| Federico Sborchia | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede
| Paolo Brescia |
Ce lo eravamo chiesto più volte: "Sta tornando il Napoli" (Andrea Piana, dopo il match con l'Inter); "L'importanza di chiamarsi Mertens" (Max Strati dopo la tripletta vs Cagliari, ieri invece ne sono arrivati 4).
Mertens ha inventato calcio, ieri. |
Sarri era rimasto sereno anche dopo le mareggiate. E ora canta Napoli, il 2016 non poteva finire meglio. L'equilibrio, sconosciuto nella città partenopea, ora fa dire ai più che col Real, l'ottavo di Champions, è una formalità, è scontato. Per carità, nulla di più sbagliato, vista la potenza dei blancos, che nulla ha a che vedere con l'uscita in Giappone. Al Napoli basta avere fiducia nei mezzi, riparare qualche guaio difensivo (quelli non mancano mai, piccole imperfezioni sul cammino) e prendere via via la giusta mentalità. Che non deve per forza essere quella attitudinale della Juve (http://calciovistodame.blogspot.it/2016/12/il-gol-che-chiude-i-giochi.html) ma può essere quella dimostrata già qualche volta (nell'ultima del girone di Champions, http://calciovistodame.blogspot.it/2016/12/napoli-prova-di-maturita.html). Insomma è una palestra, quella partenopea, con la grande possibilità, quest'anno come pochi potevano pensare, di inserirsi nel discorso del vertice, Juve permettendo. Anche fosse, sarà lotta con la Roma e insieme alla sorprendente Lazio: comunque, vale il prezzo del biglietto. Se poi ci sono 37 gol in ballo...
La sorprendente Lazio è quella che porta ancora 3 punti in cascina, ancora con l'arte della sofferenza: pochi palloni giocati, ma bene, non tante le idee espresse, ma bene. E quando c'è da soffrire, insieme. Perché? (Anche) perché in panchina c'è Inzaghi, che sta creando prima il gruppo e poi la tattica. Non giocando a caso, tutt'altro. Ma mettendo prima il gruppo: è il suo mantra da quando, in estate, ci fu da imporsi con Keita, ad esempio. Che oggi è l'arma in più. O con Anderson. Che oggi è la colonna. Con l'Inter è tutta da vedere, è la prova del 9.
Prova del nove, ovviamente, anche per i Nerazzurri, che iniziano a dare segnali di vita, non incassando gol e portando con qualche scricchiolio i tre punti ad "Appiano Gentile" (chissà che non cambierà nome il centro allenamenti "Angelo Moratti", perché "più dell'identità poté il denaro"). Ne parleremo, in settimana, di Inter-Lazio, merita.
Infine, l'occhio dietro: col cuore il Palermo, senza speranza il Pescara, meglio l'Empoli (ma solo per lampi). E il Crotone ha già chiuso il suo 2016, che pure era iniziato in gloria.