, è altamente competitiva praticamente in ogni settore del campo. Panchina compresa.
La solidità dell'Atletico è confermata dal fatto che gli uomini a disposizione- non molti- sono rodati e tutti disposti a seguire le ferree indicazioni di un generale buono, volitivo e assetato di vittorie: il Cholo Simeone. Per l'ex Lazio, è arrivato ancora un rinnovo, dopo tante stagioni sulla cresta dell'onda, e se è vero che molte cose non funzionano al meglio, visto il campionato ancora incerto, la fiducia della società non può spostarsi dall'estro e dalla compattezza che Simeone assicura ai suoi, garantendo evoluzioni tattiche nel solco, ben definito, del 4-4-2, che è appunto non dogmatico, ma più che testato. Con questo scacchiere, il Cholo porta a compimento il suo desiderio di unire attenzione difensiva a ripartenze rapide, facendo del provincialismo non un mero ripiego ma uno stile altrettanto valido.
Parlare di "squadra unita, compatta" non è fare romanticismo, però. Si badi che l'aspetto preponderante di questo Atletico non sono le storie d'amore, le resistenze contro ogni speranza, i miracoli; quanto invece la programmazione, la risolutezza. Infatti in campo scendono i migliori: con la porta affidata al magistrale Oblak molte delle difficoltà sono arrestate in area di rigore; in difesa i centrali, Godin e Gimenez, garantiscono esperienza più che velocità, potendo contare su leve elevate (Godin) e fisico agile (Gimenez). Sugli esterni troviamo Juanfran ed Hernandez, mentre a centrocampo si gioca la fetta più importante della solidità blancorioja: Saul, Gabi, Koke e Carrasco non lasciano penetrare con semplicità gli avanti avversari, sfruttando anche le doti in ripartenza. Davanti, i pezzi grossi: Griezmann, e il Niño Torres sono preziosi in aiuto difensivo e produttivi in zona gol. Il primo è più ribelle e forse anche più talentuoso palla al piede, il secondo ha però una dose di esperienza impressionante, avendo solcato i campi di mezza europa per oltre un decennio. Una coppia diversa per tanti aspetti, ma che fa del fiuto del gol il pregio più grande.
Il precedente con la Roma risale a quasi vent'anni fa, e vuole l'Atletico favorito, con due vittorie per 2-1 tra andata e ritorno. Era Coppa Uefa, non Champions. Ora due sfide per dare pepe a questo girone di Champions, che si annuncia di ferro e di spettacolo.