| Federico Sborchia | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede
| Paolo Brescia |
Un quantomai discutibile motivetto di qualche mesata addietro ripeteva "ti seguirei da Milano fino a Hong Kong passando per Londra, da Roma e fino a Bangkok", ma non serve andare così lontano per guastarsi l'evoluzione decisiva che prenderà la A nei 20 giorni che restano a questo 2016. Basterà spostarsi da Torino (Torino-Juve) a Roma (Roma-Milan), passare per Milano (Milan-Atalanta) e tornare a Torino (Juve-Roma).
Un asse semplice e fondamentale, tenendo conto che nel mezzo c'è il Napoli, sempre insidioso (ci chiedevamo, nel pezzo in questione, se si può parlare di nuovo del Napoli Sarrista celebrato su più schermi), ci sono le voglie della Provincia (oggi bloccata, con Atalanta e Toro ko), c'è la Lazio che ha comunque le carte in regola. In teoria c'è l'Inter, che spera contro ogni speranza. Mai col girone unico 10 ko in 20 giocate. Una squadra senza alibi. Ma il dato almeno di oggi è che Juve, Roma e in parte Milan si giocheranno i rispettivi e svariati sogni di alloro nella mesata a venire.
La Juve perché ha capito che reagire alle critiche è un affronto che si può concedere, con classe, vincendo di carattere. Allegri non vede grandissimi progressi, vede uomini che sanno quello che fanno e si applicano, ci stanno. Marione Mandzukic è il nostro uomo: vede spazi in campo che gli altri non vogliono coprire, sale bene, dà pepe (sic) alla manovra. L'Allegri pensiero messo in azione. Lui come altri, con l'Atalanta ridimensionata ma per nulla da buttare, primo tempo escluso.
La Roma si gioca l'equilibrio insano tra bellezza e serietà, come dicevamo su questi e altri schermi. Intanto l'ostacolo derby è superato con carattere e veemenza. Certo è che da match così si dovrebbe ripartire per migliorare l'intensità e produrre maggiore gioco, per dominare le prossime avversarie: Milan e Juve, non bruscolini. Come detto in apertura , fatto questo si ragiona sul 2016 spallettiano e sul futuro che arriva, prestissimo. Il cuore ha le sue ragioni ecc, ecc...
E il Milan che si gioca? Sostanzialmente niente, in forma e cornice tutto. Si gioca la continuità che a Milanello aspettano dai tempi di Allegri, si gioca la definitiva considerazione di bravura. Ma così, per adesso, è un gioco a perdere. Il Milan non crea, gravita, aspetta, si inserisce. Ha ottimi singoli che inventano colpi o che sbaragliano le difese, meglio se fragili e inesperte. E poi arriva l'esaltazione collettiva, brutta bestia. Occhio alle prossime due, Roma e Atalanta. Occhio al dicembre di A, chè cambiano (?) gli equilibri. O si definiscono.