| Federico Sborchia | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede
| Luca Balbinetti |
Lunedì sera è definitivamente finita la corsa al titolo della Premier League. Lo avevamo detto a Novembre che avrebbe vinto il Chelsea di Antonio Conte, ma nessuno immaginava che il tecnico italiano avrebbe potuto scavare un solco così profondo tra i suoi ragazzi e le dirette inseguitrici.
Questo Chelsea è l'emblema della continuità, da quando il manager ex Juventus ha trovato la quadra tattica, i suoi Blues hanno perso una volta sola, in casa del Totthenam. Oltre al lavoro maniacale esportato da Conte a Stamford Bridge, quello che sta facendo la differenza è la propensione del suo Chelsea a non sbagliare mai, ne l'approccio alla partita né tanto meno i match importanti, quelli con la pressione di tutta Europa addosso. Si osservi per capire, la partita di ieri sera in casa del West Ham, se non era un match point, era qualcosa che ci si avvicinava molto. E bene i Blues non si sono snaturati per nulla, hanno aspettato e colpito al momento giusto per poi tagliare definitivamente le gambe agli avversari ad inizio ripresa. Perfetti. Conoscendo Antonio Conte, sappiamo tutti che non sarà stato entusiasta dell'uscita dal campo dei suoi giocatori con qualche minuto di anticipo, ma sono umani anche loro.
Quello che sorprende, è la totale assenza di avversari validi. Ci hanno provato tutti, a turno, nessuno ha tenuto il passo. Doveva essere una Premier strepitosa e ci troviamo a marzo con un vincitore. La "colpa" principale è del City di Guardiola, che non è riuscito a vincere con continuità e sopratutto, sta lavorando con un gruppo difensivo che non si presta per nulla al suo gioco, questo però non può giustificare un distacco così profondo.
Nulla di più ci si poteva aspettare da Liverpool ed Arsenal affrontatesi in questo week end (bellissima partita, gli errori difensivi, hanno facilitato lo show), le quali ormai da troppi anni hanno a che fare con evidenti limiti sia tattici che mentali. È evidente che il lavoro maniacale di Conte sul reparto difensivo, ha regalato molti punti sulle concorrenti,
totalmente scoperte in questo campo. Ora non rimane che osservare la grande lotta per accedere alla prossima Champions League, non una battaglia banale, ma non abbastanza se pensiamo a quello che questa Premier poteva riservarci.