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Viaggio in Turchia

|  Federico Sborchia  | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede

Fonseca giallorosso

| Michele Mazzella |
A Roma continua la rivoluzione permanente: inizia un nuovo corso con in panchina il portoghese Paulo Fonseca.


Fonseca ha firmato con il club giallorosso un contratto biennale con opzione per il terzo anno, al termine di una trattativa che ha visto il tecnico rinunciare ad alcuni premi per accelerare il suo approdo nella capitale.
Nato in Mozambico nel 1973, Fonseca è rinomato come tecnico dalla spiccata mentalità offensiva. Alla guida dello Shakhtar Donetsk il tecnico ha per 3 volte di fila la Premier League ucraina, riuscendo a non far rimpiangere Lucescu, un’icona storica per il club ucraino e sopratutto in situazioni difficili, dato che, per via della Guerra del Donbass, lo Shakhtar è stato momentaneamente delocalizzato: gli arancio-neri giocano da quattro anni le partite casalinghe a Kharkiv, mentre il centro di allenamento provvisorio è a Kiev, in casa degli acerrimi rivali della Dinamo). La sua prima esperienza da allenatore inizia nel 2012, quando sale sulla panchina del Pacos de Ferreira, dove ritornerà dopo una deludente ma affrettata esperienza di pochi mesi al Porto dove ha comunque alzato una Supercoppa. Nel 2015 firma per il Braga, con cui fa una grande stagione, coronata da un quarto di finale in Europa League (proprio contro lo Shakhtar) e da una vittoria in Coppa proprio contro il Porto che lo aveva scaricato due anni prima. Dopo appena un anno con i biancorossi approda allo Shakhtar.



La sua filosofia è, come già accennato, di stampo offensivo e fondata sul 4-2-3-1
come modulo principale, caratterizzata dalla predilezione di trequartisti tecnici e bravi ad attaccare gli  spazi. Guardiola è la sua massima fonte d’ispirazione per quanto riguarda la ricerca del palleggio e il dialogo rapido, ma per certi versi il suo gioco somiglia, per concetti, a quello di Klopp.
In questo interessante video, per esempio, egli stesso spiega la fase di costruzione dal basso:



A tutto questo si aggiunge un carisma riconosciuto da giocatori e da media, basti pensare a quando si presentò in conferenza stampa travestito da Zorro in seguito alla  vittoria sul Manchester City a dicembre 2017 che permise allo Shakhtar di qualificarsi per gli ottavi di finale eliminando il Napoli di Sarri. Di rilievo sarà la sua capacità di costruire uno spogliatoio unito formato prevalentemente da giovani e orfano di una figura importante come De Rossi. In Ucraina Fonseca si è distinto per rapporti idilliaci con la società, qualcosa da non sottovalutare quando si approccia una realtà societaria intricata e difficile come quella della Capitale. 

Insomma, Fonseca rappresenta a tutti gli effetti l’ennesima scommessa per il club giallorosso, che probabilmente richiederà pazienza e un mercato oculato per fargli esprimere i suoi interessantissimi principi di gioco.

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