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Viaggio in Turchia

|  Federico Sborchia  | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede

Come il Lipsia ha messo le ali

Storia del RasenBallsport (nota impropriamente come RedBull) Leipzig, squadra fondata nel 2009 e militante da quest'anno in Bundesliga.

"IL TORO E' MALATTIA" : insulti del genere sono mostrati spesso dalle curve della Bundes.

Tutto parte nel 2006, quando la Red Bull tentò di rilevare il FC Sachsen, che versava in difficoltà economiche e sportive; si dovette tuttavia desistere a seguito delle proteste dei tifosi del club in questione. 
Prima dell'avvento della multinazionale. Foto parlante.
La multinazionale austriaca spostò quindi il suo interesse sul SSV Markranstädt, club dell'omonima città limitrofa all'epoca militante in NOFV-Oberliga (quinta divisione regionale). Anche in questo caso, l'annuncio dell'intenzione di acquisto della licenza suscitò le proteste dei tifosi del club interessato, che tentarono di bloccare la transazione con atti di vandalismo quali lo spargimento di diserbante sul prato dello Stadion am Bad (lo stadio cittadino) e la distruzione di cartelloni pubblicitari Red Bull, ma invano: la prima squadra del Markranstädt e il tecnico in carica Tino Vogel vennero trasferiti in blocco alla società creata dalla Red Bull, che incorporò inoltre, su sollecitazione della Federcalcio regionale sassone quattro squadre del settore giovanile del già citato FC Sachsen, che ricevette in cambio una contropartita economica. Sempre la Red Bull si occupò un anno dopo di rifondare il SSV, che fu iscritto al campionato regionale di Landesliga (sesta serie) e nuovamente reso indipendente dalla multinazionale austriaca.

La Bundesliga non ha concesso il nome RedBull. ph: inventati.org
A causa delle regole stilate dalla Federcalcio tedesca, la costituzione del club avvenne secondo criteri differenti rispetto a quelli seguiti per fondare le altre squadre della galassia Red Bull nel resto del mondo. In primo luogo, essendo vietato inserire un marchio commerciale direttamente nel nome della squadra (regola derogabile solo in particolari casi di finanziamento a lunghissimo termine, come ad esempio per il Bayer Leverkusen), il club venne battezzato RasenBallsport Leipzig (letteralmente "sport della palla sul prato", laddove le iniziali RB coincidono comunque col nome Red Bull). Nello stemma sociale vennero  collocati i tori rossi mutuati dal simbolo della proprietà, come colori furono scelti il bianco e il rosso e come soprannome ufficiale venne coniato Die Roten Bullen (letteralmente "i tori rossi").

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