| Federico Sborchia | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede
| Paolo Brescia |
Fattore D, in questo ritorno che si è finalmente aperto con la giornata (ancora da chiudere) numero 20. Un bel grappolo di gol nelle sfide del week end, dati che potrebbero ripetersi nei mesi e una gerarchia consolidata. Ma scendiamo nel dettaglio.
Fattore D, in questo ritorno che si è finalmente aperto con la giornata (ancora da chiudere) numero 20. Un bel grappolo di gol nelle sfide del week end, dati che potrebbero ripetersi nei mesi e una gerarchia consolidata. Ma scendiamo nel dettaglio.
Ad aprire le danze del turno è stata la Roma, che reduce dai quattro gol di Coppa ha mostrato una ritrovata caparbietà nel decidere da se sul proprio destino. E' una notizia. Che poi il fenomeno conclamato, e sempre più titolare, sia il piccolo Zaniolo in foto è una notizia che già non fa notizia. Segna ancora, il fantasista ex Inter, e chi in casa nerazzura guardava con un sorriso alla sua cessione/iper valutata, oggi rimpiange e sogna l'adattamento di un giocatore che sta impressionando per applicazione e stile di gioco. La Roma è però ancora singoli in movimento, non organico in costruzione: Il Toro passa così da 2-0 a 2-2 in poco tempo, infatti, dimostrando ancora tutte le incertezze anche mentali dei giallorossi, che poi la vanno a vincere col colpo del mai banale El Shaarawy: la Roma si ripropone pesantemente (con, a parte la sfida con la Juve) tutte vittorie da metà dicembre.
La sera del sabato tocca all'Inter replicare, iniziare il 2019 con il sorriso (dei bambini, e dei 3 punti): la missione non va in porto e addirittura la sfida col Sassuolo vien fuori asciutta, poco interessante e simbolo di un atteggiamento poco maturo in tanti aspetti. L'Inter non va in verticale, l'Inter fatica in ripiegamento. Poi, va detto, subisce poco, pochissimo, ma non può bastare una attenzione nei sedici metri per definirsi sani.
La domenica è un pot pourri di bellezze e brutture, dai capolavori di Muriel ai colpi dell'immenso Quagliarella, dall'ennesimo acuto di Zapata ad un Bologna davvero imbarazzante, fino ad un Cagliari-Empoli dominato dalla paura di perdere.
Aspettando Genoa-Milan la sfida nella sfida di Piatek, e la formalità della Juve col Chievo, il turno è dunque chiuso da Napoli-Lazio, una gara attesa, che è servita per confermare la poca attitudine della Lazio alle sfide di vertice e il passo maiuscolo di questo Napoli: nel mezzo del risultato, gli episodi e i contrasti. La gara si è infatti chiusa col successo partenopeo di misura, che ha quindi acceso polemiche e lamenti: il dato è che anche in semi-emergenza il Napoli ha impresso - appunto - determinazione e cazzimma (termine ormai sdoganato pure da Ancelotti) dando prove di forza per tutti i 90' (4 legni colpiti in partita, un Milik in gran forma). La Lazio, tra le critiche per rossi dubbi (ad Acerbi) e rossi non dati (Lulic, ma d'altronde da Rocchi non si può pretendere troppo) si appresta a vivere la sfida con la Juve senza difesa e con la considerazione di incompiutezza per l'ennesimo turno da 0 con le dirette rivali di campionato.