| Federico Sborchia | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede
| Paolo Brescia |
Bella coincidenza. Al 31 di dicembre, quest'ultimo pezzo del nostro anno insieme, coincide col 900esimo post di questo progettino, questo piccolo e ancora immaturo blog. Eppure formato da un gruppo voglioso, che da gennaio porterà altre voci, nuove rubriche e una qualità in crescendo. Con voi protagonisti, beninteso.
per me la foto dell'anno è questa |
Il 2017 è alle porte. Lasciamo un '16 interessante per molti aspetti, almeno per quel che riguarda il nostro mondo. L'anno dell'Europeo e dell'Olimpiade, l'anno delle vittorie che non t'aspetti, dei miracoli sportivi. Li abbiamo vissuti insieme, qui: http://calciovistodame.blogspot.it/2016/12/ricordi-dal-2016-per-il-futuro.html in un foto-riassunto niente male.
E' il 2017, adesso, l'interessante. E' lui protagonista. I buoni propositi per l'anno che viene li abbiamo pensati in due tronconi: quello che vogliamo accada di nuovo e quello che non deve ripetersi.
COSA DOBBIAMO SPERARE ANCORA
Speriamo ancora nelle imprese "pure": viva i tridenti d'attacco che macinano gol (MSN, BBC), viva il gioco di Conte che porta Diego Costa al sogno, viva le storie come quella di Fabio Pisacane titolare in A nonostante tutto e tutti. Viva, ancora, la sfrontatezza del Lipsia e il sorriso di Ancelotti.
Viva, insomma, quando accendiamo la TV o andiamo allo stadio e siamo per un paio d'ore più tranquilli. Al 2017 chiediamo dunque che il calcio non annoi, non faccia rimpiangere il dibattito sui voucher e sul referendum costituzionale.
COSA NON VOGLIAMO PROPRIO PIÙ VEDERE
No alle risse in campo e fuori: è di pochi giorni la vergognosa storia di Messina-Reggina. Alcuni estremisti monopolizzano il calcio pensando di esserne proprietari e modificano la giusta passione in ingiusta acredine. Andando anche oltre, però. E arrivando alle mani. Mai più. Ma la sfida non si vince con l'esclusione e la ghettizzazione, che anzi, non fa altro che moltiplicare le violenze. La sfida si vince con l'inclusione (che ovviamente non significa accettare i facinorosi, che vanno invece individuati e lasciati da parte), con la riscoperta del tifo vero, quelle curve che male non fanno. Mai.
No ai soldoni cinesi, che hanno sostituito i petroldollari. Non ci piacciono i 110.000 mila euro al dì per Carlitos Tevez. Non è che non piacciono a noi, ché su queste pagine tutto si pratica men che il populismo. Non piacciono al calcio dei piccoli (come Francesco Lalopa ben ricordava qui dopo San Marino-Germania) e non si possono proprio sentire. Lui è solo l'ultimo, ma le sirene aumentano. Non si tratta di fare chissà cosa, ma insomma recuperare quel pizzico di dignità e moralità che ha proprio perso la via di casa.
Cose che speriamo, cose che non speriamo. Ma alla fine sappiamo tutti una cosa, che spesso lasciamo da parte per superbia: non decidiamo (quasi) nulla. Come dobbiamo lasciar parlare il campo, sempre, da domani lasciamo parlare il 2017.
Auguri, l'appuntamento è per lunedì 2, si riparte con la normale programmazione!