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Viaggio in Turchia

|  Federico Sborchia  | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede

Quando Costa incontra Allegri



| Luca Balbinetti |

Il calcio si sa, è un mix entusiasmante di circostanze, di momenti ed incontri. Ed è proprio in questi casi che mescolando bene due fattori si crea un cocktail che spesso porta il nome di evoluzione. Douglas Costa ad esempio deve aver percepito dentro di se, che quell’allenatore livornese, avrebbe potuto migliorarlo, “metterlo in riga” se vogliamo. 


Di certo il talentuoso giocatore brasiliano non lo scopriamo oggi. Quando si vede per la prima volta giocare un calciatore con le caratteristiche di Costa, il primo aggettivo che il nostro cervello collega alle immagini è: devastante. Poi però, ci riflettiamo un attimo, ci sediamo e pensiamo: certamente però la sua discontinuità ed il suo disordine tattico sono sicuramente delle pecche, vistose se vogliamo. Serviva certamente tempo, per adattarsi al meglio ad un campionato che per antonomasia è il più tattico in circolazione, e questo Allegri lo aveva capito prima di tutti, anche quando come al solito, piogge di critiche(ingiustificate, come al solito) lo inondavano ad ogni panchina del fuoriclasse brasiliano. 


Se c’è una dote dell’allenatore della Juventus, questa è certamente la pazienza. Sa attendere, sa far maturare ogni suo giocatore fino ad arrivare al punto in cui lo ritiene pronto per dargli il meglio. In questo modo Allegri ha capito che, Costa sarebbe diventato indispensabile per il gioco europeo della sua Juventus, il gioco più offensivo della Champions League necessitava del brasiliano fin dall’inizio. Allo stesso modo d’altronde, c’è una caratteristica che rende devastante Douglas nel campionato italiano: la sua velocità. Spesso però le partite che deve affrontare tatticamente la Juventus in campionato sono tutte sullo stesso piano tattico: la squadra avversaria cerca di chiudersi, utilizzando il pressing asfissiante per gran parte della partita, per poi calare fisiologicamente nel secondo tempo. Ed è proprio qui che entra in gioco Costa e le sue caratteristiche, entra gioca e decide quando le partite sono tatticamente più confuse. In definitiva quando Douglas Costa incontra Allegri l’uno diventa indispensabile per i successi dell’altro.

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