Passa ai contenuti principali

Viaggio in Turchia

|  Federico Sborchia  | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede

Keita per la svolta

| Michele Mazzella |

Keita Balde è tornato in Serie A per inseguire il salto di qualità definitivo.


Il senegalese nato in Spagna muove i primi passi nelle giovanili del Barcellona. Decisiva per la sua carriera è la partecipazione nel 2010 ad un torneo in Qatar, dove si segnala per le sue doti tecniche ma anche per il suo carattere. Il giovane viene infatti punito per aver fatto un semplice scherzo ad un compagno e spedito per punizione in prestito al Cornellà, club nel quale gioca per un anno. Al termine del prestito si rifiuta di tornare al Barca e la Lazio che lo seguiva da tempo coglie al volo l’occasione acquistandolo per una cifra vicina ai 300 mila euro. Keita deve però aspettare un anno per giocare la prima partita ufficiale con la Lazio per questioni di tesseramento e liste: gioca la stagione 2012-2013 nella primavera della squadra biancoceleste con la quale conquista lo scudetto. L’anno successivo viene aggregato alla prima squadra, con cui agisce sia da seconda punta che da esterno d’attacco a sinistra. In Serie A Keita gioca tre stagioni e segna 26 gol in 113 apparizioni, di cui 16 solo nella stagione 2016/17, la sua miglior annata.


Nella sessione di mercato estiva del 2017 il Monaco lo acquista per una cifra vicina ai 30 milioni e con il club monegasco mette a segno 8 reti in 33 presenze senza però mai convincere del tutto. Dopo una sola stagione viene acquistato dall’Inter con il prestito oneroso di 5 milioni e riscatto fissato a 34.
Spalletti segue da tempo il giovane scuola blaugrana e ne ama la duttilità, la rapidità e il fiuto del gol. Keita nasce come ala sinistra (segna 18 gol e 16 assist in 69 presenze in questa posizione), ma essendo ambidestro è capace di giocare con facilità anche sulla fascia destra, e addirittura all’occorenza può ricoprire anche un ruolo più centrale come trequartista, seconda punta e in casi di emergenza anche come punta centrale (come visto nella trasferta contro il Bologna).


Un giocatore come Keita fa molto comodo, Spalletti con lui in campo potrà passare facilmente dal 4-3-3 ad altri moduli come il 4-2-3-1 e il 4-3-1-2. Il Talento ex Lazio sarà una pedina fondamentale nello scacchiere nerazzurro, visti i tre impegni a cui i milanesi saranno sottoposti in questa stagione.

Popolari

Chi è Yerry Mina?

| Francesco Lalopa | L'arrivo del giovane colombiano in blaugrana dal Palmeiras è la naturale prosecuzione del processo di rinnovamento della rosa per i catalani, iniziato con le firme di Paulinho e Dembelè in estate e di Coutinho in questa sessione invernale. Pronto a dare l'addio al Barcellona è Javier Mascherano, ormai giunto a fine carriera, in procinto di firmare con un club cinese. 

La conferma del patrimonio Guardiola

| Luca Balbinetti | Questo Manchester City è qualcosa che va oltre una semplice squadra, è la conferma che un allenatore con le sue idee e l'ambiente giusto attorno può portare avanti un'idea di gioco che qualche anno fa aveva del rivoluzionario, ora è semplicemente estasi, e merita di essere lodato, fin quando non risulterà estremamente banale farlo. 

The Toffees

Di Francesco Zamboni I soprannomi dell'Everton non sono noiosi e banali come quelli del tipo "The Blues".

Gli stadi del City

| Francesco Zamboni | C’era un tempo in cui il Manchester City non aveva l'odierna potenza societaria, la squadra era composta da giocatori di medio livello e di conseguenza i risultati sul campo lasciavano molto a desiderare.