| Federico Sborchia | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede
| Luca Gregorio |
Pericolosi e "pazzi". Potremmo riassumere così les gones, i giocatori del Lione. L'emblema della squadra enigmatica e indecifrabile. Capace di partite memorabili e di scivoloni al limite del clamoroso.
Chiusa nel 2008 l'epoca d'oro dei sette titoli consecutivi, l'OL è sempre rimasto in mano al burbero e intelligente presidente Aulas. Un club bravo a investire in modo oculato, vendendo i suoi gioielli al momento giusto e a prezzi carissimi. Incapace di contrastare il dominio del Psg nell'ultimo quinquennio, nelle ultime due stagioni il Lione è stato protagonista di rimonte pazzesche in Ligue 1, chiudendo in entrambi i casi alle spalle del Paris dopo dei gironi di ritorno di alto profilo. Situazione che quest'anno, salvo miracoli, non si ripeterà, perchè il -15 attuale dal secondo posto sa tanto di sentenza definitiva per una squadra che dovrà accontentarsi dell'Europa League. A meno che a Lione non decidano di puntare sulla vittoria della stessa Europa League quest'anno, che garantirebbe un pass diretto per la Champions. I mezzi per arrivare in fondo, Roma permettendo, ci sono. Ma la squadra non è affidabile. Genesio non si schioda, tendenzialmente, dal 4-3-3, specialmente dopo l'arrivo in attacco di Depay, affiancato nel tridente a Fekir e, ovviamente, Lacazette, la stella della squadra (27 gol in 32 partite ufficiali). Un lusso e un talento che a giugno saluterà la compagnia per provare un paese diverso e, si spera, per giocare in una squadra che punti a vincere dei titoli. Lacazette, che è a Lione dal 2009, ha segnato 15 reti nelle ultime 15 gare ed è la vera garanzia dell'OL. I francesi hanno perso solo una delle ultime sette (vincendone 5) e nel bellissimo Parc OL hanno vinto sette delle ultime 8. Il nuovo stadio è un vero gioiello e, soprattutto, è una bolgia, perchè in riva al Rodano e alla Saone il Lione è una religione.
Se l'attacco è affidabile e segna con regolarità, la difesa è il punto debole. Sugli esterni giocano a sinistra l'esperto Morel e a destra Rafael, che ha qualche buono spunto quando offende ma evidenzia diversi limiti in fase di copertura. I problemi maggiori vengono però dai centrali, dove si alternano l'ex giallorosso Yanga-Mbiwa, il 20enne sgraziato Diakhaby e il 21enne argentino Mammana, fra i tre quello con più margini di crescita. Lopes è un buon portiere, con guizzi importanti ma non protetto al meglio dal suo reparto.
Il centrocampo ha qualità e potenza: accanto al capitano Gonalons ci sono l'uomo-mercato Tolisso, che non ha bisogno di grosse presentazioni, e Lucas Tousart, 19enne pescato nel Valenciennes che magari è ancora un po' acerbo ma riesce ad abbinare benissimo qualità e quantità.
In tutta questa cornice non si possono trascurare le variabili a disposizione in panchina: Ferri, Darder, Valbuena e Ghezzal possono essere giocatori intercambiabili coi presunti titolari. Insomma, un bel lusso e una rosa attrezzata per essere competitiva su entrambi i fronti.
Finora il Lione ha avuto degli exploit, come la vittoria 3-1 in casa del Monaco o le partite tiratissime con la Juve in Champions, ma anche cadute incomprensibili, come i ko con Dijon, Lorient, Caen e Lille, oltre al derby perso malamente col Saint Etienne.
Sulla partita secca può fare male a chiunque, ma nella logica del doppio confronto la Roma parte comunque con un piccolo vantaggio in più...