| Federico Sborchia | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede
| Francesco Lalopa |
Due mesi. Ecco quanto è passato dall'insediamento di Santiago Solari sulla panchina del Real Madrid dopo l'esonero di Julen Lopetegui, allenatore fortemente voluto in estate dal presidente Perez ma che ha assolutamente deluso dopo non esser riuscito a far presa sul gruppo dei blancos.
Da allora, e per le successive 15 partite è stato Santiago Solari a guidare la squadra, seguendo lo stesso percorso fatto da Zinedine Zidane dalla Castilla alla prima squadra.
Due mesi. Ecco quanto è passato dall'insediamento di Santiago Solari sulla panchina del Real Madrid dopo l'esonero di Julen Lopetegui, allenatore fortemente voluto in estate dal presidente Perez ma che ha assolutamente deluso dopo non esser riuscito a far presa sul gruppo dei blancos.
Da allora, e per le successive 15 partite è stato Santiago Solari a guidare la squadra, seguendo lo stesso percorso fatto da Zinedine Zidane dalla Castilla alla prima squadra.
Dopo due mesi e 15 partite probabilmente si può iniziare a delinare un primo profilo del nuovo Real Madrid targato Solari.
La squadra arrivava da un periodo decisamente non esaltante: sprofondata sino al sesto posto in classifica, nel corso della deludente gestione Lopetegui è arrivata persino la clamorosa sconfitta europea in trasferta col CSKA di Mosca. Il gruppo non seguiva più l'allenatore, la brutta copia del tecnico che tanto aveva bene fatto alla guida della Nazionale spagnola; persino alcuni senatori del gruppo sembravano aver ormai espresso la loro sfiducia verso un tecnico che giornata dopo giornata era sempre più a rischio . Tutto ciò fino al disastrosissimo "Clasico", partita costatagli l'esonero con tutti i "disonori" del caso.
La squadra arrivava da un periodo decisamente non esaltante: sprofondata sino al sesto posto in classifica, nel corso della deludente gestione Lopetegui è arrivata persino la clamorosa sconfitta europea in trasferta col CSKA di Mosca. Il gruppo non seguiva più l'allenatore, la brutta copia del tecnico che tanto aveva bene fatto alla guida della Nazionale spagnola; persino alcuni senatori del gruppo sembravano aver ormai espresso la loro sfiducia verso un tecnico che giornata dopo giornata era sempre più a rischio . Tutto ciò fino al disastrosissimo "Clasico", partita costatagli l'esonero con tutti i "disonori" del caso.
Il suo sostituto è stato pescato tra le fila della "Castilla" del Real: vuoi la scaramanzia, vuoi la necessità di un mero traghettatore in attesa di puntare ad un nome grosso in estate, quando potrebbero liberarsi tecnici come Allegri o Pochettino.
Il "nuovo" Real a guida Solari parte di base dallo stesso modulo che adottava sotto la gestione Lopetegui, il 4-3-3, ma non ha paura di cambiare veste tattica, soprattutto in una fase in cui deve ancora trovare l'abito che dia più fiducia e tranquillità ad una squadra che sembra aver perso tutto d'un tratto l'aura di imbattibilità che la contraddistingueva sino alla passata stagione.
Solari però sembra essersi portato dietro, oltre che le insicurezze nate nella gestione precedente, anche qualche dissidio all'interno dello spogliatoio: dopo la questione Isco ( al centro anche delle vicende di mercato ), recentemente panchinato in favore del giovanissimo Vinicius, è sorta anche una querelle legata all'impiego di Marcelo, finito in panchina nelle ultime due giornate e sostituito con un giovane della primavera.
Anche il tecnico argentino quindi, è chiamato a confrontarsi con i "capricci" ed i mugugnii di uno spogliatoio ricco di stelle, di per sè non incline a seguire qualsiasi guida impostagli dalla dirigenza.
Nonostante ciò, le prestazioni del Real sembrano essere nettamente migliori rispetto a quelle offerte nel periodo precedente all'esonero, anche se tanti sono i dubbi che aleggiano ancora attorno a questa squadra.
Dal suo esordio come allenatore del Real, Solari è riuscito a centrare l'obiettivo della qualificazione agli ottavi di Champions League, al netto di prestazioni decisamente poco convincenti con Roma e CSKA, e la vittoria del Mondiale per Club, quasi una formalità visto il blasone delle avversarie. I passi in avanti più evidenti però sono stati fatti in campionato, con due sole sconfitte su 8 partite sino ad ora giocate, riagguantando il terzo posto in classifica, anche se a 5 punti di distanza dai rivali cittadini dell'Atletico e 10 dal Barcellona.
Adesso però la stagione sta per addentrarsi nella sua metà più importante ed il Real è ancora in corsa su tutti e tre i fronti. Qui Solari dovrà esser bravo a ricompattare il gruppo attorno a sè facendo leva soprattutto su un gruppo ricco di giocatori abituati ad affrontare sfide difficilissime, come fatto in passato da Zidane nei momenti di difficoltà degli anni passati.
Solo in quel caso, indipendentemente dai risultati raggiunti, si potrà parlare di un allenatore in grado di poter gestire una piazza importante come quella di Madrid.
Adesso però la stagione sta per addentrarsi nella sua metà più importante ed il Real è ancora in corsa su tutti e tre i fronti. Qui Solari dovrà esser bravo a ricompattare il gruppo attorno a sè facendo leva soprattutto su un gruppo ricco di giocatori abituati ad affrontare sfide difficilissime, come fatto in passato da Zidane nei momenti di difficoltà degli anni passati.
Solo in quel caso, indipendentemente dai risultati raggiunti, si potrà parlare di un allenatore in grado di poter gestire una piazza importante come quella di Madrid.