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Viaggio in Turchia

|  Federico Sborchia  | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede

Cosa è successo al Mondiale femminile?

Negli anni dispari si rubano vicendevolmente la scena molte manifestazioni internazionali. Di solito il calendario calcistico è schiacciato su mondiali ed europei in un ritmo biennale consolidato da decenni, lasciando così gli anni dispari alle restanti manifestazioni. Il mese di giugno del 2019, in virtù di questa salda organizzazione, è andata in scena l’ottava edizione del Campionato mondiale di calcio femminile.

Per la prima volta disputato in Francia, il mondiale 2019 ha visto ai nastri di partenza ben 24 nazionali, cosa accaduta solo nell’edizione del 2015 in Canada, in rappresentanza di tutti i continenti. Robusta la partecipazione europea con nove rappresentati, tre per Africa, Sud America e Nord America, ben cinque per la confederazione asiatica (compresa l’Australia) ed una per la confederazione oceaniana. Su ventiquattro nazioni ben diciotto avevano anche disputato l’edizione canadese del 2015, segno di una organizzata continuità, quattro le esordienti assolute mentre Argentina e Italia mancavano rispettivamente dal 2007 e dal 1999, venti anni tondi per le azzurre.
Per una corretta analisi dell’esito della manifestazione dividiamo le ventiquattro squadre in gruppi a seconda del risultato raggiunto. Partiamo dalle delusioni, non poche.
Sicuramente deludente tutto il blocco asiatico che, per quanto corposo, non è riuscito a varcare il muro virtuale degli ottavi di finale neanche con una sola compagine. Male la Thailandia con un passivo di venti gol subiti ed eliminazione al primo turno e male anche Cina, Giappone e Australia (oceaniana ma inserita già da anni nella confederazione asiatica). In particolare deludenti le nipponiche già campionesse del mondo nel 2011 e vicecampionesse nel 2015. Già in affanno nel girone dove hanno totalizzato solo 4 punti, non hanno saputo mantenere le aspettative ed agli ottavi hanno salutato la manifestazione. Chi ha mancato un’occasione è senz’altro il Brasile che dopo il secondo posto nel 2007, non è più riuscito ad andare a podio mentre la Norvegia, iridata nel 1995, ha come scusante l’aver trovato sul suo cammino prima la Francia padrona di casa, poi una coriacea Inghilterra nel quarto di finale.
E’ il turno delle sorprese, vediamo quali sono partendo proprio dall’Italia.

Alla terza presenza su otto edizioni, quella delle azzurre è stata una bellissima cavalcata, culminata con l’approdo al quarto di finale che mancava dal 1999. Inserita in un girone tutt’altro che abbordabile, è riuscita a sorprendere tifosi, critica e avversarie. Emozionante la gara d’esordio contro le favorite australiane ed ancor più emozionante la vittoria per 2-1 maturata negli ultimi secondi di gioco. Vincere il girone eliminatorio con Australia e Brasile ha proiettato le ragazze di Milena Bertolini in una dimensione nuova ed esaltante, frutto del lavoro che la federazione ha intrapreso a livello di club già da un paio di stagioni. Resta, per le azzurre, il rammarico di aver trovato sulla propria strada un’Olanda in forma mondiale. Le Orange possono essere considerate l’altra grande sorpresa della manifestazione grazie soprattutto al secondo posto finale (nonostante fossero alla loro seconda partecipazione). Da ricordare anche l’ottimo torneo giocato dall’Inghilterra che, dopo un girone, un ottavo ed un quarto letteralmente dominati, si è arresa alle future campionesse del mondo in semifinale, intascando tuttavia il pass per le olimpiadi di Tokyo 2020 (dove grazie ad un accordo tra le federazioni britanniche rappresenterà l’intero Regno Unito).
Quindi parliamo ora delle campionesse.


Presente in tutte le manifestazioni fin qui disputate, con un percorso netto tra girone (diciotto gol fatti in tre partite e zero subiti) e turni ad eliminazione diretta, gli Stati Uniti hanno letteralmente fagocitato il torneo, avendo la meglio su Francia paese ospitante, Inghilterra e Olanda squadre in ascesa. Descrivere la forza di queste ragazze è un esercizio complicato ma i numeri possono aiutarci: letteralmente travolte squadre di media caratura (rifilato un 13-0 alla Thailandia), risolte agevolmente le pratiche con le formazioni più forti, il successo finale si inserisce perfettamente in quella che è la storia recente del calcio femminile per nazioni. Prima squadra nel ranking Fifa, quarto mondiale targato USA sugli otto disputati, sempre a podio in tutte le edizioni, secondo successo consecutivo con lo stesso tecnico, impresa, quella di Jillian Ellis, riuscita solo a Vittorio Pozzo con i trionfi nei mondiali del 1934 e 1938. Egemone in tutte le manifestazioni dove gioca come i campionati riservati a nazionali centro nord americane (otto titoli) oppure come il torneo olimpico di calcio istituito solo nel 1996 ad Atlanta (sei edizioni, quattro ori ed un argento). Il lavoro fatto dalla federazione a partire dalla seconda metà degli anni ’80 ha dato frutti meravigliosi e duraturi. Una curiosità, l’esordio internazionale della selezione a stelle e strisce avvenne nel 1985 in Italia in una gara valida per il mundialito, una delle più prestigiose manifestazioni internazionali di calcio femminile: vinsero le azzurre per 1-0.

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