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Viaggio in Turchia

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I buoni propositi per l'anno venturo

| Paolo Brescia |

Bella coincidenza. Al 31 di dicembre, quest'ultimo pezzo del nostro anno insieme, coincide col 900esimo post di questo progettino, questo piccolo e ancora immaturo blog. Eppure formato da un gruppo voglioso, che da gennaio porterà altre voci, nuove rubriche e una qualità in crescendo. Con voi protagonisti, beninteso.
per me la foto dell'anno è questa

Il 2017 è alle porte. Lasciamo un '16 interessante per molti aspetti, almeno per quel che riguarda il nostro mondo. L'anno dell'Europeo e dell'Olimpiade, l'anno delle vittorie che non t'aspetti, dei miracoli sportivi. Li abbiamo vissuti insieme, qui: http://calciovistodame.blogspot.it/2016/12/ricordi-dal-2016-per-il-futuro.html in un foto-riassunto niente male.

E' il 2017, adesso, l'interessante. E' lui protagonista. I buoni propositi per l'anno che viene li abbiamo pensati in due tronconi: quello che vogliamo accada di nuovo e quello che non deve ripetersi.

COSA DOBBIAMO SPERARE ANCORA

Speriamo ancora nelle imprese "pure": viva i tridenti d'attacco che macinano gol (MSN, BBC), viva il gioco di Conte che porta Diego Costa al sogno, viva le storie come quella di Fabio Pisacane titolare in A nonostante tutto e tutti. Viva, ancora, la sfrontatezza del Lipsia e il sorriso di Ancelotti. 
Viva, insomma, quando accendiamo la TV o andiamo allo stadio e siamo per un paio d'ore più tranquilli. Al 2017 chiediamo dunque che il calcio non annoi, non faccia rimpiangere il dibattito sui voucher e sul referendum costituzionale.

COSA NON VOGLIAMO PROPRIO PIÙ VEDERE

No alle risse in campo e fuori: è di pochi giorni la vergognosa storia di Messina-Reggina. Alcuni estremisti monopolizzano il calcio pensando di esserne proprietari e modificano la giusta passione in ingiusta acredine. Andando anche oltre, però. E arrivando alle mani. Mai più. Ma la sfida non si vince con l'esclusione e la ghettizzazione, che anzi, non fa altro che moltiplicare le violenze. La sfida si vince con l'inclusione (che ovviamente non significa accettare i facinorosi, che vanno invece individuati e lasciati da parte), con la riscoperta del tifo vero, quelle curve che male non fanno. Mai.
No ai soldoni cinesi, che hanno sostituito i petroldollari. Non ci piacciono i 110.000 mila euro al dì per Carlitos Tevez. Non è che non piacciono a noi, ché su queste pagine tutto si pratica men che il populismo. Non piacciono al calcio dei piccoli (come Francesco Lalopa ben ricordava qui dopo San Marino-Germania) e  non si possono proprio sentire. Lui è solo l'ultimo, ma le sirene aumentano. Non si tratta di fare chissà cosa, ma insomma recuperare quel pizzico di dignità e moralità che ha proprio perso la via di casa. 

Cose che speriamo, cose che non speriamo. Ma alla fine sappiamo tutti una cosa, che spesso lasciamo da parte per superbia: non decidiamo (quasi) nulla. Come dobbiamo lasciar parlare il campo, sempre, da domani lasciamo parlare il 2017. 

Auguri, l'appuntamento è per lunedì 2, si riparte con la normale programmazione!


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