| Federico Sborchia | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede
| Andrea Piana |
Quando Adriano Galliani, nel dicembre 2013, aveva annunciato l'accordo con Keisuke Honda e, soprattutto l'assegnazione della maglia numero 10 al giapponese, non c'era scetticismo fra i tifosi ma di certo le aspettative non erano granché.
I primi 6 mesi, complici una cattiva gestione tattica del giocatore, qualche difficoltà di ambientamento e con la lingua e una scarsa fiducia nei propri mezzi, sono stati molto deludenti, al punto che l'intera tifoseria auspicava una sua cessione già nel mercato estivo.
Poi, con l'esonero di Seedorf e l'arrivo di Inzaghi, che ha dichiarato fin da subito di avere grande fiducia nel giocatore, ecco una nuova opportunità per Honda. Precampionato positivo (in un contesto generale abbastanza deludente), esordio con gol alla Lazio, alcune buone prestazioni e prima doppietta in Serie A a Verona. Dopo 7 partite conta già 6 gol e 3 assist (contro un unico gol e 3 assist in 14 apparizioni della stagione precedente) e il primo posto insieme a Tevez nella classifica marcatori.
Ma qual è il segreto di questa improvvisa esplosione? Cosa è cambiato rispetto alla scorsa stagione?
Innanzitutto il nuovo ruolo.
Con Seedorf il giapponese giocava da trequartista o da esterno destro nel 4-2-3-1, lontano dalla porta, principalmente da fermo, col compito di impostare e cercare gli inserimenti della punta o degli esterni offensivi. Ora gioca da esterno destro nel tridente offensivo di Inzaghi e ha più libertà di movimento, si inserisce spesso, conclude a rete molto di più (e avvicinandosi alla porta), punta l'avversario ed è aiutato dalle incursioni di Abate. Inoltre, in fase difensiva, garantisce copertura sulla fascia tornando più spesso.
Un altro grande passo avanti è stata la crescita dell'autostima. In questa prima parte di stagione, Honda è apparso in fiducia e disposto a caricarsi la squadra sulle spalle.
Inoltre, ha già trovato una buona intesa con i due nuovi acquisti, Menez -altra lieta sorpresa di questo inizio di stagione- e Torres -apparso sottotono in fase realizzativa, ma molto prezioso con i suoi tagli nel portare via un difensore avversario; il gol di Honda con l'Empoli e il secondo col Verona sono arrivati proprio grazie a questo movimento dello spagnolo- e con El Shaarawy.
Anche l'aiuto di Inzaghi, l'amicizia con alcuni compagni e il supporto sempre crescente dei tifosi hanno contribuito alle ottime prestazioni del giapponese.
L'unico dubbio può essere legato alla continuità del rendimento, punto debole anche nel suo passato in Olanda e in Russia, ma intanto Pippo Inzaghi e tutta la tifoseria rossonera possono godersi la crescita di questo talentuoso giocatore, con la speranza che si mantenga a lungo a questi livelli!