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Viaggio in Turchia

|  Federico Sborchia  | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana...

La maledizione colchonera vale la decima blanca

Real-Atletico: quando la maledizione colchonera vale la decima blanca

di G.Azzaro

La storia e magistra vitae, ma nessuno se ne accorge fino a quando le stesse disgrazie ricapitano fino a causare quelle ferite mortali dalle quali e difficile guarire. E se nel 1974 l'Atletico di Aragones fu separato dal suo primo trionfo da una rete di Schwarzenbeck allo scadere, stavolta e Sergio Ramos ad indossare i panni del guastafeste, scippando il titolo ai colchoneros ai quali mancava un solo minuto abbondante per entrare nella storia.
La gara e un trionfo di calcio, tattica e tensione, ottimamente incorniciata in un Da Luz da brividi dove il tifo per la squadra di Simeone mette sotto pressione i galacticos e in imbarazzo l'altra meta dello stadio, letteralmente sovrastata dall'entusiasmo e dalla furia dei sostenitori dell'Atletico. I due allenatori decidono di giocarsi tutte le proprie carte a disposizione: Diego Costa e Benzema sono in campo con un'infiltrazione, Ronaldo e acciaccato ma a casa sua nella sua finale non può mancare.
Fin dalle prime battute e il "cholismo" a regnare sovrano: il tecnico dell'Atletico costringe il Real a giocare male, continuamente pressato, reso poi nervoso da una difesa colchonera che respinge ogni attacco dei blancos con grande ordine e disciplina tattica. Ma dopo solo dieci minuti Simeone paga caro il suo azzardo: Adryan rileva Costa e l'Atletico si trova a giocare la finale della vita privo del suo centrocampista piu forte, Arda Turan, e della sua punta di diamante. Ma contrariamente alle previsioni e l'Atletico a condurre la gara nonostante il possesso palla dei blancos fosse superiore, ma la prima vera occasione capita sui piedi di Gareth Bale, l'uomo dei cento milioni, che sbaglia clamorosamente a tu per tu con Courtois. E' proprio sulle fasce la chiave del match: il Carletto nostrano abbassa Bale che si ritrova contro Filipe Luis, Di Maria sull'altro lato manda al manicomio i cugini di Madrid con le sue scorribande che trovano davanti un Juanfran in splendida forma che non esita a proporsi e causare problemi molto grossi alla retroguardia dei galacticos. Al 40' la partita si sblocca: su corner Godin, l'uomo della provvidenza, scavalca Casillas che ingenuo rimane a meta strada e regala i vantaggio agli avversari, con i quali in 26 partite giocate non ha mai perso. Da quel momento il copione e sempre lo stesso: Real a testa bassa che attacca al grido di "Si, se puede" dei tifosi blancos, Atletico che costringe gli avversari a rincorrerlo difendendosi in modo ordinato, e riprendendo ossigeno con le azioni in solitaria di Koke. Morata, Isco e Marcelo portano freschezza e al 93' lo stacco di testa impeccabile di Sergio Ramos segna il crollo fisico e psicologico di un Atletico che si e battuto con orgoglio.
I supplementari sono una lenta agonia di un pugile in calzoncini colchoneros che esausto si regge in piedi per inerzia ma sa che il colpo del k.o. e vicino: Bale lo mette a segno, 100 milioni spesi per quell'ultimo centimetro alla vittoria. Poi il passivo diventa impietoso: 4-1, Marcelo e Ronaldo si aggiungono alla festa, scoppia una mini-rissa per una provocazione di Varane al Cholo, Godin e Gabi sfociano nella rabbia di chi ha accarezzato un sogno. Alla Fuente de Cibeles la festa impazza, a quella de Neptuno e notte fonda, divise da soli 500 metri, divise dalla decima realizzata e dalla primera rubata sul fil di lana, divise dall'abisso dei sogni contrastanti di Madrid.

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