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Viaggio in Turchia

|  Federico Sborchia  | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede

Vince chi ha fame

| Emanuele Ciccarese |

In Europa League solo il Sassuolo fa la sua bella figura (Bilbao travolto 3-0): pareggi deludenti di Roma (1-1 con il Plzen) e Fiorentina (0-0 a Salonicco) e umiliazione imprevedibile per l'Inter. E così si rischiano i 4 posti in Champions nel 2018.



Ad una squadra non basta essere allenata nel modo giusto e costruita con elementi validi. Entra in gioco una terza componente, l'atteggiamento (che a volte, basta da solo). Se ogni giocatore non mette a disposizione dei compagni la propria disponibiltà, se non lotta su ogni palla, se non ha la voglia di vincere, non vince. Questa regola rappresenta lo sfondo delle italiane in Europa League. Una sola fa eccezione. Il Sassuolo di Di Francesco, con mezzi non irresistibili, domina contro un team che è di casa in Europa League. In campo i neroverdi gestiscono bene la palla, costruiscono bene le offensive e comandano sulle fasce. Solleticano e affondano per bene l'Atletico Bilbao, che forse sottovaluta la partita e cade rovinosamente. La qualificazione non è un'utopia.


In Repubblica Ceca la Roma sbarca a testa alta, fiera della remuntada romantica contro la Samp all'Olimpico. Spalletti annuncia il turn over dal giorno prima, e così è. Difesa scricchiolante (sbagliato puntare ancora su Jesus), centrocampo e attacco con molte idee ma senza cinismo. Il tecnico di Certaldo sbaglia l'approccio tattico: Paredes e Gerson fanno i palleggiatori, ma sono doppioni e si calpestano, l'attacco con il falso nove non gira benissimo e nella ripresa si cambia tutto, si crea qualche offensiva,  ma non si riesce a sfondare. Assenza di carattere.


Non solo assenza di carattere per l'Inter, in generale totale assenza di squadra. Ogni tanto si vede qualche azione buona, ma per il resto fase difensiva imbrazzante, centrocampo che fatica a filtrare e attacco che non riesce a metterla dentro. De Boer (che di principi tattici ne ha), arrivato poche settimane fa, deve riorganizzare tutto, dalla tattica al gioco, perchè in questo modo non funziona. Risultato umiliante e disastroso.




La Fiorentina di Paolo Sousa non è più quella dell'anno scorso. Giocatori svogliati e indolenti, schemi confusionari e idee per nulla chiare. Uno 0-0 che fa restare ancor di più l'amaro in bocca pervia della scelta di evitare il turn over, per dare fiducia alla squadra. Un avvio così sottotono non se lo aspettava certamente nessuno, ma siamo solo all'inizio dopo tutto e c'è tempo per ingranare.

Le altre

Clamorosa sconfitta dello United dello Special One a Rotterdam (1-0), vince in rimonta sulle scie del Liverpool lo Zenit (4-3), tornano a casa in trionfo anche Villarreal, Ajax, Schalke, Shakthar.

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