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Viaggio in Turchia

|  Federico Sborchia  | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede

Roma: testa alla Champions, cuore al Derby?


Il rischio della Roma, impegnata questa sera contro il Bayer in una delicata sfida di Champions, è di pensare al derby di domenica e distrarsi: per Garcia, però, non sarà così.


PAOLO BRESCIA



"Non abbiamo scelta: dobbiamo vincere". Le parole di Rudi Garcia, a poche ore da Roma-Bayer, sembrano una sentenza inappellabile. Sono lo specchio della situazione della Roma in Champions: una gara senza repliche, uno scoglio da superare col massimo risultato, con la consapevolezza che i tre punti potrebbero non bastare. Il campionato non può e non deve distrarre, nonostante gli occhi di tutti vadano al derby con la Lazio di domenica. La Roma non può fare l'errore di concentrarsi sul futuro, importantissimo, della sua Serie A, perché il grosso rischio è quello di sbagliare l'approccio di entrambe le gare: stasera, troppo impegnata a pensare al derby, domenica con la testa agli errori del mercoledì: ne deriverebbe un disastro.

L'approccio alle gare è infatti da tempo croce e delizia della Roma, squadra capace di subire gol nei primi minuti con grande facilità, ma anche di farli con altrettanta rapidità (contro l'Udinese, ad esempio). Il problema della distrazione, dei pensieri al derby, però, per Garcia non esiste: "Per me non c'è altra partita che quella di domani" ha dichiarato in conferenza.

La sfida interna col Bayer Leverkusen rappresenta quindi l'ultima chiamata per la Roma di Rudi Garcia, finora alquanto deludente nella sua campagna europea. La Roma targata Garcia, infatti, tra Champions ed Europa League è uscita vittoriosa dal campo solamente in due occasioni su 13, contro Cska e Feyenoord, collezionando la bellezza di sei pareggi e cinque sconfitte. Insomma, non proprio un ruolino di marcia invidiabile. Prendendo in esame esclusivamente le gare all'Olimpico, le cose non cambiano tanto. Questa sarà la 7/a partita europea di Garcia davanti al pubblico di casa, con un bilancio che parla chiaro: 1 successo, 2 pari, ben 3 ko. Per invertire il trend negativo, due gare da non sbagliare: superare il Bayer e ripetersi poi all'ultima giornata, sempre in casa, col Bate Borisov.

L'arbitro della gara sarà il russo Karasev.
Formazioni



In campo Garcia manderà quasi la stessa formazione vista a Milano con l'Inter. L'unico nodo riguarda De Rossi: il mediano giallorosso, ieri, ha svolto un lavoro in parte differenziato, in parte di gruppo. Garcia ha pochi dubbi, in realtà, e in conferenza ha fatto capire che giocherà. Stesso discorso per Florenzi, che sarà regolarmente a disposizione per la partita (tornerà nel ruolo di terzino destro facendo rifiatare Maicon). A centrocampo Pjanic giocherà, per poi "riposare" in Campionato, vista la squalifica. Garcia potrà contare nuovamente su Keita, recuperato e pronto all'occorrenza a fare le veci di De Rossi in regia, non da domani, forse, ma sicuramente da domenica. Davanti, pochi dubbi, e spazio all'attacco pesante, nella speranza che l'uomo più atteso, Dzeko, torni al gol. Sul fronte opposto, praticamente gli stessi 11 dell'andata, con gli occhi su Hernandez, giocatore al quale togliere fiato. Calhanoglu è un altro osso duro da non sottovalutare.

Vediamo in grafica la formazione, allora.

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