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Viaggio in Turchia

|  Federico Sborchia  | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede

Il sacrosanto Pallone d'Oro di Modrić


Il pallone d’oro 2018 va a Luka Modrić ed è giusto così.


La polemica per l’assegnazione del premio individuale più importante del panorama calcistico quest’anno mi hanno sorpreso, in negativo ovviamente.  Luka Modrić è poesia in movimento, è regista ed incursore di uno dei (se non addirittura IL) Real Madrid più forti della storia del calcio. Ma alla gente questo non basta. Non bastano le Champions conquistate e soprattutto non basta aver portato da capitano e protagonista la Croazia in finale mondiale per la prima volta nella storia. La Croazia ha 4 milioni di abitanti (circa) e tra questi ci sono ottimi giocatori che hanno composto la rosa della nazionale. Ma voi ricordate qualcuno più decisivo del “piccoletto” con il 10 nella rincorsa alla finale? impossibile. Ora arriviamo al solito populismo calcistico tipico dei salotti social, cito testualmente: “Eh ma allora Pirlo, Iniesta e Xavi?” detto che, nessuno in cuor mio può essere paragonato ad Iniesta (ad ognuno i suoi) vi darò una notizia: Modrić fa parte di quel club straordinario di centrocampisti, i più forti della storia. Il fatto che i suoi “colleghi” non lo abbiano vinto (e avrebbero potuto, ovviamente) non può di certo screditare il talento croato, mi chiedo da ore quale dovrebbe essere la logica che si nasconde dietro questo ragionamento, invano ovviamente. Esempio: non potremo mai vedere in futuro un secondo pallone d’oro assegnato ad un portiere dopo Lev Jašin, dato che Gianluigi Buffon non lo ha mai vinto, stona no?



Che il dualismo straordinario Messi-Ronaldo dovesse finire ce lo impone la filosofia: tutto cessa di esistere, purtroppo. Messi è il miglior giocatore della storia del calcio (si l’ho scritto) ma non avrebbe potuto vincere questo premio per nessuna ragione al mondo nonostante la solita stagione sensazionale in terra iberica, nell’anno del mondiale però uscire così dal torneo e ancor peggio dalla Champions aveva già fatto capire che non poteva in alcun modo competere per il pallone d’oro.


Ronaldo: altro discorso. Capocannoniere della Champions (strano vero?) e soprattutto ancora vincitore della stessa. Cosa paga quindi il talento portoghese? La finale. Se tutti avessimo avuto negli occhi l’ennesima prestazione stellare di Ronaldo durante la finale di Kiev, allora oggi scriveremmo del suo sesto pallone d’oro, senza dubbio alcuno. Così non è stato, e il “sistema” ha preso la palla al balzo per cambiare rotta dopo 10 lunghissimi e bellissimi anni. Questo dei mondiali, era l’anno giusto per premiare altri interpreti del gioco. Griezmann non l’ho scordato. Per quanto ami il piccolo diavolo, il suo problema è stato il mondiale. Come? direte voi, ricordate un Griezmann travolgente durante la marcia trionfale della Francia al mondiale? io no, ricordo Mbappe, Kante, Matuidi e Pogba decisivi nello spostare gli equilibri in ogni partita, ognuno con i suoi mezzi ma con continuità e voglia di trascinare l’intero gruppo. 

Ecco qui spiegato perché non basta vincere Europa League (da assoluto protagonista) e Mondiale (decisamente meno) per conquistare il pallone d’oro, altrimenti lo avrebbe vinto Varane, e questo non poteva proprio accadere, dai.

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